Non sono intervenuto fino a oggi, ma dopo attacchi infamanti alla mia persona ritengo doveroso fare alcune precisazioni.

Leggo di pressioni, di manovre di accerchiamento, di epurazioni. Tutto questo lo leggo riferito alla mia persona, tutto questo lo leggo in relazione all’avvicendamento di Rossi alla presidenza di Asia, tutto questo lo leggo, nello specifico, in relazione alla annosa vicenda dei lavoratori dell’ex bacino Napoli 5. E soprattutto lo leggo in rapporto al ben più vasto tema dei rifiuti e del lavoro. Allora, leggendo tutto questo, mi nasce un senso di dolore profondo e di indignazione, non tanto per me stesso quanto per la storia di cui sono figlio e che, insieme a tanti altri, ho contribuito allo stesso tempo a costruire, con il mio personale impegno.

La storia di cui sono figlio e che ho contribuito a costruire è quella che racconta della battaglia per “un altro mondo possibile”. Una battaglia compiuta nella mia terra, la Campania, ma anche al di fuori di essa, come deve essere quando la battaglia è quella per il diritto alla salute oppure al lavoro. Ho impegnato la mia vita nella lotta alle eco-mafie per un ciclo di rifiuti alternativo e per la tutela dell’ambiente, così come l’ho impegnata nella difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. E’ il caso di ricordare che sono state proprio le mie denunce del 2003 ad avviare il processo, ancora in corso, sul “sistema” dei rifiuti e sulle degenerazioni delle gestioni commissariali in Campania.

Ci tengo dunque ad affermare con chiarezza che l’avvicendamento di Rossi alla presidenza dell’Asia non ha niente a che vedere con la viceda dell’impiego dei lavoratori dell’ex bacino Napoli 5. Vicenda rispetto alla quale lo stesso Rossi non ha mai manifestato alcun dissenso nell’ambito dell’istruttoria in corso da parte del Cda di Asia. Nello specifico caso, la Giunta ha compiuto solo un atto di indirizzo in base al quale chiedeva ad Asia di verificare, sempre nel rispetto della propria competenza e potestà contrattuale, se fosse possibile procedere a un impegno dei lavoratori dell’ex bacino Napoli 5, per altro a tempo determinato e con fine specifico: il loro utilizzo nell’operazione di trasporto transfrontaliero dei rifiuti via nave verso l’Olanda. Ricordo, e ciò non è secondario, che la problematica relativa all’impiego di questi lavoratori non è stata e non è ancora, ad oggi, oggetto di alcuna determinazione né da parte di Asia né del Comune.

E’ opportuno sottolineare che la sostituzione di Rossi è stata determinata dall’impossibilità per Rossi di realizzare compiutamente ed efficacemente gli obiettivi dell’amministrazione in materia di rifiuti e ciò anche quale conseguenza di tensioni interne all’azienda determinate da comportamenti e affermazioni pubbliche rese dallo stesso Rossi. Affermazioni e comportamenti assolutamente incompatibili con le delicate funzioni a lui assegnate perché denigratorie verso l’azienda e i dipendenti. Per tali ragioni l’amministrazione ha ritenuto opportuno, essendo l’Asia una partecipata del Comune, che fosse necessario un avvicendamento nella presidenza in modo da garantire piena attuazione ai nuovi obiettivi del piano rifiuti che ci siamo proposti di raggiungere. In questo senso, Raffaele Del Giudice rappresenta una garanzia: unisce infatti la completa condivisione degli obiettivi dell’amministrazione con l’amore sincero per la città. Ho già chiesto, infine, di essere ascoltato dai magistrati procedenti per consentire una corretta ricostruzione della vicenda.

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