Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni ha aperto a 522,69 punti e dopo essersi attestato anche a 512 punti, è tornato a viaggiare intorno a quota 520 (ora il differenziale si attesta a 516 punti base). David Riley, capo del dipartimento rating sovrani di Fitch, ha dichiarato: “La Bce deve aumentare gli acquisti di titoli di Stato di paesi come l’Italia per scongiurare la prospettiva di un collasso dell’euro. La fine della moneta unica sarebbe un cataclisma” ha dichiarato Riley, secondo il quale uno scenario simile non è da considerare impossibile nel caso l’Italia non superi i suoi problemi di debito. “E’ difficile pensare che l’Europa possa sopravvivere se l’Italia non ce la farà. E’ un paese che può essere considerato troppo importante dal punto di vista economico e politico per fallire ma si può anche ribattere che è troppo grande per essere salvato. Può essere, l’euro, salvato senza un impegno più attivo della Bce? Francamente credo di no” ha concluso Riley, che ieri aveva parlato di una “significativa probabilità” di un abbassamento del rating sovrano dell’Italia.
In giornata s’è tenuto il vertice bilaterale Mario Monti–Angela Merkel che hanno parlato del fondo salva-stati e del tema della crescita, rilanciato anche dall’incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy. I tre, si vedranno a Roma il 20 gennaio ma, per oggi, non si sono visti effetti positivi sui mercati internazionali: chiusura su cali frazionali per le piazze finanziarie europee, con Francoforte che ha ceduto lo 0,38% a 6.139,45. Parigi ha registrato un ribasso dello 0,46% a 3.195,97 e Londra ha lasciato sul terreno lo 0,66% a 5.658,84. Lisbona chiude a -0,83% a 5.509,08, mentre ha perso più di un punto percentuale Amsterdam. Il presidente del gruppo Carmignac Gestion, Edouard Carmignac, ha scritto al nuovo presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, che ha comprato una pagina del Sole 24 ore per chiedere un impegno determinante della Bce nella soluzione della crisi del debito. E che i problemi per l’Eurozona non accennino a ridursi lo rivelano Ifo, Insee e Istat che hanno comunicato: “Tenendo conto del deterioramento del clima di fiducia delle imprese emerso a partire dall’estate, ci si aspetta che l’economia dell’area euro affronti una fase recessiva a partire dal quarto trimestre 2011 per poi registrare un andamento stagnante nel secondo trimestre 2012”.