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Inchiesta P4, Alfonso Papa espulso dall’Anm

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L’Associazione nazionale magistrati ha espulso Alfonso Papa, magistrato in aspettativa e deputato Pdl coinvolto nell’inchiesta sulla P4. Il Comitato direttivo centrale ha approvato la richiesta del Collegio dei probiviri. E’ la prima volta che l’Anm prende una decisione così drastica, e non ci sono altri precedenti di espulsione motivata dal “discredito” gettato sull’ordine giudiziario a causa dei comportamenti per i quali Papa è sotto processo a Napoli.

La procedura che ha portato i probiviri a chiedere di mettere alla porta Papa – che prima di scendere in politica faceva il pm a Napoli e che in passato ha ricoperto incarichi di vertice all’interno dell’Anm – era stata avviata il 7 luglio scorso. I probiviri avevano anche convocato Papa per difendersi dalle accuse, ma il 20 luglio scorso, prima di quell’appuntamento, il parlamentare era finito in carcere dopo che la Camera dei deputati aveva accolto la richiesta di arresto formulata dal gip di Napoli. In carcere Papa è rimasto fino al 31 ottobre, quando ha ottenuto la detenzione domiciliare. Ed è tornato in libertà poco prima di Natale

Con i comportamenti emersi nell’ambito dell’inchiesta napoletana, ma anche con le accuse di persecuzione che ha rivolto ai suoi ex colleghi di Napoli davanti alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera , Papa ha “gettato discredito sull’ordine giudiziario”, hanno sostenuto i probiviri. In particolare, ha violato la norma del codice etico delle toghe che impone di mantenere “una immagine di imparzialità e di indipendenza”, ed evitare “qualsiasi coinvolgimento in centri di potere partitici o affaristici che possano condizionare l’esercizio delle sue funzioni o comunque appannarne l’immagine”. Per questo Papa è stato espulso ed è . obbligato a lasciare il sindacato delle toghe. Nel processo in corso il parlamentare è accusato di estorsione, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.

In passato la procedura è stata avviata con il contagocce e non ha mai portato all’adozione di sanzioni così estreme. Tre mesi fa era stato aperto un procedimento disciplinare anche nei confronti di Arcibaldo Miller, all’epoca ancora a capo dell’Ispettorato del ministero della Giustizia, ma lui si è dimesso prima della decisione, contestando l’infondatezza delle accuse a suo carico. Invece, a dicembre, si è chiuso con il proscioglimento l’iniziativa a carico di Giuseppe Narducci, per aver accettato l’incarico di assessore nella giunta guidata da Luigi De Magistris a Napoli, nella stessa città dove aveva svolto le funzioni di pm.

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