Alagna Valsesia e Riva Valdobbia. Fino a pochi anni addietro due splendide località Walser, ancora ben conservate, poste alla testata della Valle del Fiume Sesia, famoso in tutto il mondo per il suo splendido corso “votato” (non mi piace ma si usa) alle attività acquatiche dolci (kayak, hydrospeed, rafting, canyoning). E ad Alagna qualche impianto di risalita che, tutto sommato, si inseriva ancora bene nell’ambiente naturale, e anzi attirava free-rider da tutta Europa.
Insomma, c’erano tutte, ma proprio tutte le caratteristiche per quel turismo che oggi si definisce “sostenibile”. In più, per escursionisti e alpinisti, anche un bel Parco regionale, il Parco Naturale dell’Alta Valsesia, appunto.
Ma ecco che un giorno arriva la “Banda Bassotti”, sotto forma di:
1) collegamento scioviario tra Alagna e Gressoney, in Val d’Aosta, fortemente voluto da quest’ultima, e già ormai realizzato. Nuovi impianti in zone glaciali particolarmente sensibili che hanno sollevato non poche perplessità, anche perché vi ci voglio poi vedere soprattutto fare sci estivo con l’arretramento dei ghiacciai che è in atto. Ma tant’è…
2) “Maximostro n. 1” di Alagna Valsesia (24.000 metri cubi, 300 mini alloggi case vacanza), di prossima realizzazione. In un paese con ancora una struttura armonica, ecco calarsi come un’astronave una struttura gigantesca che nulla ha a che vedere né con la cultura, né con l’architettura locale;
3) “Maximostro n. 2”, a Riva Valdobbia (Località Miniere) (31.000 metri cubi di mega struttura ricettivo-turistica e commerciale), attualmente in fase di approvazione in sede di Consiglio comunale. Evidente il desiderio dell’amministrazione di non voler essere da meno rispetto al contiguo comune di Alagna!
4) Autodromo su ghiaccio, sempre a Riva Valdobbia, funzionante dall’inizio della stagione invernale 2007/2008. Nella piana di Riva con la stupenda visione della parete valsesiana del Monte Rosa i locali possono così oggi fregiarsi, forse unici in tutto l’arco alpino, di un impianto motoristico, come potete ben immaginare pienamente inserito nel contesto montano e, tra l’altro, in parte sul greto dello splendido fiume;
Nel 2007, motore la stanchezza di vedere il progressivo degrado del territorio nativo, nasce un comitato per la sua salvaguardia. Si chiama “Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile”. Sono tante, centinaia di persone del luogo che non ci stanno proprio ad assistere allo scempio e che, con metodi urbani, operano presso le pubbliche amministrazioni, e denunciano sugli organi di informazione la strada sbagliata che l’Alta Valsesia sta prendendo, memori di una celebre frase dell’abate valdostano Aimé Gorret che nella seconda metà dell’Ottocento scriveva: “Un viaggiatore che parta per la montagna lo fa perché cerca la montagna, e credo che rimarrebbe assai contrariato se vi trovasse la città che ha appena lasciato”.
L’attivissimo portavoce del Comitato è Alessandro Sbragia.
Chi vuole sostenere la loro sacrosanta battaglia può firmare qui.
Qui finisce il post.
Ah, no, scusate, dimenticavo, nella notte dell’Epifania, l’auto di Alessandro Sbragia è stata data alle fiamme…
Nella foto di Alessandro Sbragia antica case Walser ad Alagna (clicca qui per ingrandire)