Contestata la commissione che sta correggendo le prove del concorso presidi della Lombardia perché lavora in un ufficio accerchiato da concorrenti. A sollevare il problema è stato il responsabile regionale dello Snals Alessandro Dutto che, dopo aver raccolto numerose lamentele, ha subito inviato una nota di protesta. “Pervengono a questa Segreteria regionale – si legge nel documento inviato al direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio ed al responsabile organizzativo delle prove Mario Maviglia – segnalazioni circa il fatto che i lavori della Commissione oggetto della presente nota – lavori che attualmente dovrebbero concretarsi nelle correzioni degli elaborati- si starebbero svolgendo in locale dell’edificio in situazione di prossimità con locali ove opererebbero, quali distaccati, docenti che hanno partecipato alle stesse prove scritte oggetto di correzione da parte della detta Commissione. Ove tali segnalazioni corrispondessero ad una reale situazione di fatto, la scrivente segreteria non potrebbe che rilevarne la totale ed assoluta inopportunità. Di conseguenza chiedere che, anche soltanto per una ragione meramente formale che, in alcuni casi quali quelli della fattispecie in considerazione, può assumere a parere della scrivente carattere sostanziale, venga tempestivamente trovata una diversa soluzione”.
E’ l’ultimo episodio di contestazione di una prova che in tutta Italia sta sollevando proteste e ricorsi di ogni genere. “Spero che si colga la delicatezza della denuncia – aggiunge Dutto – Queste prove devono recuperare un minimo di credibilità, altrimenti saremo costretti a rivalerci in altra sede”. Una richiesta di rispetto di una elementare norma di prudenza che si inquadra in una situazione non del tutto trasparente proprio per i criteri di composizione della commissione stessa. Aveva infatti sorpreso che sin dalle prime battute del concorso la presidente del concorso designata la professoressa Viganò della Cattolica si era subito dimessa. Inoltre in una delle due sottocommissioni era arrivata come presidente una persona di fiducia dell’ex ministro Maria Stella Gelmini. Da qui il sospetto di un pesante condizionamento sugli esiti delle prove.
Ora la denuncia sulla logistica delle correzione delle prove: in un ufficio attiguo a quello di Maviglia, considerato il deus ex machina dell’operazione. In mezzo a tanti distaccati presso l’amministrazione scolastica regionale di via Ripamonti direttamente interessati all’operato della commissione. Perché in gara per avere un giudizio positivo delle prove sostenute. Una premessa che in prospettiva non garantisce il merito necessario che si deve richiede a chi dovrà gestire le scuole. “Un concorso come quello di cui ci stiamo occupando- osserva un esperto preside come Antonio Valentino – deve selezionare i dirigenti di cui la scuola avrà bisogno nei prossimi anni (o lustri). Pertanto coltivare una “idea esigente” del profilo DS resta, in prospettiva, la risposta più giusta alle trasformazioni radicali in atto anche nel mondo dell’istruzione (oltre che alle questioni poste, nel nostro paese, dalle nuove linee di tendenza sul dimensionamento degli istituti)”.