“Alt! Qui non si passa”.

Alcuni miei colleghi del pool No Tav e diversi altri cittadini che nei giorni scorsi volevano accedere attraverso la Strada dell’Avanà (il famoso vino locale) al sito della Maddalena di Chiomontesi sono visti impedire l’accesso da parte delle forze dell’ordine, nonostante l’ordinanza prefettizia che dichiarava l’area off-limits sia scaduta il 31 dicembre scorso e non sia stata più reiterata (anche per evidente mancanza dei presupposti).

Era l’ennesima ordinanza prefettizia, dopo quella tristemente famosa che aveva consentito l’occupazione dell’area con la forza il 27 giugno dello scorso anno.

Voi direte: eh già, ma adesso l’area è diventata sito strategico. Sì, peccato però che i terreni cui i liberi cittadini di cui sopra volevano accedere siano completamente al di fuori del sito definito di “interesse strategico nazionale”. Infatti, l’art. 19 della legge di stabilità 2012 (L. 183/2011) riguarda solo ed esclusivamente l’area del cosiddetto “cantiere” del cunicolo geognostico di Chiomonte, che nulla c’entra con la Strada dell’Avanà e con il sito della Maddalena, che tra l’altro comprende quello che rimane (purtroppo, dopo che le ruspe le hanno cambiato i connotati) dell’area della necropoli neolitica.

E qui non si tratta di essere Sì Tav o No Tav. Qui si tratta di valutare se sia legittimo impedire a dei cittadini italiani di percorrere liberamente una strada, di accedere liberamente ai propri terreni, di andare a visitare un sito archeologico. La risposta è “no”, diamine, e ci mancherebbe ancora, visto che l’art. 16 della nostra Costituzione così recita: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.”

Ma la “perla” non è solo questa – e cioè che c’è un territorio in Italia cui non si può accedere e non si capisce il perché – ma anche che il sito definito “strategico” per legge è collegato a un cantiere che non esiste: sì, un cantiere fantasma. Infatti, a fronte di specifica richiesta del Gruppo Consiliare Regionale del Movimento 5 Stelle, la Lyon Turin Ferroviaire (Ltf) ha ammesso con lettera del 23 dicembre scorso che non esiste oggi “nessun progetto esecutivo del cunicolo della Maddalena.” Nessun progetto, ergo nessun cantiere.

Quindi, riassumendo: da un lato abbiamo dei terreni cui non si può accedere e non si sa il perché; dall’altro, abbiamo un sito di interesse strategico a difesa di un cantiere che non esiste. Bella roba.

Un piccolo appunto al Prefetto di Torino: dov’erano i presupposti di “necessità e di urgenza“ all’emissione delle ordinanze  ai sensi dell’art. 2 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza?

L’“intento dichiarato di opporsi alla apertura del cantiere”? Ma se l’ opposizione alla Tav dura da più di vent’anni…

L’urgenza di iniziare i lavori dell’opera “in ragione degli impegni internazionali assunti”? Ma se Ltf ha dichiarato, come visto, che il progetto esecutivo non è ancora pronto, e ciò ben sei mesi dopo la prima ordinanza…

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