Lo scorso dicembre sono intervenuta durante la plenaria del Parlamento Europeo di Strasburgo per chiedere un tempestivo intervento dell’Unione Europea per fermare la continua violazione dei diritti umani in Kazakhstan (Asia centrale). Dal maggio scorso, a seguito di alcune manifestazione dei lavoratori dell’industria petrolifera nella provincia del Mangistau, il governo kazako è intervenuto in maniera sempre più dura, reprimendo qualsiasi forma di dissenso, di protesta e facendo tacere tutte le voci di libera informazione. Sindacalisti sono stati misteriosamente uccisi, radio e televisioni chiuse e perquisite, giornalisti aggrediti, lavoratori e manifestanti rinchiusi in carcere senza accuse.
Lo scorso 15 gennaio, con elezioni definite dall’Ocse “non democratiche”, il partito del presidente Nursultan Nazarbayev ha conquistato più dell’80% dei voti (rispetto all’88% delle elezioni del 2007 e con bassa affluenza alle urne). Ieri il leader del partito politico “Alga!” (che sta procedendo alla sua registrazione in Kazakhstan), Vladimir Kozlov, di ritorno dall’Europa dove aveva incontrato il Parlamento Europeo e la Commissione, è stato arrestato dal comitato di sicurezza nazionale kazako e la sua casa è stata perquisita. Stessa sorte è toccata, tra gli altri, a Mikhail Sizlov, Zhanbolat Mamay, Gulzhan Lepesova, Askar Tokmurzin e una quindicina di persone sono rimaste isolate dentro gli uffici del paritto “Alga!”. Il capo redazione del giornale Vzglyad, Igor Vinyavsky, è stato accusato del reato di “incitamento al rovesciamento violento dell’ordine costituzionale e alla violazione dell’unità del territorio della repubblica del Kazakhstan”.
Alcune delle persone arrestate io le ho conosciute di persona, le ho incontrate più di una volta. Non si sentono degli eroi, “solo” delle persone che credono nei diritti inviolabili che a ognuno deve avere garantiti. Eppure il loro coraggio, la loro azione per la democrazia rischiano di trasformarli in martiri. Io, ascoltando le loro testimonianze, promisi loro che non li avrei abbandonati e che avrei preteso pronte risposte da parte delle istituzioni europee. Oggi stesso ho depositato un’interrogazione all’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, Catherine Ashton, chiedendole di intervenire immediatamente. Inoltre proporrò una risoluzione d’urgenza per violazione dei diritti umani per la prossima plenaria del Parlamento Europeo.
L’Unione Europea è fondata sui diritti, sulla democrazia, non possiamo abbandonare i cittadini kazaki al loro destino.