Raggio metacentrico. Momento di raddrizzamento. Doppia carena. Termini tecnici, che i passeggeri di una nave non conoscono. Eppure la loro vita dipende da quei numeri, perché significano capacità di non inclinarsi (rendendo il salvataggio meno drammatico di come è successo al Giglio), di non capovolgersi e di resistere agli urti. Il disastro di ieri mette sotto processo i grattacieli del mare (tutti, non solo la Costa Concordia): alti fino a 70 metri, come palazzi di 25 piani. La parte emersa è enormemente più grande di quella immersa. La nave è più comoda, più spaziosa, ma meno stabile. “Una nave da crociera di ultima generazione ha un raggio meta-centrico di un metro. Un decimo di una nave militare”, racconta un esperto. In pratica significa che i colossi del mare con migliaia di passeggeri hanno minore stabilità (perfino dei transatlantici di mezzo secolo fa). Dubbi che gli studiosi avanzano da anni. Non solo: una nave alta è più esposta al vento. Proprio la Costa Concordia in un giorno di burrasca del novembre 2008 urtò il molo del porto di Palermo, squarciandosi la prua.
Andiamo al Giglio dove gli inquirenti sono al lavoro. E dove, nonostante le proporzioni della tragedia, le autorità del Governo non si sono viste. Né sentite. Ma che cosa è successo ieri notte al largo dell’isola? “Scafi come questi sono progettati per resistere agli urti più violenti. Ci sono paratie stagne ogni dieci, venti metri. Ma lo squarcio della Concordia sembra lungo 70-80 metri, pare aver interessato tre, quattro compartimenti della nave. Le paratie non sono state sufficienti”, riflette Riccardo Damonte, perito navale dello studio Ansaldo di Genova, uno dei più prestigiosi del mondo. I suoi esperti sono consulenti della Costa e già ieri erano al Giglio.
Ma perché la nave è finita sugli scogli? Un black-out del sistema di navigazione? “Difficile, navi come queste hanno sistemi ridondanti, se uno si rompe ne interviene un altro. Ci sono generatori autonomi che consentono di alimentare sempre le attrezzature”. E se lo scoglio non fosse stato indicato sulle carte? “Molto strano, sono aggiornate in continuazione. La risposta arriverà dalle indagini”. Ma i dubbi sui grattacieli del mare restano. Basta guardare i dati della Costa Concordia, una nave moderna, ultimata nel 2005 (i superstiziosi, che nel mondo della marineria abbondano, ricordano che al varo la bottiglia lanciata contro lo scafo non si ruppe): 114. 147 tonnellate di stazza, 292 metri di lunghezza, 52 di altezza. Per non dire delle 1. 500 cabine, dei 5 ristoranti, dei 13 bar. Una città galleggiante: l’ammiraglia Costa era capace di portare 4. 880 persone (3. 780 passeggeri e 1. 100 membri dell’equipaggio).
Certo, ci sono sistemi di salvataggio molto avanzati, ma l’evacuazione di cinquemila persone è un’impresa, soprattutto se la nave sta affondando. Che differenza rispetto ai modelli del passato! La Michelangelo (uscita dai cantieri di Sestri Ponente come la Costa Concordia) era alta poco più della metà. Portava 2. 500 persone. Ma poi ha vinto il modello “americano”, studiato per croceristi a stelle e strisce. Addio alla sobria eleganza delle navi italiane, si punta sui casinò galleggianti. Bastava visitare i saloni della Costa Concordia (e delle concorrenti) per rendersene conto: ecco il salone centrale, decine di lampadari di cristallo, luci verdi, rosse e blu, specchi ovunque. Poi il centro benessere di 2. 100 metri quadrati, le 4 piscine. Le vetrate tanto vicine alla poppa e alla prua per far godere il panorama. Sulla Michelangelo era tutto diverso, doveva affrontare le onde di trenta metri dell’Atlantico.
Oggi no, le nuove navi non amano le tempeste, le evitano grazie alla strumentazione avanzata. Spiega Damonte: “Le navi da crociera rispettano norme della navigazione severe come mai. E la Costa Concordia era all’avanguardia”. Ma transatlantici e traghetti così alti rischiano di essere meno stabili delle altre navi? “Sono sicuri. È vero, il raggio metacentrico di solito va da un metro a un metro e mezzo. Petroliere e navi cisterna arrivano a sette”. Perché? “Per ragioni di comfort”. Una nave che “sente” più le onde presenta meno rischi di ribaltamento. Una corvetta militare, che ha un raggio di 10 metri, risente di rollio e beccheggio, ma difficilmente si capovolge”. Già, il comfort, ma anche il bisogno di costruire navi con saloni degni di una reggia e capaci di trasportare cinquemila persone. O si allungano o si aumenta l’altezza. E poi c’è la questione del doppio scafo, se cede il primo, resta sempre il secondo: “Nessuna nave da crociera ce l’ha”, spiega Damonte. Perché? “Toglierebbe spazio per motori e passeggeri. Ce l’hanno solo petroliere e navi cisterna, ma per evitare fuoriuscite di greggio”. Sarà l’indagine a dire perché la Concordia è andata contro gli scogli. Ma se avesse avuto il doppio scafo probabilmente non avrebbe imbarcato tanta acqua. E se fosse stata più bassa, non si sarebbe inclinata così. Ma l’ammiraglia Costa è destinata alla rugine? “Ci vorranno mesi per rimuoverla dal Giglio”, racconta Massimo Gronda dello studio Ansaldo, “Niente rimorchiatori, sarebbe impossibile. Dovrà essere resa di nuovo stagna. Poi la si farà galleggiare. Alla fine potrebbe anche tornare a navigare”.
