Certe sinfonie hanno la stessa magia dell’Inverno, non è solo una questione di freddo e alberi di Natale e lucine intermittenti. L’Inverno è anche zenzero e cannella, e stivali e vino caldo, piumini colorati e cieli coperti. Così le sinfonie non sono altro che un incastro perfetto tra ingredienti imperfetti che da soli nemmeno li riconosceresti e invece insieme costruiscono intere galassie. Ma perché i ragazzi disertano le sale da concerto e gli auditorium e sembrano come essere immuni alla bellezza e alla magia della musica cosiddetta classica come se fosse un vezzo borghese finto-chic per cui non hanno l’abito giusto? Raggiungo telefonicamente il M. Dino Scuderi che è un compositore, un pianista e direttore d’Orchestra nonché direttore musicale di molti musical italiani (Jesus Christ Superstar, Salvatore Giuliano, di cui è l’autore e Sweeny Todd) e lavora quotidianamente con giovani e giovanissimi nella sua attività di insegnante. Lo chiamo per chiedergli proprio questo, perché la musica classica non riesce a scrollarsi di dosso questo parruccone che puzza di vecchio e non ritrova l’antica leggerezza del passato quando era il popolo (e non i critici) a decretare il successo di una composizione o di un’opera. Gli chiedo perché nessun ragazzo va più ai concerti. Lui mi risponde che uno dei motivi è Youtube. “No, ma come?” Dico io sorpresa. Ma la sua risposta è più eloquente di mille trattati sulla comunicazione e non c’è nemmeno bisogno di scomodare Lawrence Lessig per dargli ragione: “La tecnologia, oggi, permette alla gente di accedere alla cultura senza mediazioni. Non abbiamo bisogno di supporti, di preoccuparci di biglietti e parcheggi che non si trovano per ascoltare della buona musica”.
Ma allora dovrei incontrare nell’autobus ragazzi che parlano della Patetica di Cajkovskij oppure della Quinta di Mahler, invece non è proprio quello che mi capita nel 92 direzione Termini. Il Maestro Scuderi mi ferma nel pieno dei miei deliri utopistici: “E’ una questione di linguaggi. Non conoscere le cose ti preclude il piacere di gioire e sorprenderti delle cose stesse. Ma come puoi sorprenderti ascoltando Beethoven se non ne conosci anche solo minimamente il linguaggio? Io sono convinto che anche l’ultimo ragazzino della zona più degradata di una metropoli può emozionarsi ascoltando Chopin o Beethoven se qualcuno si preoccupa di aiutarlo a capire quel linguaggio. La conoscenza è alla base di tutto.”
Mi viene in mente che pochi giorni fa è andato in onda in diretta sulla Rai l’appuntamento fisso di Capodanno insieme agli abbacchi e ai panettoni: Il Concerto di Capodanno alla Fenice di Venezia; che, insieme alla trasmissione di Bollani e a qualche tentativo pedagogico della Rai, è l’unico spiffero di musica classica che riesce a penetrare nelle case di ogni vicolo sperduto d’Italia (visto che nelle Scuole… ma vabbé questa è un’altra storia… ne riparleremo). Non ho mai visto di buon occhio il Concerto di Capodanno, l’ho sempre vista come una tradizione inutile e anche un po’ ripetitiva (“Libiam ne’ lieti calici” ormai mi esce dalle orecchie a mo’ di tappo di spumante… Non la posso sentire più!). “Certo che non basta il Concerto di Capodanno” mi rincuora il Maestro Scuderi che lo sa che sono una specie di miccia pronta a esplodere sulle istituzioni e le elite, “ Però è una bella tradizione: cominciare un nuovo anno con la musica! Sicuramente bisognerebbe dare ampio spazio all’arte che l’unica cosa che può sviluppare il senso di valutazione della stessa. Ma per valutare bisognerebbe conoscere e non si conosce niente che non si ami e per amare serve tuffarsi. Nelle cose, nelle persone, nelle canzoni nelle sinfonie…”.
“Cosa dirigeresti se avessi la possibilità di dirigere un’orchestra domani, in un grande auditorium?”, Il Maestro Scuderi non ci pensa più di tanto: “Tra tante sceglierei sicuramente “Quadri da un’Esposizione” di Musorgskij nell’orchestrazione di Ravel. Una delle prime opere che ho ascoltato da bambino e che mi ha sempre impressionato”.
Vorrei convincere il mondo intero, ogni uomo, donna, bambino e coglione qualsiasi che non c’è bisogno di tubini neri, giacche di cachemire e decollete rosse. Che la musica è nostra e dovremmo riprendercela a suon di fischi ai tromboni eruditi e applausi sonori a chi sa emozionarci. L’emozione, però, è come l’Inverno, non è solo questione di freddo e guanti di pelle e cappelli di lana cotta. L’Inverno è anche cioccolata e whisky sottocoperta e sigarette fumate dal vento. Così come l’emozione non è solo conoscenza, è mistero, e stupore, e incoscienza. Ma l’Inverno è anche saldi e ponti dell’Epifania. E poi i tubini neri li danno al cinquanta per cento. Aspetta non ti sento!!!! Scusami un attimo che mi sposto che qui c’è una Signora che ha perso il bambino e stanno urlando dagli altoparlanti… Non ho capito bene…. No scusa è che vado di fretta ho un aperitivo con i colleghi e sono in ritardo… Che cosa dicevi a proposito di un concerto qui dietro???
