Cultura

Lo squalo si è mangiato <br/> i Litfiba

Proprio in questi giorni è uscito il nuovo album dei Litfiba. Vi dico subito che non lo comprerò e nemmeno lo scaricherò. Mi è bastato ascoltare il singolo per fare ciò che ho fatto nel 2011 con i Coldplay, ovvero stendere un velo sulla incapacità di riproporre – se non proprio sé stessi – almeno un progetto credibile.

A nulla serviranno le grida accorate dei fans pronti a giurare vendetta! Così come a nulla servono le rassicurazioni “del duo” capace di rilasciare in questo periodo una serie d’interviste “improbabili” dal sapore filo-maccheronicoLo Squalo è un pezzo imbarazzante che poggia le proprie fondamenta sull’inconsistenza di un presente qualitativamente discutibile.

Non che da suddetto ritorno ci si aspettasse granché. La carriera del gruppo fiorentino – interrottasi tredici anni fa – arrancava già da qualche tempo: ai giorni nostri Litfiba è più che altro un marchio capace di vendere e, considerando i sold out dei concerti, riempire palazzetti. Se facciamo riferimento a questo, la voce del sottoscritto è certamente fuori luogo ma se, facendo un piccolo sforzo, provassimo a ricordare l’esatto periodo in cui la musica dei Litfiba faceva realmente la differenza, tali affermazioni avrebbero motivo di esistere.
I Litfiba “scrivono il loro epitaffio” nel 1990. Dopo essersi autocelebrati (Pirata), sugli scaffali dei negozi arriva El Diablo; il processo di spettacolarizzazione del personaggio Pelù comincia a dare frutti. Tutto ruota intorno alla figura sulfurea del cantante, il magnetismo che lo contraddistingue è un dato di fatto, lo sono anche le chitarre di Ghigo, divenute – nel nuovo corso – preponderanti e al contempo invasive.

Anzichè perdere tempo passando in rassegna gli album a seguire (anche perché – secondo il mio parere – sono uno peggio dell’altro, compreso  Terremoto), riavvolgiamo il nastro. Per trovare soddisfazione, occorre andare a ritroso nel tempo, scoprendo così capolavori manifesti, difficilmente contestabili. “In random”, la data estratta è dicembre 1986; proprio sotto Natale, viene concepito “il miracolo”: 17Re illumina a giorno il firmamento della musica italiana o se vogliamo essere più precisi, il sottobosco ad esso collegato. La new wave inglese – morta e sepolta in patria da anni – resuscita a Firenze in via De’ Bardi ed è la base sulla quale poggia il progetto: basso, batteria, tastiere e chitarre fanno riferimento a Maroccolo, De Palma, Aiazzi e Renzulli. “A processo di santificazione in atto”, i quattro confezionano il disco della vita. 17 Re è senza mezzi termini un capolavoro, divenuto tale grazie anche alle gesta del suo indiscutibile profeta: Piero Pelù. Valgano “poche parole” per descriverlo: un frontman straordinario, un animale da palco di rara bellezza a supporto di una voce ispirata e unica; affermare che “nessuno mai” – in Italia – sia riuscito ad eguagliare il delirio evocativo che lo governava non è certo un’eresia.

Non vado oltre, “Operazione Amarcord” si ferma sul più bello, infrangendosi violentemente contro un presente chiaro ed inequivocabile: i Litfiba – a mio modo di vedere le cose – “vivono della risacca delle proprie onde”, scavando sotto la sabbia e pescando nel torbido delle ultime produzioni.

Dite che prima di parlare bisognerebbe ascoltare Grande Nazione? Tutto può essere, ma ho ragione di credere che “Il buongiorno, si veda sempre dal mattino”. Se invece volete fare notte…Riscoprire gli esordi è un dovere! Quelli collegati alla “scena fiorentina” (tra il 1979 e il 1984), di cui facevano parte tra gli altri i Diaframma e i Neon, tanto per intenderci. La vostra megalomania non conosce confini? Guardate allora verso nord; ciò che succedeva in Lombardia – nello stesso periodo – diviene logica conseguenza. La cosiddetta “scena milanese” brillava di luce propria con i vari Faust’O, Cattaneo, Garbo, ma nel calderone ci potrebbero finire altri nomi, altre realtà. Il rischio, però, di finire fuori tema incombe.

À la prochaine.

9 canzoni 9 … celebrando “La New Wave Italiana”

Lato A

Benvenuti tra i rifiuti • Faust’O

Boys & Boys • Ivan Cattaneo

Radioclima • Garbo

Aurora B • Krisma

Lato B

Guerra • Litfiba,

Recall • Frigidaire Tango

Siberia • Diaframma

My Blues is You • Neon

Staticità Malata • Detonazione