Monti alla Merkel: “Se non vi muovete, in Italia prevarranno i populisti”. Insomma, siamo un paese poco serio; detto davanti a tutta l’Europa. Grazie! Ma le cose stanno diversamente.
Avendo messo i propri conti in ordine, ci sono tre richieste limpide, moderate, che l’Italia dovrebbe fare alla Merkel, per risolvere la crisi Europea a costo zero e con benefici per tutti. 1) L’azzeramento degli spread. 2) Il rilancio della domanda . 3) Il riequilibrio delle situazioni competitive intra-EU.
Tutto il mondo (Obama, G20, FMI) fa queste richieste all’Europa. L’Italia, no.
Gli Eurocrati, la BCE, le destre nord europee si sono a lungo opposti a quelle politiche, con il malfermo supporto intellettuale dei Chicago Boys: un poker d’assi! E una martellante campagna mediatica. Con quali obiettivi? Dare una lezione memorabile ai paesi indebitati? Acquisirne gli asset a poco prezzo? Imporre le riforme strutturali? Difendere ad oltranza un paradigma rivelatosi inadeguato, ma che risponde alle ansie profonde dei tedeschi, e sul quale è stato costruito l’Euro?
Comunque sia, se non si cambia, nel 2012 il conto per gl’italiani sarà salato: 80 mld di maggiore debito pubblico, 50 mld di minore valore aggiunto (redditi), 60 miliardi di nuovi debiti con l’estero, 150 miliardi in meno di ricchezza immobiliare. Perdite incalcolabili di capitale umano (2,6 milioni di disoccupati e altri 2,7 milioni di scoraggiati). E lascio da parte i grandi rischi: default, Eurogeddon, ecc.
Fra i pretesti invocati per non chiudere la crisi finanziaria c’è la legalità: lo Statuto della Bce impedisce di azzerare gli spread? L’ufficio legale della BCE avrebbe risposto: “I Trattati non sono chiari”. Quindi la decisione è tutta politica.
La Bce tiene a galla i titoli italiani sui mercati con i suoi acquisti: ha senso nei casi di insolvenza. Ma costa (la Merkel può accusarci di spendere i soldi dei suoi elettori), e mantiene gli spread a livelli da usura. L’Italia però ha i conti in ordine: soffre una mera crisi di liquidità. Basterebbe perciò gestire le aspettative, affinché si auto-realizzi lo scenario virtuoso. Come? Chi può (solo la Bce) garantisca i titoli: nei modi giusti e con le giuste salvaguardie. Il prezzo? Accettare la lezione della crisi, rendere più funzionale una malintesa indipendenza della banca centrale.
Il nuovo Trattato Europeo, chiesto dalla Germania, prevede – se un paese non rispetta il nuovo Patto di Stabilità – cessioni di sovranità iper-intrusive, senza precedenti. Al confronto, la condizionalità del Fmi è uno scherzo (c’è sempre prima un negoziato, poi un voto del Parlamento). Ma per quanto insensato (la crisi ha causato i debiti pubblici, non viceversa), il Trattato avrebbe un interesse per l’Italia se aprisse la strada alla garanzia di ultima istanza della Bce. (La Bce potrebbe anche solo limitare gli spread in funzione del grado di rettitudine fiscale strutturale del paese. P.es. se garantisce “il 98%” di un titolo annuale, pone un tetto di 200 bp = 2% agli spread). Invece?
Monti è stato chiamato per salvare l’Italia dalla crisi. Ha detto: “Accetto se mi fate fare le liberalizzazioni”. Poteva dire “la lotta all’inquinamento” o “salvare Pompei”: avremmo accettato comunque. Ha applicato le solite ricette europee, pigiando sul 2012 invece che sul lungo termine, e … la recessione si accentua, gli obiettivi di bilancio si allontanano, gli spread non calano! Vabbè. Ma poiché la manovra “salva Italia” non salva l’Italia, ora Monti parla di fase due la crescita, si appella ai mercati, alza la voce in Europa. Tutto bene? Non proprio: i contenuti non corrispondono alle posture. Monti sta chiedendo all’Europa di cambiare solo dei dettagli?! Le sue tesi paiono essere:
Contro gli spread usiamo gli Eurobond e l’Efsf – Non funziona! Non basta! Déjà vu! I governi d’Europa non possono garantire 9000 mld di debiti europei: la garanzia non è credibile; gli spread non calano. E la redistribuzione dai paesi nordici a quelli periferici non è politicamente insostenibile. E noi diventiamo sempre più ricattabili. E gli Eurobond servirebbero invece per finanziare la crescita!
La Bce deve restare indipendente. Sì, ma in eurocratese significa: non intervenga sugli spread.
Anche l’Europa faccia la sua parte (sottinteso: di austerità) = Aggravate la recessione!
Anche l’Europa faccia riforme strutturali. Al disoccupato italiano non interessa: ma interessa molto all’ex Commissario Ue alla Concorrenza. Quale agenda persegue Monti?
E tanti altri comodi equivoci. Le liberalizzazioni alimentano la crescita: solo nel lungo termine, e quando c’è piena occupazione. In Europa non basta chiedere per ottenere: ma almeno, chiediamo! “E’ ora di andare in Europa a battere i pugni sul tavolo” (Bersani). Cosa vuol dire? Innanzitutto, che nessuno ci obbliga a firmare un nuovo Trattato Europeo che non da risposte alla crisi, non modifica lo Statuto Bce, ecc: l’Spd tedesca, i verdi, i socialisti francesi hanno già detto no; e il Pd? In secondo luogo, si dica a Merkel: “Non ci faremo cucinare a fuoco lento da spread maggiori di 200 bp. Persi per persi, noi andiamo al default: sarà dura … anche per voi!”. Il poker d’assi si batte con una … Smith and Wesson!
Monti avverte: “Rischio crescita anti-europeisti”. Io sono stato, e sempre sarò, europeista. Ma questa non è la mia Europa. Anch’io credo nella “democrazia sociale di mercato”: strano come le parole possano avere un senso diverso, a seconda di chi le usa. Le liberalizzazioni verranno fatte per decreto: dove sono i requisiti d’urgenza? Perché il Parlamento ancora non conosce le posizioni del governo nel negoziato europeo? Anche il Trattato Europeo si farà per decreto?
Ps: aggiornamento delle ore 16:34 – Alcuni giornali riportano voci secondo le quali la Merkel starebbe per dare il via al finanziamento dell’EMS da parte della Bce. I mercati hanno reagito con euforia. Nel comunicato ufficiale, in realtà, non c’è nulla, e io prima di credere alle favole voglio vedere cammello. Se fosse vero, sarebbe una svolta. Ragione di più per continuare a stimolare il governo italiano.