Con l’arresto di Massimo Ponzoni, ex assessore all’Ambiente della Regione Lombardia, con le accuse di bancarotta, corruzione, concussione e finanziamento illecito, continua la marcia trionfale dei più stretti collaboratori del Celeste Formigoni verso le patrie galere.
Naturalmente all’insaputa del povero Governatore che si limita a essere citato in tutte le intercettazioni fra delinquenti sul territorio e a essere fotografato in vacanze di sogno fatte a sbafo, ringiovanito dalle terribili T-shirt che sfoggia in tali paradisiache occasioni.
Il Celeste al Pirellone
Il ras della Lombardia
vive in lieta compagnia
di ploton di malfattori.
Ogni giorno saltan fuori
faccendieri di ogni risma,
ogni giorno un cataclisma
di fatturazion truccate,
gare pubbliche falsate,
di illegal finanziamenti,
corruzion, trucchi, tangenti,
fraudolente bancarotte,
società nate decotte,
rubalizi, turbative
e discariche abusive.
Ogni giorno prendon slancio
nuovi falsi nel bilancio
con politici indagati
per patrimonial reati.
C’è chi cerca yacht, denari,
ville e viaggi leggendari,
chi vuol Porsche e cocaina,
fiumi, non una bustina.
Il Celeste è circondato
da ogni tipo di imputato.
Il devoto Robin Hood
cominciò con l’oil for food,
sporco affare d’anni addietro
con il suo sodal De Petro,
condannato e poi prescritto.
Han problemi col diritto
tanti amici a lui vicini.
C’è Piergianni Prosperini,
condannato per mazzette
in turistiche pastette.
C’è la coppia acchiappa soldi
di Rosanna Gariboldi
con lo sposo, quell’Abelli
faraone ai tempi belli
per la Porsche e il jet privato.
C’è il sodal che vice è stato,
Franco Nicoli Cristiani,
capo dei samaritani
che trattavano i rifiuti
coi sistemi più evoluti:
li celavan tali e quali
sotto i manti autostradali.
Poi c’è il caso di Daccò
con il quale navigò
nel bel mar della Sardegna.
Daccò è quel che non disdegna
esportare i fondi neri
degli affari ospedalieri
del buonanima Verzé,
in aereo, avanti e indré,
prima di finire in cella.
Poi c’è Nicole, la pulzella
tenutaria di un casino,
ben accolta nel listino
del santissimo Celeste
e tuttora nelle peste,
coi papponi suoi sodali,
fra procure e tribunali.
Ed infin la ciliegina
sulla torta pidiellina:
va in prigion anche Ponzoni,
“c… e cul con Formigoni”
come disse al cellulare
un campion del malaffare.
Consigliere regional,
fu assessor del Celestial,
recordman di preferenze
ed esperto in indecenze
per far l’esazione ghiotta.
Or l’accusa è bancarotta,
corruzione e concussione
per scalare la Regione.
Ogni volta che un sodale
va in galera il Celestiale
mostra tutto il suo stupore.
Ogni volta il Buon pastore
parla di pecora nera
che non può sporcar la schiera
delle pecorelle bianche
che non cercan le palanche.
“Tutto avvenne a mia insaputa
e non voglio si discuta
la mia candida condotta!”
“Formigoni, se ne fotta!
Da tre lustri va così,
uno scandalo ogni dì,
uno schizzo dal pantano,
un arresto quotidiano…
Ma per Lei non cambia nulla.
In vacanza si trastulla
ed ovunque lo fa a sbafo,
in aereo, in motoscafo,
sullo yacht di un delinquente,
nell’hotel di brutta gente.
Sempre bello e colorato,
con magliette mozzafiato:
Pluto, Minnie, Topolino,
Qui, Quo, Qua, zio Paperino.
Passò dalla castità
alla tipa che la dà,
dalla laurea con la lode
al Governator che gode
dei favori di Daccò.
Formigoni, finché può,
col suo stile celestiale
parli ben, razzoli male…
Ma lo faccia in tutta fretta
perché il carcere la aspetta…”