Società

Tommasi e l’omofobia nel calcio

E’ successo stanotte. Tipo all’una. Damiano Tommasi (l’ex calciatore, l’attuale presidente dell’Assocalciatori) mi ha cercata su Facebook, e mi ha scritto un messaggio. In risposta al mio post uscito sia su Cadoinpiedi.it, sia sul mio blog personale, Greison Anatomy. Era un post, il mio, in cui commentavo le sue parole, il giorno in cui aveva sconsigliato di fare coming out ai calciatori, durante un’intervista radiofonica (diceva: “L’omosessualità nel calcio è ancora un tabù e anche il coming out è sconsigliabile. C’è una convivenza tra colleghi, diversa da ogni altra professione. Esprimere la propria preferenza sessuale è difficile in tutti gli ambiti, ancor di più per un calciatore che vive nello spogliatoio, e condivide anche la sua intimità, con altri. Nel nostro mondo si potrebbe creare imbarazzo; uno sport dove ci si spoglia, potrebbe diventare una difficoltà in più, nella vita di tutti i giorni”). Vi allego, per dovere di replica, la sua risposta di stanotte. E poi ci riflettiamo sopra.

“Mi permetto questa intrusione solo perché si è chiacchierato molto sui lanci d’agenzia di qualche settimana fa. Solo oggi ho letto lo ‘stupore’ nell’articolo su cadoinpiedi. Questo link riporta (a pag.7) un piccolo cenno di chiarimento. Forse basterebbe ascoltare la chiacchierata con Klaus Davi ma non tutti (credo pochi) hanno tempo e modo di ascoltarsi le interviste su youtube. Detto questo, effettivamente credo che abbiate sopravvalutato Tommasi, basta in fondo che un calciatore (ex) risponda leggermente fuori dalle canoniche interviste per pensarlo ‘intellettuale‘. Ma questo fa parte dello show businness e ormai ci ho fatto il callo cercando di conviverci ma sforzandomi di non crederci troppo! Buona lettura e…..ascolto. Con stima (davvero). Damiano

Ecco, beh, la sua risposta mi ha fatto venire alcune considerazioni. Intanto, è bella. Ok. E scritta bene. E mi è piaciuto il gesto. E ci vuole coraggio. Ok, ok, ok. Insomma, l’ho molto apprezzata. Poi, ho pensato che Tommasi ha una giusta considerazione di sé (se non prendiamo sul serio quella terza persona usata, a un certo punto, durante l’intercalare… (terza persona, come faceva Maradona, e che concedo solo a Maradona)),, e questo non è da sottovalutare. Nel senso: non si sente intellettuale, e dice che basta che un calciatore risponda fuori dalle righe consuete per farlo credere, ed è molto vero. Siamo così abituati alle risposte fotocopia date dai calciatori, piene di luoghi comuni e banalità, che un riferimento ad un libro letto, oppure una citazione cinematografica, ci fa subito strabuzzare gli occhi dall’entusiasmo, e seguire con spasmodica ammirazione il campione di turno.

Però, poi, Tommasi mi chiede di andare a risentire l’audio di quella trasmissione, in cui diceva le cose che ci avevano tanto scioccato, e allora ripenso alle stesse cose che già avevo pensato (perché la trasmissione, sì, l’avevo sentita….e nel mio vecchio post, era pure riportato il link). Lui continua ad essere stupito del nostro stupore. e io continuo a pensare che le sue parole confermano e rafforzano il tabù esistente sui calciatori omosessuali; incentivano e ufficializzano la discriminazione. Ma, detto questo, mi linka pure una pagina tratta dalla rivista “il Calciatore”, distribuita alle squadre di calcio dall’Assocalciatori, e non ci trovo nessun elemento nuovo, o di illuminata sapienza (ma forse mi ha allegato una parte sbagliata… e seppur sia andata sul sito originario, per cercare quella pagina 7, consigliata con un “buona lettura”, non ho trovato niente, sob!, mannaggia, peccato).

Però, se rileggo i commenti scesi a cascata, quelli dei lettori, dopo l’uscita del mio primo post, beh, sì, qualcosa in più inizio a chiedermi anch’io. E cioè: in Italia, siamo veramente così anni luce indietro su questo argomento? Perché in altri settori, tipo la musica, il cinema, la discriminazione non è così alta? Perché il calcio porta – ancora – con sé tutto questo machismo? Perché se un calciatore è omosessuale, non lo sappiamo?

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