Anna Caragnano
Cantautrice
Cultura - 11 Gennaio 2012
La musica è nostra, riprendiamocela
Certe sinfonie hanno la stessa magia dell’Inverno, non è solo una questione di freddo e alberi di Natale e lucine intermittenti. L’Inverno è anche zenzero e cannella, e stivali e vino caldo, piumini colorati e cieli coperti. Così le sinfonie non sono altro che un incastro perfetto tra ingredienti imperfetti che da soli nemmeno li riconosceresti e invece insieme costruiscono intere galassie. Ma perché i ragazzi disertano le sale da concerto e gli auditorium e sembrano come essere immuni alla bellezza e alla magia della musica cosiddetta classica come se fosse un vezzo borghese finto-chic per cui non hanno l’abito giusto? Raggiungo telefonicamente il M. Dino Scuderi che è un compositore, un pianista e direttore d’Orchestra nonché direttore musicale di molti musical italiani (Jesus Christ Superstar, Salvatore Giuliano, di cui è l’autore e Sweeny Todd) e lavora quotidianamente con giovani e giovanissimi nella sua attività di insegnante. Lo chiamo per chiedergli proprio questo, perché la musica classica non riesce a scrollarsi di dosso questo parruccone che puzza di vecchio e non ritrova l’antica leggerezza del passato quando era il popolo (e non i critici) a decretare il successo di una composizione o di un’opera. Gli chiedo perché nessun ragazzo va più ai concerti. Lui mi risponde che uno dei motivi è Youtube. “No, ma come?” Dico io sorpresa. Ma la sua risposta è più eloquente di mille trattati sulla comunicazione e non c’è nemmeno bisogno di scomodare Lawrence Lessig per dargli ragione: “La tecnologia, oggi, permette alla gente di accedere alla cultura senza mediazioni. Non abbiamo bisogno di supporti, di preoccuparci di biglietti e parcheggi che non si trovano per ascoltare della buona musica”.
Ma allora dovrei incontrare nell’autobus ragazzi che parlano della Patetica di Cajkovskij oppure della Quinta di Mahler, invece non è proprio quello che mi capita nel 92 direzione Termini. Il Maestro Scuderi mi ferma nel pieno dei miei deliri utopistici: “E’ una questione di linguaggi. Non conoscere le cose ti preclude il piacere di gioire e sorprenderti delle cose stesse. Ma come puoi sorprenderti ascoltando Beethoven se non ne conosci anche solo minimamente il linguaggio? Io sono convinto che anche l’ultimo ragazzino della zona più degradata di una metropoli può emozionarsi ascoltando Chopin o Beethoven se qualcuno si preoccupa di aiutarlo a capire quel linguaggio. La conoscenza è alla base di tutto.”
Mi viene in mente che pochi giorni fa è andato in onda in diretta sulla Rai l’appuntamento fisso di Capodanno insieme agli abbacchi e ai panettoni: Il Concerto di Capodanno alla Fenice di Venezia; che, insieme alla trasmissione di Bollani e a qualche tentativo pedagogico della Rai, è l’unico spiffero di musica classica che riesce a penetrare nelle case di ogni vicolo sperduto d’Italia (visto che nelle Scuole… ma vabbé questa è un’altra storia… ne riparleremo). Non ho mai visto di buon occhio il Concerto di Capodanno, l’ho sempre vista come una tradizione inutile e anche un po’ ripetitiva (“Libiam ne’ lieti calici” ormai mi esce dalle orecchie a mo’ di tappo di spumante… Non la posso sentire più!). “Certo che non basta il Concerto di Capodanno” mi rincuora il Maestro Scuderi che lo sa che sono una specie di miccia pronta a esplodere sulle istituzioni e le elite, “ Però è una bella tradizione: cominciare un nuovo anno con la musica! Sicuramente bisognerebbe dare ampio spazio all’arte che l’unica cosa che può sviluppare il senso di valutazione della stessa. Ma per valutare bisognerebbe conoscere e non si conosce niente che non si ami e per amare serve tuffarsi. Nelle cose, nelle persone, nelle canzoni nelle sinfonie…”.
“Cosa dirigeresti se avessi la possibilità di dirigere un’orchestra domani, in un grande auditorium?”, Il Maestro Scuderi non ci pensa più di tanto: “Tra tante sceglierei sicuramente “Quadri da un’Esposizione” di Musorgskij nell’orchestrazione di Ravel. Una delle prime opere che ho ascoltato da bambino e che mi ha sempre impressionato”.
Vorrei convincere il mondo intero, ogni uomo, donna, bambino e coglione qualsiasi che non c’è bisogno di tubini neri, giacche di cachemire e decollete rosse. Che la musica è nostra e dovremmo riprendercela a suon di fischi ai tromboni eruditi e applausi sonori a chi sa emozionarci. L’emozione, però, è come l’Inverno, non è solo questione di freddo e guanti di pelle e cappelli di lana cotta. L’Inverno è anche cioccolata e whisky sottocoperta e sigarette fumate dal vento. Così come l’emozione non è solo conoscenza, è mistero, e stupore, e incoscienza. Ma l’Inverno è anche saldi e ponti dell’Epifania. E poi i tubini neri li danno al cinquanta per cento. Aspetta non ti sento!!!! Scusami un attimo che mi sposto che qui c’è una Signora che ha perso il bambino e stanno urlando dagli altoparlanti… Non ho capito bene…. No scusa è che vado di fretta ho un aperitivo con i colleghi e sono in ritardo… Che cosa dicevi a proposito di un concerto qui dietro???
RIVOLUZIONE YOUTUBER
di Andrea Amato e Matteo Maffucci 14€ AcquistaArticolo Precedente
Interessa a qualcuno l’intercultura?
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Tredici anni senza
De André
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Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".