Il Corriere della Sera ci racconta che ieri Monti, nel corso del Consiglio dei Ministri che ha varato il decreto legge sulle liberalizzazioni, avrebbe detto, tra l’altro: “Abbiamo fatto il massimo senza arrivare al conflitto sociale“. Affermazione interessante e che merita qualche approfondimento.
Le condizioni necessarie per cui una legge possa causare un conflitto sociale sono essenzialmente due: il fatto che il contenuto della legge colpisca pesantemente una parte diminuendone significativamente lo status sociale e quella che la parte colpita abbia la volontà e la forza di aprire un conflitto. Alternativamente, basta che una categoria, pur a difesa di privilegi e non intaccata nel suo vivere sociale, decida comunque di aprire un conflitto che causa disagi sociali agli altri.
Non voglio entrare nel merito della qualità delle “liberalizzazioni” annunciate ieri dal governo, né dell’impatto più o meno positivo che avranno sulla vita della nazione. Vorrei invece aprire una discussione sui metodi usati dal governo da quando si è insediato, che mi sembrano alquanto schizofrenici facendo rilevare diversità di comportamenti e di approcci, tanto da far pensare che esistano un “Monti Jekyll” e un “Monti Hyde” che si alternano.
Ieri parlava Monti Jekyill, attento da un lato alla necessità di bilancio e di rilancio delle attività e dall’altro alla necessità di mantenere vivo e attivo il patto sociale che è il presupposto irrinunciabile per l’esistenza di una nazione; senza di esso non si può neppure parlare di Stato nel senso moderno del termine. Dr. Jekyill non è stato dettagliato nel precisare a cosa si riferisse, ma tutto lascia pensare che intendesse alludere a possibili conflitti con, ad esempio, benzinai o taxisti, con i secondi dei quali ha trattato per due o tre giorni prima di formulare la epocale riforma che prevede che l’eventuale aumento delle licenze sia fatto dall’Autorità dei trasporti dopo avere sentito i sindaci e prevedendo compensazioni tangibili per i tassisti che hanno già le licenze, escludendo peraltro che uno stesso soggetto possa avere più licenze. Ripeto, non discuto qui se l’attività dei taxisti vada riformata di più o di meno, constato unicamente che la prassi adottata da Jekyll è stata quella di convocare, discutere, recepire almeno in parte e poi deliberare.
Anche con la distribuzione dei carburanti si è arrivati a una soluzione che gli americani definirebbero “wishy washy”, cioè debole e titubante: sì, ai distributori multimarca ma solo per 500 (cinquecento!) di essi in tutta Italia; sì ai self service ma solo fuori dalle città. E che dire delle farmacie, i cui titolari avevano minacciato serrate? Qui si è aumentato il numero delle farmacie ma i medicinali in fascia C (che in gran parte del mondo si vendono e acquistano persino su internet) restano saldamente confinati nelle farmacie.
Ripeto di nuovo, non entro nel merito della mia opinione sulla giustezza o meno di queste liberalizzazioni, anche perché portano con sé, sia quando vengono fatte sia quando non lo sono, dei benefici e dei problemi; mi limito ad osservare come il buon Dr. Jekyll abbia lavorato con i guanti e abbia tenuto conto della possibile dirompenza di blocchi al servizio con paralisi delle città da parte dei taxisti, di lunghi scioperi dei benzinai che paralizzerebbero la nazione e di serrate delle farmacie.
Fin qui il governo Jekyll, che convoca, ascolta, recepisce, decide.
Altra prassi tenne invece il governo Hyde quando mise mano con la mannaia al sistema previdenziale; respinse al mittente la richiesta sindacale di discutere la riforma prima del suo varo, ricevendo i sindacati solo il giorno prima per allungare loro con benevolenza un testo già definito; mise in pratica con effetto immediato la più feroce riforma previdenziale mai fatta nella storia della previdenza mondiale e tagliò le indicizzazioni alle pensioni superiori ai 1.500 € (lordi) mese. Era all’opera Mr Hyde, che di conflitto sociale allora non parlò.
Torno all’incipit di questo testo: perché ci sia un conflitto sociale occorre che una categoria venga pesantemente colpita nel sociale e che abbia la forza e la volontà di aprire un conflitto. Poiché quando Mr. Hyde ha “pensionato la previdenza” il conflitto sociale non c’è stato, una delle due condizioni necessarie deve essere mancata: o la riforma non causa veri problemi sociali con il suo scalone di sei anni, l’età di ritiro più alta d’Europa, la deindicizzazione, l’ingessamento degli organici anziani, l’incerta copertura dei casi di disoccupazione etc., oppure le categorie colpite non hanno o la forza o la volontà di aprire il conflitto sociale; oppure, terza possibilità, non sono state informate sufficientemente su cosa comporta la riforma e sulle ricadute sul mondo del lavoro. Nell’un caso e nell’altro vedo una colpevole latitanza da parte delle organizzazioni sindacali che, così andando avanti, hanno esaurito la loro capacità di rappresentanza e di aggregazione effettiva.
Detto ciò aspetto con curiosità di vedere se al tavolo di discussione sulla riforma del mondo del lavoro si presenterà il Dr. Jekyll o Mr. Hyde. Ho la sensazione che la presenza dell’uno o dell’altro dipenda dal grado di durezza con cui questa volta la controparte vorrà e saprà credibilmente prospettare un eventuale conflitto sociale. E vedi mai che magari si riparli anche di conflitti legati a scaloni e mancata gradualità.