Il ticket per entrare nel centro di Milano non è un’anomalia. Al contrario, è anomalo che il precedente sindaco, non per niente proveniente da famiglia di petrolieri, avesse esentato alcune categorie di auto, tipo i Suv di ultima generazione, perché rientravano in una categoria ritenuta meno inquinante (ma non meno ingombrante) .
Qualsiasi città europea ben amministrata ha limitato la circolazione delle auto nel centro (e non solo). E’ un problema culturale, più che politico. Io credo che la libertà del singolo (nella fattispecie di usare la propria auto) deve avere un limite nell’interesse comune. L’aria è un bene limitato. Lo spazio anche. Se uno inquina l’aria e occupa spazio (le auto provocano ingorghi e vanno parcheggiate) è giusto che paghi perché sta usando un bene comune limitato. Con questi soldi una buona amministrazione provvederà poi ad aumentare il servizio pubblico, la pulizia delle strade, la manutenzione eccetera.
Ho vissuto anni a Milano e conosco persone – tante – che usano la macchina per spostamenti di tre o quattro isolati. Accompagnano i figli a scuola e poi vanno a lavorare, o a fare la spesa, tutto dentro il quartiere, come se l’auto fosse un’appendice del corpo. Privarli di questa preziosa propaggine è considerato atto di lesa maestà. Una indecente limitazione della libertà personale. Ti rispondono: la macchina è mia e la uso come mi pare. Farebbero prima a girare in bicicletta o con i mezzi. Ma è una questione culturale: tram e metropolitane sono percepiti come mezzi di trasporto popolare, da immigrati, da studenti e da chi non può permettersi di usare la macchina.
I residenti nel centro storico, la crème de la crème della sobria borghesia milanese, sta usando contro Pisapia slogan molto poco sobri: non vogliamo pagare per poter tornare a casa. E perché? Con questo ragionamento il barista che viene da fuori Milano potrebbe obiettare che neppure lui vuole pagare per andare a lavorare. E così tutti gli altri: commercianti, impiegati, imbianchini, fattorini eccetera. E’ il solito, perenne, problema dell’Italia. A questo punto nessuno paga, tutti usano la macchina, la città diventa una camera a gas più di quanto lo è già, il traffico si blocca. Ognuno fa un po’ come gli pare, sperando di essere più furbo o privilegiato di un altro. Uno scenario da città del terzo mondo più che da moderna metropoli europea.
A Londra non solo si paga la famosa Congestion Charge alla quale Area C si ispira (10 sterline ossia 12 euro, contro i 5 di milano). Ma i residenti pagano anche il diritto a parcheggiare nelle strade dove risiedono. Le tariffe variano a seconda dalla zona, della cilindrata della macchina e dell’anno di immatricolazione. Si può richiedere un unico permesso per abitazione, producendo contratto di proprietà o di affitto. Secondo un principio economico di utilità marginale della rendita di posizione, il prezzo è decrescente più ci si allontana da Central London.
E non venite a obiettare che a Milano non ci sono mezzi pubblici efficienti e quindi la macchina è l’unica alternativa. Sono obiezioni demagogiche e populiste. Il circolo vizioso va spezzato, prima o poi. Certo, se si continua a boicottare ogni iniziativa per limitare il traffico, difficile poi che un autobus arrivi puntuale e non rimanga imbottigliato. Sapete quanto cosa un abbonamento mensile alla Metropolitana a Londra? Da un minimo di 112 sterline (solo per le zone centrali) a un massimo di 291 (per chi fa lunghi spostamenti). Diciamo una media di 180 sterline al mese. Circa 200 euro. Le tariffe annuli variano da un minimo di 1,168 sterline a un massimo di 3,040. Sapete quante linee di metropolitana a Milano si potrebbero costruire se a Milano si applicassero le stesse tariffe, i residenti pagassero per parcheggiare sotto casa e i non residenti per entrare in città?
Ps. il biglietto singolo, fuori abbonamento, costa 4 sterline (5 euro) e lo stesso costa un’ora di parcheggio. Per fare una commissione con la macchina in Central London si spendono in media 18 sterline (circa 22 euro): 10 di Congestion Charge, e due ore di parcheggio.