E’ stato fermato in Ungheria uno dei due nomadi sospettati dell’omicidio di Niccolò Savarino, il vigile travolto e ucciso a Milano l’11 gennaio. Si chiama Goico Jovanovic, anche se sulla sua identità sono in corso accertamenti per via dei suoi numerosi alias. Il nomade, 24 anni, si trovava nella località di Kelebia, sul confine tra l’Ungheria e la Serbia, che voleva raggiungere per poi fuggire in Sudamerica. Il mandato di cattura europeo spiccato contro di lui dalla Procura di Milano lo accusa di omicidio aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.
Secondo gli inquirenti, Jovanovic stava alla guida del suv investitore e quindi portrebbe la responsabilità maggiore nell’omicidio. Il fermo è stato operato dagli investigatori della Squadra mobile del capoluogo lombardo. L’uomo era riuscito a lasciare l’Italia, a quanto si sa in treno, subito dopo l’episodio accaduto nel quartiere periferico della Bovisa.
Ampio curriculum criminale del fermato: truffe, altri reati e svariate identità false, tanto che si stanno ancora sviluppando accertamenti per risalire ai suoi veri dati anagrafici. Dai primi accertamenti risulta avere 24 anni e un passaporto tedesco, anche se è di origine serbo-croata. Trattenuto per un controllo dalla polizia di frontiera ungherese mentre cercava di passare in Serbia, ha fornito una delle sue identità fittizie, ma a tempo di record è giunto il mandato di arresto europeo con gli estremi per identificarlo, prima che potesse essere rilasciato. Jovanovic risiedeva a Busto Arsizio (Varese) ma secondo gli investigatori gravitava a Milano dove frequentava bande di truffatori seriali.
Non ci sono al momento altri ricercati, hanno spiegato gli investigatori in una conferenza stampa in Questura. C’è l’ipotesi che Jovanovic fosse in auto da solo. “Andranno ancora svolte indagini perché, dal punto di vista probatorio, la vicenda ha contorni ancora da chiarire, ma in questo momento gli elementi raccolti consentono di dichiarare che fosse lui”, hanno affermato ancora gli uomini della Squadra mobile.
Il fermato dovrebbe essere consegnato alle autorità italiane entro tre o quattro giorni. L’ordine di custodia cautelare in carcere e il mandato di cattura europeo sono stati firmati dal gip di Milano Giuseppe Vanore, su richiesta del pm Mauro Clerici.