Padre, madre e figlio di 5 anni hanno prodotto in un anno 210 chili invece di 605 della media nazionale. Presentati ieri all'hotel Savoy i risultati di un anno di differenziata al risparmio
Ridurre la produzione rifiuti? E’ possibile, anche con pochi accorgimenti. Un’avventura di ordinaria facilità, in cui tutti potrebbero cimentarsi. Lo ha dimostrato una “normalissima” famiglia parmigiana, che ieri mattina all’hotel Savoy ha portato la propria esperienza: sono riusciti a produrre 210 chilogrammi di spazzatura procapite all’anno, contro i 605 di media nazionale. Ovvero la famiglia di tre persone, con un bimbo di 5 anni, è riuscita a ridurre di 2/3 la propria produzione di rifiuti.
La vicenda è strabiliante proprio perché nasce dal buon senso senza stravolgere le abitudini di nessuno. Il loro segreto? Pochissimi accorgimenti: “Per tre mesi abbiamo scelto packaging leggeri – spiega Paolo Givera, il padre –riutilizzato le borse della spesa e le bottiglie di plastica, anche quelle del detersivo, abbiamo prestato attenzione agli alimenti, evitando di farli scadere per buttarli via e facendo una spesa intelligente. In questo modo abbiamo diminuito la produzione di rifiuti, rendendo più semplice la stessa raccolta differenziata che è diventata più agevole”. Un circolo vizioso in positivo, quindi, che ha fatto si che una famiglia di tre componenti (il figlio ha 5 anni) in tre mesi dimostrasse all’intera città quanto si possa risparmiare: “La differenza è notevole – commenta il signor Givera-. Abbiamo prodotto solo 55 chilogrammi procapite l’anno di indifferenziata. Il tutto in una zona in cui la raccolta differenziata non è ancora spinta, in via Pellico, ed esistono ancora i cassonetti dell’indifferenziato in strada”.
I rifiuti sono stati pesati per tre mesi: ottobre, novembre e dicembre. In questo modo poi sono state sviluppate le proiezioni per tutto l’anno. La produzione procapite della famiglia è stata di 170 chilogrammi di rifiuti, di cui 48 di carta, 30 di plastica barattolame e vetro, 72 di umido, 20 di indifferenziato. E’ stato poi introdotto un meccanismo di correzione, che ha dato i risultati finali: 210 chilogrammi procapite, con una differenziata del 74%, ovvero 55 chilogrammi l’anno di rifiuti indifferenziati.
Un risultato importante per il Comitato gestione corretta rifiuti, che ha voluto quindi ribadire la propria idea: “A fronte di questi risultati ribadiamo che la capacità dell’inceneritore che stanno costruendo sia troppo elevata – spiega Gabriele Folli, del Cgcr -. La città avrebbe bisogno di smaltire circa 24mila tonnellate di rifiuti: l’inceneritore avrà una capacità di 130mila tonnellate, che il privato proprietario vorrà sfruttare a scopi di lucro. Addirittura una recente norma di Monti prevede che per smaltire i rifiuti campani ci si possa accordare direttamente con i proprietari degli inceneritori senza passare attraverso le Regioni: è questo il futuro che vogliamo per Parma? I numeri parlano da sé”.