Concorrenza, semplificazione e libero mercato. Il pacchetto di misure sulle liberalizzazioni è in discussione nel primo esame collegiale in Consiglio dei ministri. I decreti, che hanno l’obiettivo di stimolare la crescita, potrebbero essere tre. Oltre a quello sulle liberalizzazioni ci sarà un testo per semplificare le procedure per la creazione di infrastrutture (con le norme per il project financing). Sarebbe certo anche l’arrivo di un terzo provvedimento, un decreto ministeriale, che bloccherà la gara per le frequenze pubbliche, il cosiddetto beauty contest che avrebbe assegnato le frequenze a Rai e Mediaset
ECCO LA BOZZA DEL DECRETO
PROFESSIONI
Tariffe libere con preventivo
Chi ci guadagna. Via le tariffe minime e massime per le prestazioni dei professionisti: così i prezzi dovrebbero scendere, a vantaggio soprattutto dei giovani avvocati o commercialisti che possono competere sul prezzo, ma non sull’esperienza. Si riduce il ruolo degli ordini: se la parcella deve essere fissata dal giudice questo decide secondo equità e non chiedendo all’ordine.
Rischi. Per il cliente è difficile distinguere tra un avvocato e un altro, le tariffe regolate servivano a evitare squilibri. Per limitare i rischi di truffa ci sarà l’obbligo di preventivo.
IL GAS E SNAM
Più concorrenza (ma non subito)
Chi ci guadagna. Da sei anni, per rispettare le richieste dell’Ue, si cerca di separare la rete di distribuzione del gas dal principale operatore del settore, cioè Snam Rete Gas dall’Eni. Se entro sei mesi, come dice la bozza del decreto, Eni scenderà al 20% del capitale poi sarà possibile una vera concorrenza tra più operatori nel settore, con tariffe (si spera) più basse per i consumatori.
Rischi. Snam è quotata in Borsa, obbligare la cessione di consistenti pacchetti di azioni in mano pubblica rischia di far scendere il prezzo. E di trasformare la vendita in svendita
NEGOZI E BUROCRAZIA
Meno limiti per aprire bottega
Chi ci guadagna. Chi voglia aprire una nuova attività: vengono aboliti i limiti numerici e di spazio e le approvazioni preventive. Per i giovani viene introdotta una Srl semplificata. Esclusi i settori di “interesse pubblico”. I consumatori potranno avere più punti vendita e prezzi inferiori.
Rischi. I piccoli esercizi commerciali potrebbero restare vittime della grande distribuzione travolgendo la filiera corta di prodotti (ad esempio nell’alimentare). Il sistema di controlli ex post che serve a questo tipo di deburocratizzazione non è il forte della P.A. italiana.
BANCHE E ASSICURAZIONI
Più repressione sulle frodi
Chi ci guadagna. I cittadini per via del calo dei costi pagati per l’uso della moneta elettronica e dei prezzi della Rc auto: sull’assicurazione si punta sulla repressione delle frodi, che – per le compagnie – pesano per circa il 30% dei costi finali e sull’obbligo per l’agente di presentare al cliente più preventivi.
Rischi. Il rischio è che non succeda niente: che i prezzi di banche e assicurazioni non calino (o continuino a salire). La concorrenza – in entrambi i settori – non è una specialità, come ha più volte rilevato l’Authority.
BENZINAI E TRASPORTI
Aumentano i distributori no-logo
Chi ci guadagna. Chi voleva entrare nei settori chiusi (ditte private dei treni, nuovi tassisti o benzinai). Risparmi anche per i cittadini per via della promozione dei distributori no-logo, della concorrenza su treni e taxi, dell’intervento della nuova Autorità ad hoc sulle concessioni autostradali.
Rischi. Che nulla cambi: le società ferroviarie si faranno concorrenza solo sui clienti ricchi, che no-logo, self service e concorrenza non facciano abbassare il prezzo della benzina, che con più macchine in giro si riduca il reddito dei tassisti senza che migliori il servizio o i costi.
SERVIZI PUBBLICI
Più gare e più privati
Chi ci guadagna. L’aumento della trasparenza su come vengono gestiti i servizi pubblici e su quanto costano davvero va a beneficio di tutti. Idem il divieto di affidare senza gara servizi che valgono più di 900mila euro. Le gare faranno probabilmente aumentare il ruolo dei privati che puntano anche a rilevare le quote azionarie nelle ex municipalizzate che i Comuni devono vendere.
Rischi. Per le società quotate in Borsa il rischio è di essere costrette dalla legge di vendere a prezzi bassi. C’è poi un problema con il referendum di maggio sul settore idrico.
da Il Fatto Quotidiano del 20 gennaio 2011