Due i casi a Bologna (solleciti da 100 euro, pena il recupero crediti), oltre 25mila in tutta Italia. Il sito sotto indagine degli inquirenti è Italia-Programmi.net di proprietà Estesa Limited con sede alle Seychelles. L'Antitrust l'ha già sanzionato per 1 milione e 500mila euro
Sulla Estesa Limited, proprietaria del marchio Italia-Programmi.net e del relativo sito Internet, pende infatti una sanzione datata 3 gennaio 2012 dell’Antitrust per un 1 milione e 500 mila euro. Motivo: pratiche commerciali scorrette segnalate all’autorità garante da più di 25 mila consumatori. Inoltre, se le 2 denunce presentate a Bologna sono oggetto di un’indagine della procura cittadina, anche i magistrati di Roma hanno già aperto un fascicolo e la polizia postale e la guardia di finanza della capitale si stanno occupando della questione per circoscriverne i profili penali.
Una questione che si concentra in questi termini. Il sito che fa riferimento alla società delle Seychelles propone agli utenti in rete lo scaricamento di un antivirus. Gratis, si dicono le pagine web, chiedendo ai navigatori solo di registrarsi (ma senza richiedere il numero di carta di credito). Al termine dell’operazione, parte il download da attivare con un click, ma contestualmente – e di questo l’utente non si accorge perché l’ “evidenza grafica”, scrive l’Antitrust, “non [è] sufficiente a un’immediata comprensione” – sottoscrive con la Estesa Limited un contratto biennale in cui si impegna a pagare 96 euro all’anno.
Ovviamente chi ha scaricato il software non lo fa perché non ha capito che di download a pagamento si tratta. E allora ecco gli “ultimi solleciti” maggiorati di 8,50 euro e la minaccia di azioni di recupero crediti. In questo modo – lo stesso vissuto dagli utenti bolognesi – il volume d’“affari” dell’azienda potrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni e mezzo di euro, senza contare che ci possono essere utenti che, per evitare rogne, hanno pagato.
Difficile al momento interrompere la pratica ritenuta scorretta dall’Antitrust. Il dominio Italia-Programmi.net, creato il 17 aprile 2011 e attivo (salvo rinnovo) fino alla stessa data del 2013, è intestato a tale Janette Francies, che come indirizzo dà quello dell’azienda a capo del business e che risulta responsabile sia degli aspetti amministrativi che tecnici del nome a dominio. Probabile dunque che anche il server che ospita le pagine web si trovi all’estero impedendo – o rallentando in modo anche consistente – a chiusura del sito.
Della vicenda negli ultimi mesi si sono occupate anche alcune associazioni consumatori. Tra queste l’Aduc, che già l’estate scorsa aveva raccolto le prime 57 segnalazioni e che aveva presentato un esposto-denuncia all’autorità garante aggiungendo in una nota diffusa in quel periodo: “Invitiamo gli utenti e continuare a inviarci le loro segnalazioni per eventuali integrazioni istruttorie da produrre all’autorità garante per la concorrenza ed il mercato, corredate se possibile da documentazione: ciò consentirà di comprendere l’estensione del fenomeno”.
Il modello utilizzato da Italia-Programmi.net ricalca lo schema dell’“easy download”, basato sullo stesso principio: invitare a uno scaricamento gratuito salvo trovarsi poi abbonati a un servizio non richiesto che pretende un corrispettivo. È un’attivista che “si compone di due elementi”, scrive su Webnewss ancora l’Aduc, “l’artificiosità e la poca trasparenza del modo cui si arriva al sito e la ‘leggerezza‘ degli utenti che si registrano senza tenere gli occhi sgranati e senza leggere ogni singola parola contenuta nella pagina web. Ciò detto, consigliamo di fare un esposto alla Procura della Repubblica, saranno poi i magistrati a valutare se sussista o meno il reato”.