da Il Fatto Quotidiano del 15 gennaio 2012
Cronaca
Navi da crociera troppo alte rispetto allo scafo
Più lusso e comfort, meno sicurezza
I "grattacieli" del mare sono alti fino a 70 metri: la parte emersa è enormemente più grande di quella immersa. Per rimuovere la Costa Concordia ci vorranno mesi: dovrà essere resa di nuovo stagna, poi la si farà galleggiare. Alla fine potrebbe anche tornare a navigare
Andiamo al Giglio dove gli inquirenti sono al lavoro. E dove, nonostante le proporzioni della tragedia, le autorità del Governo non si sono viste. Né sentite. Ma che cosa è successo ieri notte al largo dell’isola? “Scafi come questi sono progettati per resistere agli urti più violenti. Ci sono paratie stagne ogni dieci, venti metri. Ma lo squarcio della Concordia sembra lungo 70-80 metri, pare aver interessato tre, quattro compartimenti della nave. Le paratie non sono state sufficienti”, riflette Riccardo Damonte, perito navale dello studio Ansaldo di Genova, uno dei più prestigiosi del mondo. I suoi esperti sono consulenti della Costa e già ieri erano al Giglio.
Ma perché la nave è finita sugli scogli? Un black-out del sistema di navigazione? “Difficile, navi come queste hanno sistemi ridondanti, se uno si rompe ne interviene un altro. Ci sono generatori autonomi che consentono di alimentare sempre le attrezzature”. E se lo scoglio non fosse stato indicato sulle carte? “Molto strano, sono aggiornate in continuazione. La risposta arriverà dalle indagini”. Ma i dubbi sui grattacieli del mare restano. Basta guardare i dati della Costa Concordia, una nave moderna, ultimata nel 2005 (i superstiziosi, che nel mondo della marineria abbondano, ricordano che al varo la bottiglia lanciata contro lo scafo non si ruppe): 114. 147 tonnellate di stazza, 292 metri di lunghezza, 52 di altezza. Per non dire delle 1. 500 cabine, dei 5 ristoranti, dei 13 bar. Una città galleggiante: l’ammiraglia Costa era capace di portare 4. 880 persone (3. 780 passeggeri e 1. 100 membri dell’equipaggio).
Certo, ci sono sistemi di salvataggio molto avanzati, ma l’evacuazione di cinquemila persone è un’impresa, soprattutto se la nave sta affondando. Che differenza rispetto ai modelli del passato! La Michelangelo (uscita dai cantieri di Sestri Ponente come la Costa Concordia) era alta poco più della metà. Portava 2. 500 persone. Ma poi ha vinto il modello “americano”, studiato per croceristi a stelle e strisce. Addio alla sobria eleganza delle navi italiane, si punta sui casinò galleggianti. Bastava visitare i saloni della Costa Concordia (e delle concorrenti) per rendersene conto: ecco il salone centrale, decine di lampadari di cristallo, luci verdi, rosse e blu, specchi ovunque. Poi il centro benessere di 2. 100 metri quadrati, le 4 piscine. Le vetrate tanto vicine alla poppa e alla prua per far godere il panorama. Sulla Michelangelo era tutto diverso, doveva affrontare le onde di trenta metri dell’Atlantico.
Oggi no, le nuove navi non amano le tempeste, le evitano grazie alla strumentazione avanzata. Spiega Damonte: “Le navi da crociera rispettano norme della navigazione severe come mai. E la Costa Concordia era all’avanguardia”. Ma transatlantici e traghetti così alti rischiano di essere meno stabili delle altre navi? “Sono sicuri. È vero, il raggio metacentrico di solito va da un metro a un metro e mezzo. Petroliere e navi cisterna arrivano a sette”. Perché? “Per ragioni di comfort”. Una nave che “sente” più le onde presenta meno rischi di ribaltamento. Una corvetta militare, che ha un raggio di 10 metri, risente di rollio e beccheggio, ma difficilmente si capovolge”. Già, il comfort, ma anche il bisogno di costruire navi con saloni degni di una reggia e capaci di trasportare cinquemila persone. O si allungano o si aumenta l’altezza. E poi c’è la questione del doppio scafo, se cede il primo, resta sempre il secondo: “Nessuna nave da crociera ce l’ha”, spiega Damonte. Perché? “Toglierebbe spazio per motori e passeggeri. Ce l’hanno solo petroliere e navi cisterna, ma per evitare fuoriuscite di greggio”. Sarà l’indagine a dire perché la Concordia è andata contro gli scogli. Ma se avesse avuto il doppio scafo probabilmente non avrebbe imbarcato tanta acqua. E se fosse stata più bassa, non si sarebbe inclinata così. Ma l’ammiraglia Costa è destinata alla rugine? “Ci vorranno mesi per rimuoverla dal Giglio”, racconta Massimo Gronda dello studio Ansaldo, “Niente rimorchiatori, sarebbe impossibile. Dovrà essere resa di nuovo stagna. Poi la si farà galleggiare. Alla fine potrebbe anche tornare a navigare”.
da Il Fatto Quotidiano del 15 gennaio 2012
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Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".