Per almeno tre mesi, il viceprefetto Valerio Valenti, il dirigente del ministero dell'Interno Teresa Pace e l'ufficiale delle Fiamme Gialle Michele Donega passeranno ai raggi X Palazzo San Giorgio. La loro nomina è stata decisa dal prefetto Luigi Varratta dopo un confronto serrato con il Viminale
Un viceprefetto, un funzionario del ministero dell’Interno e un ufficiale delle Fiamme gialle. Sono i tre commissari nominati questo pomeriggio per verificare eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa al Comune di Reggio Calabria. Il viceprefetto Valerio Valenti, il dirigente di seconda fascia dell’amministrazione civile del ministero dell’Interno Teresa Pace e l’ufficiale della Guardia di Finanza Michele Donega passeranno ai raggi X Palazzo San Giorgio.
Gli accertamenti al Comune di Reggio avranno durata di tre mesi prorogabili nel caso in cui il lavoro dei commissari non si dovesse concludere entro la metà di aprile. La loro nomina è stata decisa dal prefetto Luigi Varratta dopo un confronto serrato con il Viminale. Come anticipato qualche giorno fa dal Corriere della Calabria, il ministero dell’Interno aveva deciso di disporre la commissione in seguito alla relazione che il prefetto Varratta ha inviato a Roma a fine dicembre. Una relazione pesantissima nella quale erano state inserite tutte le indagini della squadra mobile e dei carabinieri che, nell’ultimo anno, hanno toccato l’amministrazione comunale di Reggio.
Da ricordare, infatti, che a fine dicembre la polizia ha arrestato il consigliere comunale di centrodestra Pino Plutino, ex assessore all’Ambiente finito in manette con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Per la Direzione distrettuale antimafia, Plutino sarebbe vicino alla cosca Caridi che, stando alle indagini, avrebbe contribuito alla sua riconferma a Palazzo San Giorgio. Nella relazione del prefetto sarebbe finita anche la vicenda della Multiservizi, la società mista gestita per il 51 per cento dal Comune che, secondo la Dda, sarebbe stata in mano alla cosca Tegano.
Il Viminale era stato informato anche delle risultanze investigative dell’inchiesta che ha portato all’arresto del boss Santo Crucitti. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di quest’ultimo, infatti, sono comparse le intercettazioni ambientali tra il capo cosca e l’attuale assessore comunale ai Lavori pubblici Pasquale Morisani che si era recato, durante la campagna elettorale, nella sede dell’impresa di Crucitti.
A proposito di intercettazioni, sono finite nella relazione del prefetto anche le risultanze investigative dell’inchiesta ‘Meta‘, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo che, nei mesi scorsi, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex consigliere comunale di An Manlio Flesca. E’ la stessa indagine nell’ambito della quale il Ros ha relazionato circa un pranzo organizzato nell’ottobre 2006 da due imprenditori arrestati per mafia. Un pranzo al quale, oltre al boss di Sinopoli Cosimo Alvaro e ai suoi fratelli, era presente anche l’ex sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti, oggi governatore della Calabria.
Sullo sfondo, infine, i commissari vaglieranno le carte anche dell’inchiesta sulla voragine delle casse comunali che, secondo i periti della Procura e del ministero dell’Economia, ammonterebbe a oltre 140 milioni di euro. Un’indagine al centro della quale c’era l’ex dirigente al Bilancio del Comune, Orsola Fallara, morta nel dicembre 2010 dopo avere ingerito acido muriatico.