Tra Comune e Provincia del capoluogo emiliano i casi sono decine. Il pm Giovannini: "L'inchiesta è un pozzo senza fondo di piccole e grandi furberie"
La procura ha verificato l’esistenza di due tipologie di utilizzo irregolare. In un caso i pass sono rilasciati dal Comune di Bologna, nell’altro da comuni limitrofi o da altre città d’Italia. In tutte e due i casi, però, si parla di disabili che ormai sono morti.
La polizia municipale ha scoperto, grazie ad una segnalazione, che alla morte del parente disabile, alcuni furbetti hanno continuato ad utilizzare il pass. Esiste però un sistema informatico che permette all’anagrafe di Bologna di comunicare a Sirio, il “vigile elettronico” che controlla gli accessi della Zona a Traffico Limitato del centro storico di Bologna, il decesso del residente e la conseguente cancellazione della targa. Ma il pass non viene restituito al Comune, e in alcuni casi viene utilizzato comunque per parcheggiare ovunque in centro, entrando però solo quando Sirio è spento. Un meccanismo possibile solo fino alla scadenza del tagliando, che dura cinque anni.
Il secondo caso scoperto dalla polizia municipale, invece, riguarda alcuni pass rilasciati da comuni adiacenti a Bologna o da altre città italiane. In questa circostanza, dopo la morte del disabile, i comuni non avrebbero comunicato l’avvenuto decesso al comune di Bologna, senza quindi permettere di inserire i dati nel cervellone di Sirio. In questo modo i furbetti, alcuni dei quali sarebbero studenti fuori sede, hanno potuto continuare ad utilizzare il pass, non solo per parcheggiare gratuitamente, ma anche per entrare in centro nella zona a traffico limitato quando Sirio è acceso.
Quest’ultimo caso riguarda circa una decina di persone, anche se gli accertamenti sono ancora all’inizio. Il comportamento sotto la lente della procura, l’utilizzo improprio del permesso, non integra però gli estremi del reato. È una violazione amministrativa prevista dal codice della strada, ma gli inquirenti sono intenzionati a verificare se c’è qualcosa di penalmente significativo.
Il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha dichiarato che “questa inchiesta è ormai un pozzo senza fondo, di piccole e grandi furberie. La Procura non può intervenire su tutto, occorre rivedere l’intera materia e in tal senso il sindaco Virginio Merola sta mostrando sensibilità e volontà di mettere ordine”, riferendosi alla decisione di ridurre il numero di targhe da associare ai pass per disabili.
L’assessore alla Mobilità del comune di Bologna, Andrea Colombo, ha comunque precisato che “constatato il decesso, dagli uffici comunali viene spedita una lettera agli eredi, in cui si intima la materiale restituzione del contrassegno arancione. A prescindere dalla effettiva riconsegna o meno del tagliando, da quel momento le auto eliminate sono soggette a multa da parte dei sistemi Sirio e Rita, ma anche degli ausiliari Atc per quanto riguarda la sosta, grazie ai palmari aggiornati in tempo reale”.
Mentre, in riferimento ai pass rilasciati da altri comuni, Colombo spiega che “l’amministrazione non può allo stato intervenire in modo diretto. Tuttavia, come già evidenziato nelle scorse settimane, il progetto di costituzione di una banca dati unica regionale dei permessi H, già finanziato e in corso di predisposizione, consentirà presto ai principali Comuni emiliano-romagnoli di scambiarsi informazioni aggiornate e dunque compiere accertamenti più efficaci, compreso quello relativo ai deceduti”.
L’idea quindi è quella di ridurre da dieci ad una le targhe da associare ai pass, di costituire una banca dati regionale, un protocollo di collaborazione con l’Ausl, e potenziare i controlli su strada della Polizia municipale. E conclude: “posso garantire che, anche grazie alle indagini in corso da parte della Procura di Bologna, proseguirà strenuamente e a tutto campo la battaglia della Giunta contro gli odiosi furbetti che in modo disonesto e illecito, abusando dei pass handicap, danneggiano i veri invalidi e lo stesso Comune”.