Il governatore del Texas appoggerà Newt Gingrich ma è ancora da decidere se parteciperà a eventi e incontri del candidato. Un ritiro, il suo, che può risultare decisivo in vista della tornata elettorale in South Carolina
Rick Perry si ritira dalle primarie repubblicane e appoggia Newt Gingrich. La notizia arriva due giorni prima del voto in South Carolina. Non è chiaro se il governatore del Texas parteciperà nelle prossime ore a eventi e incontri della campagna di Gingrich. La sua apparizione al dibattito televisivo tra i candidati repubblicani organizzato da CNN, giovedì sera, è stata cancellata. Perry aveva già fatto trapelare l’intenzione di abbandonare la sfida due settimane fa, dopo il risultato disastroso in Iowa. In quell’occasione aveva fatto marcia indietro, concentrandosi proprio sulle possibilità di un buon risultato in South Carolina. I sondaggi di queste ore lo davano troppo indietro rispetto ai favoriti Mitt Romney e Gingrich. Di qui, la scelta del ritiro.
Perry era entrato in corsa per la Casa Bianca lo scorso 13 agosto. La sua esperienza di governatore in uno Stato conservatore del Sud, il Texas, aveva sollevato speranze e aspettative in quella parte del mondo repubblicano che non ha mai accettato l’idea di candidare alla presidenza un moderato della East Coast come Romney. Perry era velocemente balzato in cima ai sondaggi. Nei primi due mesi di campagna, aveva raccolto la cifra record di 17 milioni di dollari. Popolarità ed entusiasmo erano però durati pochissimo. Una serie di dibattiti televisivi avevano messo in evidenza l’impreparazione, in alcuni casi la povertà di elaborazione politica, del governatore del Texas.
Prima Perry aveva trovato difficile giustificare le sue precedenti veementi dichiarazioni contro il Social Security, definito “uno schema Ponzi”. Poi era inciampato su un programma da lui sponsorizzato in Texas, che prevede facilitazioni per quegli immigrati illegali che vogliono frequentare i college di Stato. Aveva infine sollevato attacchi e accuse la sua decisione di costringere le giovani donne a vaccinarsi contro l’HPV, il virus del papilloma umano.
Il punto più basso, per Perry, era però venuto in occasione di un altro dibattito televisivo, quando il candidato non era riuscito a ricordare le tre agenzie federali che avrebbe voluto eliminare, nel caso fosse diventato presidente. A una domanda del moderatore, Perry aveva risposto: “Commercio… Educazione…” e poi si era interrotto, cominciando a guardarsi attorno e sbirciando tra i suoi foglietti. Dopo ironici suggerimenti da parte degli altri sfidanti, e un minuto di imbarazzo, Perry era sbottato: “Scusate… Oops”.
Quell’“Oops”, reiterato e rivisitato da tutti i comici d’America, era diventato la pietra tombale sulle sue speranze presidenziali. Dopo un deludente quinto posto in Iowa (la cui forte presenza di conservatori cristiani avrebbe dovuto essergli particolarmente congeniale), e la scelta di non fare campagna in New Hampshire, il South Carolina era considerata l’ultima spiaggia di Perry. Una valutazione dei sondaggi, a poche ore dal voto, deve aver convinto il governatore a tornare in Texas.
Il suo ritiro può risultare importante in South Carolina. Nelle ultime ore Newt Gingrich si è avvicinato al favorito Romney. Un sondaggio CNN/Time dà Romney avanti di dieci punti. Stessa distanza tra i due in una rilevazione NBC News/Marist. L’endorsement di Perry, oltre a un’indicazione di voto abbastanza esplicita di Sarah Palin (“Se dovessi votare per far continuare la sfida, voterei per Newt”, ha detto l’ex-candidata alla vicepresidenza), potrebbe dare ulteriore spinta alla campagna dell’ex-speaker della Camera, coalizzando attorno a lui parte di quel mondo conservatore sinora diviso.
Resta l’incognita Rick Santorum, dato dai sondaggi al terzo posto (in South Carolina l’altro candidato di primo piano, Ron Paul, ha preferito non fare vera campagna, focalizzandosi sulle prossime sfide in Nevada e Maine). Un annuncio stamane ha galvanizzato il team dell’ex-senatore della Pennsylvania. Secondo Matt Strawn, chairman del partito repubblicano dell’Iowa, non è possibile decretare un vincitore ufficiale per i caucuses del 3 gennaio (non si è stati in grado di conteggiare ufficialmente i risultati di 8 dei 1774 distretti dello Stato elettorali, di qui la mancata dichiarazione del vincitore). Dai voti conteggiati, risulta comunque che Santorum ha prevalso su Romney per 34 voti (in un prima tempo, Romney era stato dato vincitore per otto voti). La “vittoria” di Santorum non ha effetti pratici – i caucuses dell’Iowa non attribuiscono direttamente delegati per la convention di Tampa – ma potrebbe essere usata per galvanizzare la campagna del candidato. Subito dopo l’annuncio dell’Iowa, Santorum ha fatto partire un messaggio ai sostenitori: “Grazie Iowa per la vittoria! Incoraggio ognuno di voi a partecipare alla nostra battaglia in South Carolina!”