Il politico risulta "irreperibile". Una lettera sequestrata al suo commercialista chiama in causa il governatore della Lombardia, che smentisce. Provvedimento cautelare della Procura di Monza per altre quattro persone, tra le quali il vicepresidente della Provincia brianzola Antonino Brambilla e l'ex assessore Rosario Perri, già coinvolto nell'inchiesta Infinito sulla 'ndrangheta. Le accuse vanno dalla corruzione alla bancarotta delle immobiliari Mais e Pellicano, dov'erano soci diversi big del partito berlusconiano
“L’immobiliare Mais ha pagato varie volte noleggi di barche e vacanze esotiche allo stesso Ponzoni e al suo capo Formigoni”. Lo scrive in una lettera sequestrata dagli inquirenti Sergio Pennati, il commercialista di Massimo Ponzoni, l’ex assessore regionale lombardo del Pdl raggiunto oggi da un ordine di custodia cautelare per corruzione, bancarotta e altri reati emesso dal gip di Monza Maria Rosaria Correra. Ordine che non è stato possibile eseguire perché l’attuale consigliere regionale risulta “irreperibile”.
La Mais, società di Ponzoni con sede a Desio, è stata dichiarata fallita il 20 luglio 2010, trascinandosi dietro l’accusa di bancarotta fraudolenta per Pennati, Ponzoni, la moglie e il cognato di quest’ultimo, Anna Maria e Argentino Cocozza, noti costruttori della zona. Che avrebbero “distratto, occultato, dissimulato beni e denaro della società”, si legge nell’ordinanza di custodia. Anche pagando vacanze di lusso al presidente della Regione Lombardia, stando alla lettera sequestrata. Formigoni ha subito diffuso una smentita: “Non ho mai usufruito di vacanze o barche pagate da questi signori o da questa azienda. Non conosco il signor Pennati, né conoscevo l’esistenza di questa società Mais”.
Altri provvedimenti cautelari hanno colpito altri tre politici del partito berlusconiano, compreso il vicepresidente della Provincia di Monza e Brianza Antonino Brambilla (che in serata ha fatto pervenire le sue dimissioni al presidente Dario Allevi). Un altro terremoto giudiziario si abbatte dunque sul Pdl lombardo, dopo l’arresto del vicepresidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, per una presunta corruzione legata al settore dello smaltimento dei rifiuti speciali. E dopo una serie di scandali che hanno coinvolto diversi esponenti della maggiornaza formigoniana.
Ponzon è accusato di bancarotta e di diversi episodi di corruzione relativi ai Piani di governo del territorio di Desio e Giussano. Altri reati contestati sono concussione, peculato, appropriazione indebita e finanziamento illecito ai partiti.
Massimo Ponzoni è il signore incontrastato del Pdl in Brianza (alle ultime elezioni regionali ha raggiunto il record di 11 mila preferenze), ed è lo storico plenipotenziario in Brianza del governatore Formigoni. E’ stato assessore regionale all’ambiente e ricopre attualmente la carica di consigliere segretario del Consiglio regionale della Lombardia.
I militari della Guardia di finanza di Paderno Dugnano e del Nucleo di polizia tributaria di Milano hanno arrestato anche Franco Riva, ex sindaco di Giussano, Antonino Brambilla, vicepresidente della provincia di Monza e Brianza, Rosario Perri, ex assessore provinciale e storico direttore dell’Ufficio tecnico del Comune di Desio, Filippo Duzioni, imprenditore bergamasco accusato di aver pagato una tangente a Ponzoni.
Perri, agli arresti domiciliari, era stato coinvolto nell’inchiesta Crimine-Infinito sulla ‘ndrangheta in Lombardia del luglio 2010, e si era dovuto dimettere dalla carica di assessore della Provincia di Monza-Brianza. E molti riferimenti agli intrecci tra esponenti della ‘ndrangheta e politici del Pdl, Ponzoni incluso, sono contenuti negli atti dell’indagine.
A Ponzoni sono contestati reati contro la pubblica amministrazione, in particolare diversi episodi di corruzione, concussione e peculato. Determinati, secondo la Procura di Monza, “dalla capacità di Ponzoni Massimo di determinare, almeno in parte, i contenuti dei Piano di governo del territorio di Desio e Giussano, assicurando ad imprenditori a lui vicini (referenti di importanti gruppi societari) cambi di destinazione di terreni (da agricoli a edificabili), grazie ai legami influenti e al posizionamento di propri uomini di fiducia in ruoli chiave delle varie amministrazioni (a loro volta destinatari di denaro e/o altri vantaggi, anche solo in termini politico elettorali)”. Un ruolo chiave nell’indagine ha assunto la figura del’imprenditore Duzioni, il quale, a capo di un gruppo di aziende di consulenza, avrebbe trattato grosse somme di denaro frutto degli accordi corruttivi. Duzioni è accusato tra l’altro di aver pagato a Ponzoni una tangente di 220 mila euro per operazioni urbanistiche a Desio.
La seconda tranche dell’indagine riguarda oltre alla Mais, la bancarotta dell’Immobiliare Pellicano srl, che aveva sede a Desio, in provincia di Monza e Brianza, nella segreteria politica di Ponzoni. Tra i soci figuravano esponenti di punta del Pdl lombardo: l’attuale assessore regionale Massimo Buscemi, il consigliere regionale Giorgio Pozzi e Rosanna Gariboldi, ex assessore provinciale a Pavia e moglie del parlamentare berlusconiano Giancarlo Abelli, già condannata per riciclaggio. Immobili di lusso costruiti da Pozzi, con la società General Project & Contract, sono interessati al “condono” dei sottotetti attualmente in discussione in consiglio regionale.
L’indagine sulla Pellicano e sull’Immobiliare Mais nasce alla fine del 2009 e si è sviluppata su due fronti. Uno che riguarda reati contro il patrimonio (appropriazione indebita sfociata anche in ipotesi di bancarotta fraudolenta) e finanziamento illecito a esponenti politici in relazione al sostenimento di spese, sia per la campagna elettorale di Massimo Ponzoni sia per fini personali, addebitate a una serie di compagini societarie, riconducibili sempre a Ponzoni e amministrate dall’allora socio e uomo di fiducia, il ragioniere Sergio Pennati – l’autore della lettera che accusa Formigoni – anche attraverso il ricorso alle false fatturazioni. Le due sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Monza nel 2010, a seguito degli accertamenti condotti nel corso delle indagini.
L’ennesima inchiesta che coinvolge i vertici regionali ha provocato la reazione delle opposizioni. Ma Formigoni nega l’esistenza di un problema politico: “Sono fatti gravi che dovranno essere verificati”, ha affermato, “ma attengono integralmente alla responsabilità delle singole persone. Non è minimamente coinvolta la Regione Lombardia né l’amministrazione. Mi auguro che il consigliere Ponzoni possa dimostrare la sua estraneità ai fatti. Ma appunto è una sua responsabilità quella di sapersi dimostrare del tutto incompetente rispetto alle accuse che gli vengono fatte”. In Regione Lombardia, ha concluso, “non c’è una questione morale e non c’è una questione politica”.