Dopo il downgrade deciso da Standard&Poor's, ora è un'altra agenzia di rating a preannunciare brutte notizie per il nostro Paese, costretto ad incassare il no della Germania all'appello di Monti, che aveva chiesto di "fare di più per il nostro Paese"
Intanto le agenzie di rating continuano la loro azione: dopo Standard&Poor’s, ecco Fitch. Venerdì scorso il downgrade di S&P, oggi la notizia di possibili, nuovi declassamenti per la credibilità dell’economia italiana. “Ci sono buone possibilità che ci possa essere un downgrading da qui a fine gennaio”: parola di Alessandro Settepani, senior director di Fitch Italia, che dopo aver pronosticato il giudizio dell’agenzia di rating ha spiegato i motivi che potrebbero portare al nuovo provvedimento dell’agenzia di rating. Gli interventi portati avanti dal governo Monti – è il ragionamento di Settepani – rappresentano “un’azione utile, seria e credibile. Ma, con i tassi alti, c’è il problema del costo di rifinanziamento, questo il fattore chiave”.
Quella sul possibile downgrade dell’Italia, tuttavia, non è l’unica presa di posizione di Fitch, che ha previsto il default della Grecia per insolvenza. Questa volta, il parere è del responsabile dei rating sovrani europei di Fitch Rating, Edward Parker, secondo cui l’accordo per imporre perdite ai creditori privati è da considerare default. Anche per questo la crisi europea – ha detto Parker in un’intervista alla Bloomberg – sarà prolungata. Immediata, tuttavia, la reazione dell’Ue. ”Non abbiamo nessun commento. Possiamo solo prenderne nota e continuare a lavorare basandoci sulle decisioni di chi è stato democraticamente eletto ed è responsabile verso il parlamento e le istituzioni europee”: ha detto il portavoce di Rehn.