Perché gli adolescenti non riescono ad alzarsi dal letto? Perché fanno i compiti sempre all’ultimo momento? Perché devono andare in motorino senza casco? Perché non riescono mai ad arrivare a casa all’ora giusta?
Chiunque abbia un figlio o una figlia in transito nella fatidica età che va dai 12 ai 18 anni (ma per molti anche oltre) si è certamente posto queste domande. “È l’età ingrata”, si saranno risposti i più, chi con rassegnazione, chi con esasperazione. Risposta (quasi) esatta. È infatti palese che in quel periodo cruciale della vita il carattere di ogni individuo muta vistosamente. Ma ora è scientificamente provato che tutti quei comportamenti che fanno impazzire i genitori, così come la malinconia o l’esagerata esuberanza che affliggono più o meno tutti gli adolescenti, non sono semplicemente caratteriali ma hanno una causa precisa: la modificazione che avviene proprio in quegli anni nel cervello.
Lo spiega, con rigore scientifico ma con un linguaggio chiaro e accessibile, un saggio appena tradotto in Italia: “Nella testa degli adolescenti” (Urra –Feltrinelli), della neuropsichiatria olandese Eveline Crone. “I giovani si comportano in modo diverso dagli adulti perché il loro cervello lavora in modo diverso” scrive Crone, che nel Brain and Developement Laboratory dell’Università di Leida, in Olanda, da anni studia le modificazioni che avvengono nel cervello degli adolescenti attraverso esperimenti su diversi gruppi di età, dagli otto (età pubere) ai 24 anni (età adulta).
Gli studi consistono nell’assegnare ai ragazzi compiti precisi e, nel contempo, analizzare il comportamento del cervello: «Li facciamo giocare al computer e poniamo loro domande sui loro interessi e sulle loro attività quotidiane. Mentre svolgono questi compiti registriamo le attività del loro cervello, per vedere come si presenta e come lavora. Guardiamo direttamente anche sotto la scatola cranica, e le osservazioni ci mostrano come il cervello dei giovani controlla quello che fanno e come pensano, come programmano le attività, come affrontano i sentimenti, come stringono amicizie”.
Fra i risultati più importanti della ricerca c’è la constatazione che, durante la pubertà, l’equilibrio fra le attività delle diverse regioni cerebrali può facilmente rompersi, rendendo temporaneamente dominante un’area sull’altra: nessuna meraviglia, dunque, che in quell’età i ragazzi possano essere così imprevedibili.
Gli studi hanno inoltre messo in rilievo che la tempesta ormonale che si abbatte sugli adolescenti può influenzare lo sviluppo e l’organizzazione del cervello. “Accanto a nuovi interessi sessuali, le trasformazioni ormonali portano con sé forti sbalzi d’umore. Gli ormoni influiscono direttamente sull’attività cerebrale e in genere sollecitano fortemente le aree preposte all’elaborazione delle emozioni. (…) È importante comprendere che questi sbalzi sono normali. Diventare membri a pieno titolo della società è un processo fatto di alti e bassi che spesso si possono ricondurre a un sistema nervoso che perde facilmente l’equilibrio. L’adolescenza è un fase in cui il cervello si trova ancora nel bel mezzo di un processo di crescita e le regioni cerebrali che regolano le emozioni hanno sempre l’ultima parola”.
Il libro affronta comportamenti e attitudini dei ragazzi mettendoli in relazione con le trasformazioni delle diverse aree del cervello. Si capisce così come con l’età si modificano le capacità cognitive, come e quando si attivano i freni inibitori (e quindi perché in una certa fase della vita si è più temerari o avventati), ma anche perché i giovani sono più flessibili e imparano meglio le lingue.
Il testo può essere davvero utile per quei genitori che vogliano comprendere le ragioni profonde per le quali i loro pargoli si trasformano d’improvviso in alieni. Ma, avverte l’autrice, non è un libro di consigli su come comportarsi correttamente con loro. “Sicuramente il comportamento dei vostri figli non cambierà d’incanto dopo aver letto queste pagine. Un ragazzo difficile rimarrà difficile. Ma forse potrete capire meglio perché si comporta in modo così detestabile, perché è così insicuro o perché programma così male i propri impegni”.