Perché l’Italia dovrebbe assomigliare di più alla Germania
Dalla Germania, un’intervista approfondita a Mario Monti sulla crisi dell’Euro e sui sacrifici richiesti agli italiani.
Testata: Welt Online
Autore: Thomas Schmid
Data di pubblicazione: 11.01.2012
Traduzione di Sebastian Heinrich e Mirko Bischofberger per Italiadallestero.info
Il nuovo capo del governo italiano Mario Monti non è soltanto un politico, ma soprattutto un esperto di economia. Nella Germania Monti vede un esempio per l’Italia.
Welt Online: Presidente, il suo mestiere principale, a cui ha detto di voler tornare, è quello di economista. Cosa dice il Professor Monti dell’attuale crisi finanziare e della crisi dell’Euro?
Mario Monti: Posso soltanto ribadire ciò che il Professor Monti ripete da tempo. E cioè che innanzitutto la crisi dell’Euro non esiste. L’Euro è ancora molto forte – grazie soprattutto alla Banca Centrale Europea e all’indipendenza di quest’ultima. Sicuramente anche per l’Euro ci sono alti e bassi, ma tutto sommato è una moneta estremamente stabile. Naturalmente molti stati dell’Eurozona stanno vivendo una crisi finanziaria legata in buona misura all’indebitamento degli Stati membri. Entità e drammaticità dell’indebitamento variano molto tra i singoli stati, lo sappiamo bene. E una delle sfide per i prossimi mesi sarà trovare una via per governare e guidare un’Europa caratterizzata da disuguaglianze così forti.
Welt Online: Questa crisi quanto è legata all’Europa?
Monti: Dobbiamo finalmente imparare che questa crisi non è la conseguenza di un difetto del modello europeo, ma che viene dagli Stati Uniti. In Europa – e questo fa parte della nostra storia di successo – questa crisi non avrebbe potuto nascere. Virtualmente l’Europa si trova in una situazione eccellente. Dobbiamo soltanto comprendere e accettare questo fatto.
Welt Online: Oggi è il suo 57esimo giorno da Presidente del Consiglio italiano. Professore, aveva sottovalutato la montagna di problemi che deve affrontare?
Monti: Non credo. Conosco la mia Italia. Mi è sempre stato chiaro che il nostro Paese si trova davanti a problemi molto gravi, che si tratta di risolvere. Ma allo stesso tempo so che questi problemi sono risolvibili. E questi 57 giorni hanno rafforzato la mia convinzione che effettivamente sono risolvibili – l’Italia non è così renitente alle riforme quanto altrove talvolta si tende a considerarla.
Welt Online: E gli italiani sostengono il suo programma di dolorose riforme?
Monti: Lo sostengono eccome! La grande maggioranza degli italiani sta dimostrando una maturità politica che molti non avrebbero creduto possibile. E mi fa piacere dirlo ai lettori tedeschi: gli italiani sono molto meno lontani da quello che in Germania si chiama cultura della stabilità di quanto in tanti sospettino. Il mio governo in breve tempo ha presentato agli italiani una serie di decisioni – senza le procedure e i riti politici a cui finora si era abituati in Italia. Le decisioni sono state prese più rapidamente anche di quanto succeda in Germania. Anche da voi i processi sono lunghi e ci sono molte istanze, vengono consultati tanti gruppi d’interesse e parti sociali.
Welt Online: Che cosa avete deciso precisamente?
Monti: Solo 16 giorni dopo il giuramento del governo abbiamo elaborato e fatto approvare da un’ampia maggioranza parlamentare una legge che prevede misure rigide per il consolidamento delle finanze pubbliche. La legge è entrata in vigore il primo gennaio. Le racconto un aneddoto simpatico: poco fa ho incontrato a Parigi prima il Primo Ministro Fillon e poi il Presidente Sarkozy. Fillon mi disse: “Ho visto che ha portato avanti una riforma delle pensioni decisiva”. E poi mi ha chiesto: “Ma è una proposta del suo governo o soltanto un progetto? Perché il Presidente Sarkozy mi ha detto: ‘Sì, sì, gli italiani portano avanti un sacco di cose – ma non le concludono mai’.” E io allora ho potuto rispondergli: “No, no, non è un progetto, è una legge che è già entrata in vigore.” E pensi che contro questa legge – molto dolorosa – i sindacati hanno indetto uno sciopero di appena tre ore. Questa è una straordinaria prova di maturità da parte degli italiani.
Welt Online: E come riesce a far approvare in parlamento progetti così rivoluzionari per l’Italia?
Monti: Infatti al momento in Italia c’è una sorta di grande coalizione – non dovrei dirlo in realtà, non lo si sente dire volentieri in Italia. In Italia ci sono tre partiti e gruppi politici rilevanti, che si combattono molto aspramente. Non si parlano neanche. Ma tutti e tre sostengono le misure impopolari che ha deciso il mio governo. Questo è quasi un miracolo!
Welt Online: E gli italiani sostengono la sua politica di tagli dolorosi?
