Fare le liberalizzazioni ”in Italia forse è più difficile che altrove” ma “ciascuno può contribuire all’interno del proprio settore ad una operazione di trasparenza contro privilegi eccessivi, per meglio garantire i giusti diritti”. Lo afferma il premier Mario Monti, in un’intervista a Radio Vaticana e all’Osservatore Romano.

“Le tradizioni qualche volta,dobbiamo riconoscerlo, sono diventate corporazioni”, osserva Monti, “sono diventate chiusure corporative e non sempre sono state vissute come un bene di cui essere orgogliosi, ma da far circolare, per così dire, con altri beni in una società composita, che sempre più deve cambiare, si spera in armonia, perchè il Paese abbia un ruolo significativo nella comunità internazionale, sia anche competitivo”. In sintesi, le liberalizzazioni servono a introdurre in Italia una “sana concorrenza”. Per Monti, “liberalizzare significa offrire benefici, risparmi e benessere a un numero più elevato di cittadini, senza per questo compromettere l’esistenza di nessuno”.

Monti affronta anche il tema dell’evasione fiscale. Non ci sarà nessun accanimento, ma presto i “soliti ignoti saranno noti”, promette il presidente del consiglio. “Chi oggi evade pensa di trarne vantaggio, sicuramente reca danno ai concittadini e offre ai propri figli, in definitiva, un pane avvelenato; consegnerà loro, forse, alla fine della propria vita qualche euro di più, ma li renderà cittadini di un Paese non vivibile”.

Nell’intervista a Radio Vaticana (in coordinamento con l’Osservatore Romano) il premier Monti ribadisce dunque un giro di vite contro gli evasori fiscali. Le misure, precisa, non saranno certo “ispirate a mire di vessazione o di accanimento. Non bisogna avere nessuna paura, ma la certezza che chi non rispetta la legge non resterà nell’ombra”.

Il presidente del consiglio ricorda la recente visita in Vaticano: ”Quando ho incontrato il Santo Padre ho vissuto un’esperienza profonda e indimenticabile. E’ stata una visita ufficiale e spero, pur emozionato, di aver rappresentato il mio Paese in modo adeguato”. E aggiunge: “Le mani del Papa sono mani forti che sostengono il peso di molti; sono mani che rassicurano, perché a loro volta si lasciano sorreggere”.

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