Nel silenzio surreale, che anticipa la tempesta (quella meteorologica è attesa per stanotte) proseguono le indagini intorno al relitto della Costa Concordia. L’obiettivo della magistratura è risolvere i mille misteri della nave naufragata venerdì sera al largo dell’isola del Giglio. Punto di partenza è capire se ci siano state poco dopo l’incidente comunicazioni, via radio o via telefono, tra il comandante e la compagnia di navigazione, la Costa Crociere. Capire perché Schettino non ha mai lanciato un Sos e lasciato così 20 minuti di buco e perché ha continuato a minimizzare quanto stava accadendo a bordo.
Inoltre, spiegano i carabinieri, “abbiamo verificato l’esatta posizione delle ancore per capire se siano stati gettate per fermare l’abbrivio della nave, cioè per fermarla. Oppure capire se siano state gettate a nave ferma”, ha spiegato il capitano del reparto subacqueo Luca Falcone.
La questione delle ancore è uno dei punti cruciali per comprendere la dinamica del naufragio del gigante del mare. Il comandante della crociera Francesco Schettino ha sempre difeso la sua posizione, sostenendo di averle gettate con la nave ancora in movimento. La magistratura teme invece che le ancore siano state calate da Schetttino quando il traghetto era già fermo, per tentare in questo modo di depistare le indagini. Anche perché la timoneria della nave punta sulla destra, verso il mare aperto, e questo smentirebbe tutto quello che Schettino ha detto.
Ma in nell’immersione di questo pomeriggio c’è di più. I carabinieri subacquei guidati da Falcone, dovevano anche recuperare la parte sommersa degli oggetti di bordo del capitano Schettino. Gran parte di questo materiale – come riportato oggi da ilfattoquotidiano.it – è stato già recuperato oggi dai Gis, il Gruppo di intervento speciale dell’Arma, inviato dalla Procura di Grosseto. “Ci eravamo introdotti nella parte sommersa della cabina – spiega ancora Falcone – ma ci siamo dovuti fermare perché c’erano troppi detriti e non siamo riusciti a proseguire. Questa operazione – ha concluso l’ufficiale – la porteremo a termine appena possibile, forse anche domani”.
Dopo il sequestro degli oggetti e dei computer di Schettino da pare dei Gis, solo una parte dei misteri rimarrebbe sott’acqua. Obiettivo della magistratura – secondo fonti della Procura grossetana – sarebbe quello di capire se quella sera di venerdì ci siano stati contatti tra il comandante e gli armatori della Cosa Crociere. Ma soprattutto di che tenore fossero quelle eventuali telefonate.
di Emiliano Liuzzi e David Marceddu