Non sono d’accordo su niente: legge elettorale, manovra finanziaria, riforme, pensioni, tagli. Da quando c’è il governo tecnico, invece di dividersi in maggioranza e opposizione si fanno la guerra per bande, cavillano, si insultano, rivendicano posizioni inconciliabili con qualsiasi altra, fottendosene della nazione.
Soltanto su due questioni i parlamentari del Parlamento nazionale si ricompattano e ritrovano una maggioranza: per i prezzi del ristorante e per salvare il culo a Cosentino. Deputati e senatori, lasciati alla loro coscienza, decidono di sottrarre al giudice il deputato e coordinatore campano del Pdl, così come nel 2009 respinsero la richiesta di arrestarlo per concorso esterno in associazione mafiosa.
Lasciati alla loro coscienza, votano contro l’autorizzazione a procedere anche i Leghisti, quelli che sventolavano il cappio, quelli che sventolano le virtù del Nord produttivo ed onesto, quelli che farfugliano insulti a Roma ladrona ed al sud mafioso. Lasciati alla loro coscienza, votano contro anche i radicali, dimostrando l’eroica coerenza di non perdere nessuna occasione per prodursi nelle più vergognose stronzate con l’aria di fare un piacere alla democrazia.
Lasciati alla loro coscienza, impediscono ai magistrati di processare unuomo accusato di reati gravissimi, compiuti grazie al potere che gli deriva dal suo ruolo politico. Non è colpa loro. E’ colpa del rialzo dei prezzi del ristorante di Montecitorio. “Non sapevo degli aumenti e ho pure offerto ai colleghi, ignaro. Spendevo meno fuori” dice Amedeo Laboccetta (Pdl).
E il democratico Gero Grassi: “Non vado più, è diventato un salasso, risotto alla pescatora, salmone con quattro patate lesse accanto, 20 euro”. I parlamentari sono stati costretti a sondare i ristoranti intorno al Parlamento per valutare la proposta più economica di pasti in convenzione.
Non è colpa loro ma della loro miseria: non possono permettersi un pasto al ristorante. Non possono permettersi una coscienza.
di Paolo Aleandri
Il Misfatto, inserto satirico de Il Fatto quotidiano, 15 gennaio 2012