Sono ancora 28 i dispersi della Costa Crociere. I loro nomi si possono leggere nel sito della prefettura di Grosseto. E tra di loro c’è Daiana Arlotti, 5 anni, una vita intera davanti a sé. Di lei e di suo padre William non si sa ancora nulla. Non risultano in alcuna lista.

Basta guardare le foto di Daiana circolate in rete: davanti a una torta di compleanno gigante, sulle ginocchia di papà, truccata da gattino per Carnevale, per comprendere tutta l’insensatezza di questa tragedia evitabile. La bambina, che ancora si cerca dopo più di 110 ore dal disastro, è già il simbolo di una delle peggiori pagine di cronaca nazionale.

Quella che doveva essere una normale settimana di vacanza col papà e la sua fidanzata, Michela Maroncelli, si è trasformata nel dramma per un “inchino” rituale. E tutto risulta ancora più assurdo se si rammenta la reazione del comandante Francesco Schettino al telefono con l’ufficiale della guardia costiera di Livorno Gregorio De Falco, che gli intimava di risalire a bordo.

Erano stati a un passo dalla salvezza, il padre e la figlioletta riminesi. Ad affermarlo è Sabrina Ottaviani, la cugina di William, che ha riferito il racconto di Michela Maroncelli: “Eravamo vicini a una scialuppa, poi ci hanno fatti andare altrove. Daiana è scivolata, è andata giù nell’acqua, il padre dietro. Ho sentito che qualcuno ha gridato: ‘Lanciate una corda’. Mi dicevano: ‘Vai vai, se no…’ E dopo li ho persi di vista”.

Un salvagente in due, per Daiana e  William, un padre malato che dopo la nascita della figlia ha subito due trapianti, di fegato e di pancreas. Una pensione di invalidità e una vita dipendente dai farmaci, da assumere ogni quattro ore. In queste condizioni i due hanno affrontato il naufragio della Costa Concordia.

C’è spazio ancora per la speranza sul profilo Facebook di Sabrina Ottaviani: “Questa mattina”, si legge, “quando ho sentito che stavano esplorando il ponte 4 ho creduto di essere prossima alla fine di questo incubo. Poi tutto si è fermato ancora una volta”. La cugina di William prosegue rivolgendosi ai tanti amici che hanno espresso solidarietà a lei e alla famiglia: “Grazie a nome mio, ma anche penso di esprimere il sentimento dei miei zii e di mio cugino Marco, per tutti i messaggi di sostegno e delle vostre preghiere. In certi momenti penso che ci sia una forza superiore che ti aiuta a sopportare l’insopportabile”.

Intanto Sergio Arlotti e Daniela Ottaviani, i nonni di Daiana, aspettano nella loro casa di San Giuliano Mare che arrivino, dalla Toscana, notizie del figlio e della nipotina. L’abitazione è piantonata da una macchina dei carabinieri per evitare sia turbato il riserbo della famiglia. Nonno Arlotti, in un’occasione, ha ritenuto di dover chiamare le forze dell’ordine per disperdere i cronisti che stavano assediando il suo domicilio.

A Susy Albertini, mamma di Daiana ed ex moglie di Arlotti, la soluzione per stare più vicina alla figlia è parsa quella di raggiungere il Giglio, insieme al compagno e a un avvocato. Anche lei, come tutti i familiari dei dispersi recatisi sull’isola, ha dovuto sentire dai soccorritori il triste leitmotiv: “Li stiamo cercando, ma al momento non vi sono ancora tracce”.

Ora la speranza sta sempre più assumendo i connotati di una gara contro il tempo. Le vittime accertate al momento sono 11. Dopo il ritrovamento dei cinque cadaveri di ieri, quattro uomini e una donna, che vestivano ancora l’abito della serata di gala, la cugina di Arlotti si aggrappa a una flebile speranza: “Fra i cinque”, scrive in un post, “non ci sono Willi e la Daya. Possiamo continuare a sperare e pregare”.

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