Passate 72 ore dal naufragio, Dayana di 5 anni e il padre William di 36 ancora non risultano in nessuna lista d'ospedali o strutture ricettive. Il prefetto di Rimini ha trascorso la giornata a Livorno in attesa di notizie che non sono arrivate. L'ansia dei parenti e della mamma
Anche stamani, dall’operatrice del numero telefonico speciale che Costa Crociere ha messo a disposizione dei familiari dei dispersi, la risposta è stata sempre la medesima: i due “non risultano nelle liste in nostro possesso”. E ora s’inizia a temere per il peggio. Papà William è una persona malata, dipendente da farmaci salvavita. Difficile ritenere che lui e la sua bimba, scivolati in mare in seguito alla inclinazione della nave, abbiano potuto guadagnare autonomamente la costa e trascorrere più di 72 ore in qualche anfratto del litorale. Sono trascorsi dal naufragio tre lunghi giorni, in cui le speranze della famiglia e dei soccorritori si sono sempre più affievolite.
L’ufficio stampa dell’Ausl di Grosseto ha dichiarato che padre e figlia non risultano sulle liste che registrano i tanti accessi ai pronto soccorsi di Orbetello e Grosseto. Sono in pochi a essere ancora ospiti delle strutture ospedaliere della zona, solo i feriti più gravi. La gran parte delle persone soccorse sono già state dimesse e hanno raggiunto le loro abitazioni.
Man mano che passano le ore la disperazione aumenta e sembra smentire anche la speranza, accesasi nella nonna materna della piccola Daiana, che aveva avuto l’impressione di riconoscere la bimba in alcune immagini trasmesse da Pomeriggio Cinque. La nonna avrebbe riconosciuto la nipotina tra i volti dei ricoverati in ospedale. “Non esiste nessun ospedale” smentisce affranta la madre Susanna Albertini, che continua a dire di non sapere niente di più di ciò che le televisioni riferiscono.
Gli ultimi momenti sulla nave, quando ancora Michela Maroncelli, la fidanzata di William, non si era separata dal compagno e da Daiana, li ha raccontati lei stessa a Sabrina Ottaviani, cugina di William. La donna, titolare dell’agenzia di viaggi Myricae di Gambettola aveva venduto la crociera al cugino e ora su facebook pubblica quel poco che sa: “Ho ancora mio cugino e la mia nipotina fra i dispersi”. “Si trovavano inizialmente con Michela dalla parte dove la gente si è salvata, poi li hanno fatti andare dall’altra, quella che successivamente ha iniziato a inclinarsi. Se ne sono accorti e sono tornati indietro” prosegue la Ottaviani. In un passaggio da un ponte all’altro della Costa Concordia la bimba “è scivolata in acqua nel corridoio fra il punto di ritrovo A e B e il babbo dietro. La fidanzata era qualche passo avanti ed è riuscita a salire sul secondo ponte”, dal quale ha raggiunto la scialuppa. Qualcuno ha detto alla sua compagna che li avevano tirati su con delle corde, ma di loro non c’è traccia”. Michela Maroncelli infatti è riuscita a salire su di una scialuppa di salvataggio, ma da quel momento ha perso le tracce del fidanzato e della bambina. “Se qualcuno lo ha detto solo per salvare la compagna –aggiunge Sabrina Ottaviani- ha fatto una cosa buona, ma se li ha visti veramente legati alle corde lo faccia sapere!”. Poi, avverte la cugina: “William e Daiana avevano un solo salvagente. Il personale della nave, quando erano ancora tutti uniti, gliene aveva forniti solo due, dicendo che non ce n’erano altri e uno l’ha preso Michela”.
Questo dato preoccupante si aggiunge al fatto che “William è diabetico. Tre-quattro anni fa ha subito un trapianto di due organi. Deve prendere farmaci salvavita diverse volte al giorno”. Sabrina Ottaviani si è anche sfogata sul social network, accusando quei media che hanno preso d’assalto la casa dei suoi zii, senza permettere ai parenti di avvicinarsi, se non tempestati da domande. “In mia zia –ha scritto sulla bacheca- una dolorosa rassegnazione sta rubando spazio alla speranza”.
Il comandante Filippo Marini capo delle relazioni esterne della capitaneria di porto di Grosseto non ha potuto fornire ulteriori notizie sul padre riminese e sua figlia. “La nave per ora è ferma sul fondale marino –garantisce- e le condizioni meteo consentono la prosecuzione dei soccorsi”. Fino a ieri sera il comandante sosteneva che la speranza di trovare qualcuno vivo ci fosse ancora. Dal comando dei Carabinieri di Orbetello arriva sconsolata la stessa risposta: “Sembra che gli Arlotti siano saliti sulle scialuppe, ma poi nelle liste dei dispersi non risultano”.
La protezione civile di Grosseto non è in grado di aggiungere null’altro al quadro emerso in queste ore. “Notizie più chiare sui superstiti –dichiara- potrebbero venire dalla prefettura di Grosseto, ma dubitiamo che le rilascino”. Contattata, la prefettura ha dichiarato di possedere solo una lista delle persone soccorse, facenti parte del personale di bordo e ha ribadito che, per le informazioni sui passeggeri dispersi il numero di riferimento è quello fornito dalla compagnia navale.
Intanto Costa Crociere ha divulgato un lungo comunicato stampa nel quale “ribadisce il suo più profondo dolore per questo terribile incidente che ha colpito i suoi affetti più cari: i suoi ospiti, i suoi dipendenti, una propria nave; si scusa per le sofferenze e il disagio che queste persone hanno subito e porge le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime accertate”.
“Il comandante Francesco Schettino –prosegue la nota- che era al comando di Costa Concordia, è entrato in Costa Crociere nel 2002, come ufficiale responsabile della sicurezza e promosso comandante nel 2006, dopo essere stato comandante in seconda. Come tutti i comandanti della flotta egli ha partecipato ad un continuo programma di aggiornamento e addestramento e ha superato positivamente tutte le verifiche di idoneità previste”.
Nonostante ciò la compagnia sembra non essere disposta a difendere l’operato di Schettino: “La magistratura, con cui Costa Crociere sta collaborando, ha disposto il fermo del comandante, verso il quale sono state mosse gravi accuse. Sembra che abbia commesso errori di giudizio, che hanno avuto gravissime conseguenze: la rotta seguita dalla nave è risultata troppo vicina alla costa, e sembra che le sue decisioni nella gestione dell’emergenza non abbiano seguito le procedure di Costa Crociere che sono in linea e, in alcuni casi vanno oltre, gli standard internazionali”.
Sulla Costa Concordia c’erano 4242 persone, 3216 ospiti e 1026 uomini del personale di bordo, provenienti da tutto il mondo. Tra i passeggeri 989 erano italiani, 568 tedeschi, 462 francesi, 177 spagnoli, 129 americani, 108 russi. Erano 60 i passeggeri, nati in Emilia Romagna, sulla Concordia. Sono stati tratti in salvo. Ora tutti hanno il fiato sospeso per il giovane padre William e la piccola Daiana.