Un estratto del libro dell'umorista napoletano Pino Imperatore e i racconti di due magistrati antimafia recensiti da Alessandro Leogrande stimolano la riflessione sulla pervasività dei fenomeni di criminalità organizzata nel Mezzogiorno. E non solo
“Non si chiama pizzo, ma contributo per la sicurezza”. Con queste parole il boss della camorra ‘O Tarramoto redarguisce il giovane scugnizzo Tonino Esposito. Nessuna ripresa video del Rione Sanità di Napoli, ma solo un estratto di un libro appena uscito scritto dall’umorista Pino Imperatore, Benvenuti in casa Esposito. Le avventure tragicomiche di una famiglia di camorristi (Giunti. 2012), di cui pubblicheremo un piccolo assaggio. Il 41enne scrittore partenopeo racconta la camorra con ironia, tracciando nelle sue pagine le linee di una quotidianità pericolosa.
A raccogliere simbolicamente l’assist di Imperatore sulle pagine di Saturno è il giornalista Alessandro Leogrande con due recensioni: Dentro la Giustizia (L’ancora del mediterrano, 2011) di Raffaello Magi e La mafia innominabile di Domenico Scaccia (La Meridiana, 2011). Il primo libro è la testimonianza diretta del giudice del processo Spartacus che ha portato all’ergastolo dei capi del clan dei casalesi, il secondo racconta la storia di una delle organizzazioni criminali meno note: la “mafia del Gargano”. In entrambi i casi la penna è quella di un magistrato, che diventa narratore della sua vicenda e delle implicazioni sociali e culturali.
E poi, come ogni settimana, vi aspettano recensioni di libri ed eventi culturali, le pagine multimediali di Saturno 2.0 e le rubriche di Antonio Armano, Alessandro Bergonzoni, Gianni Canova, Marco Filoni e Camilla Tagliabue.
Infine, chi pungerà la vespa di Riccardo Chiaberge?