Quella bacheca espone un foglio di chiara ideologia “comunista”. E poi è abusiva e deturpa un edificio con vincoli storico-architettonici nel centro di Mantova. Il Comune deve levarla. Così, dopo sessant’anni, la struttura di legno che espone le pagine del quotidiano “L’Unità” entro la fine del mese sarà un ricordo. A protestare con forza contro il tazebao abusivo nei mesi scorsi sono stati alcuni esponenti locali di Forza Nuova.

“Da anni – spiega Marco Carnevali, militante di Fn Mantova – vedevamo quella bacheca con i fogli dell’Unità esposti e allora, per una questione di par condicio, abbiamo iniziato anche noi a utilizzare lo spazio per affiggere le pagine del nostro organo ufficiale di stampa, “Il megafono”. Nessuno ha mai protestato e a quel punto, abbiamo pensato che la bacheca fosse abusiva. Abbiamo chiesto a un esponente del centrodestra, Carlo Romano, di verificare la cosa per vie ufficiali. Dopo qualche tempo il Comune ha scoperto che effettivamente quella bacheca è illegale: non c’è nessuna autorizzazione”. Carnevali spiega che già quando militava nel Movimento sociale italiano, che aveva la sede proprio vicino al luogo dove sorge la struttura espositiva abusiva, gli allora vertici del partito avevano chiesto di poter utilizzare uno spazio pubblico di uguali dimensioni per poter esporre i fogli del “Secolo d’Italia”. Ma l’autorizzazione fu negata.

“A seguito della segnalazione arrivataci dal consigliere Carlo Romano – spiega Luigi Marcone, vicecomandante della Polizia locale di Mantova – abbiamo preso la decisione di rimuovere la bacheca presente in corso Vittorio Emanuele da oltre sessant’anni. Essendo impossibile risalire all’identità di chi, nell’immediato dopoguerra, avesse collocato quella struttura sul suolo pubblico, l’unica cosa che potevamo fare era quella di individuare chi, ogni mattina, appiccicava le pagine del giornale alla bacheca. Ma dopo vari appostamenti non siamo riusciti a cogliere il trasgressore sul fatto, per cui abbiamo rinunciato, ritenendo che la soluzione migliore, per evitare problemi, fosse quella di levare il tazebao”.

Insomma, tra qualche giorno la struttura, divenuta quasi un “monumento” storico della città, sarà tolta completamente. Dal Comune si affrettano a precisare che le motivazioni della decisione non sono ideologiche, ma più che altro di carattere urbanistico. La struttura, infatti, è collocata su di un edificio con vincoli storico-architettonici e in più è, secondo il consigliere comunale che ha portato avanti le proteste, fatiscente e indecorosa. Sarà. Ma prima che Forza Nuova alzasse la voce, la vicenda non era stata neppure presa in considerazione, nonostante già nel 1998 – spiegano dagli uffici della Polizia locale – fosse arrivata al Comune una segnalazione da parte di un cittadino residente nella via dove campeggia la bacheca.

“Siccome a Mantova, dal dopoguerra al 2010, ha sempre governato il centrosinistra, – spiega l’esponente di Forza Nuova – la questione è stata volutamente fatta cadere nel dimenticatoio. Ora che il centrodestra governa da un anno abbondante, forse qualche attenzione in più la vicenda della bacheca l’ha ottenuta”. Quel che è certo è che Forza Nuova, praticamente assente nel mantovano, dopo l’aggressione da parte di un ragazzo maghrebino subita l’estate scorsa da un suo militante intento a distribuire volantini contro l’immigrazione clandestina, è sempre più sul territorio. A dimostrarlo anche l’apertura di una sede nel settembre scorso.

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