Intervistato a 'Che tempo che fa', l'ex ministro dell'Interno annuncia che il partito alle prossime amministrative andrà da solo e rilancia la necessità di riunire il Federale "perché lo chiedono i militanti"
A Fazio, Maroni ha così riassunto quanto accaduto negli ultimi due giorni. “E’ successa una cosa strana, ho ricevuto una telefonata che mi diceva che non potevo più incontrare gli elettori. Mi sono sentito strano. Una specie di fatwa, mi sono sentito tradito. Non so da dove sia arrivato, chi l’ha ispirato. Forse nella Lega c’è qualcuno a cui non sono molto simpatico ai piani alti. Poi è successa una cosa straordinaria: ho ricevuto oltre 200 inviti, che onorerò tutti, mi hanno riempito di affetto, mi sono commosso. Una reazione imprevista. Che ha dimostrato quanto affetto ci sia nei miei confronti, considerato un dirigente un partito. E questa reazione spontanea ha spinto Bossi a ritirare un provvedimento che io ritengo ingiusto”, ha detto. Poi ha sottolineato la necessità di andare a congresso. “Condivido la richiesta di fare il congresso arrivato con forza dalla base e dai militanti che mi esprimevano affetto. Il congresso è una via importante e giusta perché è la via della democrazia interna”, ha detto.
Infine la volontà di superare la rottura. “La Lega è la mia casa, il mio partito da sempre e spero per sempre. Domenica sarò a Milano e anche se ancora non conosco l’organizzazione penso che parlerò” dal palco. Domenica 22, infatti, ci sarà la manifestazione in piazza Duomo organizzata dal Carroccio contro l’operato del governo Monti. Ma l’evento potrebbe essere cancellato proprio a causa della spaccatura. Perché ormai esistono due leghe: una di Bossi e l’altra di Maroni.