Tre articoli dell'atteso provvedimento sullo sviluppo dedicati all'attività estrattiva: più investimenti, meno vincoli e autorizzazione per la trivellazione a 5 miglia dalla costa (contro le 12 attuali). I Verdi: "Si istituisce il diritto di assassinare il territorio"
La vera botta, però, è il successivo articolo 21: al comma 2 si decide, infatti, che il limite spaziale per le perforazioni off shore – vale a dire in mare – passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta. Non bastasse si prescrive anche che la linea di riferimento per le misurazioni non è più quella “di base”, ma quella “di costa”: un modo furbetto di recuperare qualche altro metro. Roba che – se è consentita un po’ di dietrologia – pare fatta apposta per il famigerato progetto di trivellazione alle isole Tremiti, in Molise. Sarà il caso di ricordare, peraltro, che la sicurezza per l’ambiente delle perforazioni off shore è stata al centro di mille polemiche neanche due anni fa, quando un incidente su una piattaforma della British petroleum nel Golfo del Messico devastò l’intera costa della Louisiana. Nella relazione allegata – liquidata la questione ecosistema affermando che “resta, in ogni caso, protetto dalle stringenti normative nazionali” – curiosamente si sottolinea come le agenzie di rating siano sensibili a questo genere di provvedimenti: “Si rileva che tra le ragioni che hanno indotto, lo scorso 9 settembre, Standard & Poor’s ad alzare il rating di Israele ad ‘A+’ da ‘A’, c’è stata proprio la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali”.
L’ultimo articolo, infine, è la vera e propria liberalizzazione, tanto è vero che il governo ci ha scritto che “l’attività di prospezione (ricerca, ndr) di idrocarburi è libera nel territorio nazionale e nelle zone del mare territoriale”, fatti salvi ovviamente i vincoli ambientali. In sostanza si passa ad un regime concessorio unico, “che prevede una fase di ricerca al termine della quale, in caso di esito negativo, il titolo cessa – dice la relazione – mentre in caso di ritrovamento minerario prosegue l’attività attraverso le fasi di sviluppo, produzione, ripristino finale”. Insomma un regime autorizzativo assai snello, in cui in sostanza, per passare da una fase all’altro, basterà ottenere una Valutazione d’impatto ambientale positiva. “Questa – è ancora Angelo Bonelli a parlare – non è una liberalizzazione, ma la libertà di assassinare il territorio italiano, di ucciderne il futuro. E’ chiaro che se questo è il testo grida vendetta”.