Le voci del coinvolgimento di Forza nuova e Mpa. L’interrogazione di Giuseppe Gianni dei Pid al ministro dell’Agricoltura Mario Catania. L’incontro domani con il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo – anche lui Mpa – e i prefetti siciliani. La politica nelle proteste che da domenica stanno bloccando la Sicilia entra un po’ da tutti i lati. Eppure “qui non c’è nessuna bandiera, nessun partito. Siamo solo per la Sicilia”, dicono i manifestanti. Autostrasportatori riuniti nella rete Forza d’urto e agricoltori del movimento dei Forconi. Insieme a pescatori e forestali. Tutti contro l’alto prezzo del carburante che annullerebbe i loro guadagni e gli scarsi aiuti del governo alle categorie. Uniti in una prova di forza che da tre giorni provoca blocchi in tutta l’isola, lascia a secco le pompe di benzina e i supermercati senza ortaggi, latte e scatolame.
Video di Luisa Santangelo e Leandro Perrotta-CTzen.it
Problematiche che oggi Giuseppe Gianni ha illustrato al ministro Catania durante un question time alla Camera. E che non riguarda solo il Mezzogiorno. “L’aumento della benzina e la mancanza di infrastrutture rendono ancora più cari i prodotti che dalle campagne del Sud devono raggiungere i mercati del Nord”, spiega l’onorevole Pid. Per risolvere la questione servirebbero “la defiscalizzazione dei carburanti e dell’energia elettrica, l’uso dei fondi europei per lo sviluppo da utilizzare per arginare la crisi dell’agricoltura, il congelamento delle procedure di Equitalia-Serit per la riscossione dei tributi”. Come trovare i soldi? Con “l’utilizzo in deroga, per altri quattro o cinque anni, dei fondi del Piano di sviluppo rurale (2007-2013)”, chiede Gianni a nome dei manifestanti. Impossibile, risponde il ministro. Anche perché, ricorda Catania, lo scorso anno l’agricoltura siciliana ha ricevuto più di due miliardi per lo sviluppo rurale. Fondi disponibili anche per l’anno in corso.
“Il governo regionale e quello nazionale convochino subito i manifestanti e intervengano per bloccare la protesta che rischia di mettere in ginocchio la Sicilia”, dice il catanese Giovanni Burtone, parlamentare Pd, nel suo intervento a Montecitorio. Domani, infatti, a Palermo, è previsto un incontro tra alcuni rappresentanti dei movimenti e il presidente della Regione Raffaele Lombardo insieme ai prefetti siciliani. Il governatore che, secondo molti, è vicino ai movimenti che protestano. Insieme a Forza nuova. “Siamo stati semplicemente i primi a esprimere solidarietà a un gruppo che nasce spontaneo – smentisce ogni voce Giuseppe Provenzale, coordinatore regionale di Fn Sicilia – . L’estrema destra d’altronde è solo un etichetta”.
E di etichette ne sono state date diverse. Soprattutto ai metodi definiti “intimidatori e mafiosi” con cui i manifestanti continuano a bloccare tir, camion e furgoni di passaggio in Sicilia per convincerli ad aderire alla protesta. “Sono stato fermato già tre volte oggi. Se l’avessi saputo, starei stato a casa – racconta un signore di Palermo – . Non è giusto”. “E che dovevo fare? – sbotta un autista di Cosenza – . Se non mi fossi fermato, mi avrebbero tagliato le gomme”. “La protesta, per quanto buone siano le motivazioni, non può essere fatta con la forza – commenta su Facebook Ciro Scammacca, un commerciante di Lentini – . Non puoi entrare da me dicendo: o ghiuri o ti bruciamu u locali (o chiudi o ti bruciamo il locale ndr)”.