La storia delle vacanze al Pellicano, Relais & Chateau a cinque stelle di Porto Ercole, offerte da chissà chi a Carlo Malinconico nel 2007 e 2008, quando era segretario generale a Palazzo Chigi, con una indiretta competenza sugli appalti di Anemone e della cricca per i lavori dei Mondiali di nuoto a Roma.
Con i tecnici al governo per salvare l’Italia, Carlo Malinconico diventa felicemente sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Fino a che il Fatto Quotidiano e Marco Lillo non scoprono gli altarini, mettendo finalmente in moto la tanto sbandierata trasparenza di Monti.
Malinconico si paga le vacanze, dopo quattro anni, e si dimette.
Carlo, non farlo
Malinconico si chiama
colui che da sempre brama
far vacanza al Pellicano
pur se costa tanto grano.
Quando si è giù di morale
un week end sul litorale
con la vista sul Tirreno
rende l’animo sereno,
del piacere è l’abicì.
Così quando il lunedì,
come vuole il calendario,
Carlo torna segretario
generale del Palazzo,
lavorar sembra un sollazzo.
Poi, com’è come non è,
dopo un giorno, due, tre
di lavoro che frastorna,
Malinconico si torna,
con i nervi a fior di pelle
e soltanto il cinque stelle
può ridar serenità.
Così Carlo torna là,
nella magica atmosfera
al mar, il venerdì sera.
Ma il bellissimo Relais
costa un mucchio di dané –
è il miglior del litorale –
ed un povero statale
rischia di finir mendico.
Per fortuna un buon amico
cominciò a pagargli il conto.
“Io considero un affronto –
Carlo, preso dal furore,
dichiarò all’albergatore –
che qualcun paghi per me…,
e non so nemmen chi è!”
Proprio un caso alla Scajola,
con il solito pistola
che, da anonimo babbeo,
paga casa al Colosseo
o vacanze il riva al mare.
Malinconico riappare
nell’albergo tanto amato,
molte volte, interessato
a scoprire chi pagò.
Ma ogni volta che tornò
qualchedun gli pagò il conto.
Malinconico, non tonto…
che alla fin ebbe per doni
week end per venti milioni.
Poi saltò fuori la chicca
che a pagare fu la Cricca
di quegli integri monelli
di Francesco Piscicelli,
Diego Anemone e Balducci,
al fin di evitare i crucci
della serie di rovine
che son state le piscine
fatte a Roma capitale
per le gare del Mondiale.
Malinconico, però,
sempre ben si comportò
sì che il fan dell’Argentario,
fatto sottosegretario
nel governo bocconiano,
con una ramazza in mano
prese a far le pulizie,
senza più malinconie.
Ma con Monti non si scherza:
impugnata la sua sferza,
sull’illustre deretano
frustò il fan del Pellicano
che le ferie si pagò
e il governo abbandonò,
Malinconico tornando
per l’infausta messa al bando.
Grazie a un Monti men caimano,
grazie al Fatto Quotidiano
e ad un Lillo straordinario,
più pulito è l’Argentario!