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Laurea a Napolitano, gli Indignati: “L’Ateneo ci faccia entrare o faremo a modo nostro”

Occupy Bologna deciderà martedì in assemblea le modalità di contestazione. Impedire radicalmente l'evento o provare a parlare durante la cerimonia: "dipende da cosa dirà l'Università che di solito blinda questi incontri e ci lascia fuori"
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“L’Università ci faccia entrare, altrimenti noi entreremo lo stesso”. Se non è un ultimatum poco ci manca. Gli indignati bolognesi, radunati sotto la sigla Occupy Bologna, annunciano la contestazione alla cerimonia che il 30 gennaio consegnerà la laurea honoris causa al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Non c’è nulla da celebrare o festeggiare”, spiegano su Facebook. E intanto lanciano un’assemblea cittadina per martedì prossimo.

“Ci incontreremo in Università per organizzare la contestazione a un uomo che non è né santo né meritevole del nostro rispetto – dicono gli indignati – Napolitano ha appoggiato la guerra in Libia, ha controfirmato tutte le devastanti riforme del governo Berlusconi e adesso ha messo un amico dei banchieri alla guida del paese. Altro che padre della patria”. A parlare è Nicolò di OccupyBologna, studente universitario da anni impegnato nei collettivi studenteschi bolognesi.

Gli stessi collettivi che costrinsero il rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi, ad annullare l’inaugurazione dello scorso anno accademico dopo un autunno di proteste culminato con 7mila persone in corteo lungo un’autostrada A14 completamente bloccata. “Allora protestavamo contro la riforma Gelmini, adesso la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. E’ ora di svegliarsi e capire che Napolitano non è uno di noi e fa parte del problema”, spiega sempre Niccolò. Martedì sarà dunque l’ora delle decisioni per gli indignati bolognesi, pronti anche ad impedire la cerimonia e accogliere il Presidente della Repubblica nella maniera più radicale possibile. “Ma dipende da cosa farà l’università, se la cerimonia sarà aperta a tutti o se, come fanno sempre, blinderanno l’incontro e ci lasceranno fuori”.

Certo non sarebbe la prima contestazione per personalità di rilievo nazionale in arrivo a Bologna, ma mai fino ad ora un Presidente della Repubblica era stata oggetto della diretta ostilità dei movimenti bolognesi. “Il vero moloch da scalfire – spiega un sito degli indignati – è proprio Napolitano. Attaccare la legittimità del presidente dei sacrifici è necessario per fermare la restaurazione liberista in atto nel nostro paese”. Insomma, se Monti è la mano, per gli indignati il cervello è il presidente della Repubblica. Da qui l’annuncio della contestazione e l’appello lanciato su facebook alla mobilitazione “di tutti quelli che ci stanno”.

Nel frattempo la macchina organizzativa dell’Università di Bologna si sta preparando per l’arrivo del Presidente. Due maxi schermi saranno collocati nella centralissima biblioteca comunale “Sala Borsa” e nello Stabat Mater dell’Archiginnasio, in piazza Galvani. Sarà poi fornito un servizio streaming per seguire da casa la cerimonia e la successiva lectio magistralis che il capo dello Stato terrà per l’occasione. Ad accompagnare Napolitano a Bologna ci sarà anche Anna Maria Cancellieri, ministro dell’interno e già commissario prefettizio a Bologna dopo le dimissioni dell’ex sindaco Flavio Delbono.

“Per il Presidente ci immaginiamo una cerimonia abbastanza tradizionale – spiega il rettore dell’università di Bologna – Oltre a Cancellieri ci saranno anche altri ministri, ma aspettiamo ancora la conferma ufficiale”. E a chi gli chiede delle contestazioni il rettore scuote la testa. “Stavolta la scala di valori è un’altra, ci sono due grandi persone: il Capo dello Stato e Giorgio Napolitano, una persona davvero colta”.

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