Monti: I sondaggi mostrano chiaramente che questo governo insolito, che non può offrire regali di nessun tipo, gode di uno straordinario sostegno da parte dei cittadini. Sebbene nulla di ciò che facciamo sia gradevole, ai cittadini interessano serietà e sincerità – poi sono anche disposti a fare sacrifici.
Welt Online: Lei chiede sacrifici agli italiani perché costretto dall’Unione Europea?
Monti: Assolutamente no. Non ho mai detto agli italiani che questi sacrifici sono necessari perché li vuole l’UE. Ho detto loro che dobbiamo realizzare queste riforme per un motivo completamente diverso: nell’interesse dei nostri figli e dei nostri nipoti. In ballo non c’è il nostro benessere, ma il futuro dell’Italia. Facciamo queste riforme non perché sono volute da fuori, ma perché decidiamo di farle noi. E i cittadini evidentemente la vedono allo stesso modo.
Welt Online: Lei sta dando l’idea di tanta armonia. Ma c’è un problema: lei è a capo di un governo “tecnico”, che vuole mettere in atto riforme al di là delle solite linee dei partiti. In quanto eletto, però, lei dipende da un parlamento che è responsabile dell’emergenza italiana. Crede davvero di poter ottenere l’appoggio necessario proprio da questo parlamento?
Monti: Ci troviamo in una situazione strana, ma molto interessante. È vero, i deputati potrebbero togliere il consenso a questo governo in qualsiasi momento.
Welt Online: E la Lega Nord è all’opposizione!
Monti: È vero. Eppure al momento disponiamo della maggioranza più larga di tutti i parlamenti del dopoguerra. Non condivido la sua espressione secondo cui tutti i partiti presenti in parlamento sono responsabili dell’emergenza italiana. Noto invece che i partiti per la maggior parte – da destra a sinistra – sostengono il mio programma, un programma che richiede agli italiani sacrifici significativi. Si potrebbe pensare che questi partiti facciano come la Lega e si oppongano al mio governo nella speranza di guadagnare voti. Ma non lo stanno facendo. E per me questo è un segno del fatto che alla fine si prendono le loro responsabilità, senza guardare a successi populistici. I partiti – mi scusi per la formula altisonante – tengono al bene dell’Italia.
Welt Online: Come mai questa svolta sorprendente?
Monti: In Italia c’è un abisso tra il mondo politico e l’opinione del popolo. Quando ho presentato il mio programma di governo in parlamento ho detto in modo molto gentile: noi vogliamo conquistare la fiducia dei deputati. Ma il vostro compito sarà riconquistare la fiducia dei cittadini. Dovete dimostrare che per voi gli interessi della nazione vengono prima degli interessi del vostro partito. Sono convinto che i rischi per il mio governo non vengano dall’Italia.
Welt Online: E da dove, invece?
Monti: Dall’Europa.
Welt Online: Ah sì? Io avevo capito che i problemi italiani fossero fatti in casa!
Monti: Quello che noi proponiamo agli italiani e pretendiamo da loro sono sacrifici pesanti. Sono necessari per portare avanti riforme che portano a una nuova e maggiore crescita. Per questo scopo sono necessarie le liberalizzazioni, tra cui quella del mercato del lavoro, che richiederanno sacrifici a molti cittadini. Tutto questo gli italiani lo hanno nettamente accettato, stando ai sondaggi. Ma il problema è che nonostante questi sacrifici l’Unione Europea non ci viene incontro, ad esempio abbassando i tassi d’interesse. I sacrifici che gli italiani stanno facendo oggi porteranno i loro frutti tra tre, cinque o dieci anni, per i nostri figli. E purtroppo constatiamo che questa politica in Europa non gode del riconoscimento e della stima che obiettivamente meriterebbe. Se per gli italiani in un futuro prevedibile non ci saranno successi tangibili della loro volontà di risparmiare e di fare riforme, in Italia ci sarà una protesta – che si sta delineando già oggi – contro l’Europa e anche contro la Germania, che viene considerata a capo dell’intolleranza dell’Unione Europea. Io chiedo grossi sacrifici agli italiani, ma li posso pretendere solo se per loro si prospettano vantaggi concreti.
Welt Online: Questi vantaggi potrebbero non arrivare subito. Il suo governo è in una condizione difficile: è condannato al successo, che gli italiani vogliono. Ma se avrete successo, questo – a causa dei sacrifici di cui lei ha parlato – sarà molto doloroso per gli italiani.
Monti: Se gli italiani accettassero che i sacrifici sono necessari, non vedrei in questo un successo del mio governo. Noi imporremo misure drastiche agli albi, alle corporazioni, e al mercato del lavoro incrostato. Ma posso vendere queste misure ai cittadini che ne soffriranno solo se portano a una nuova crescita. Ma non posso avere successo con la mia politica se non cambia la politica dell’UE. E se questo non avviene, l’Italia – che è sempre stata un paese molto filoeuropeo – potrebbe finire in mano ai populisti.
Welt Online: Oggi l’Unione Europea viene guidata dall’asse Berlino-Parigi. È un bene, visti gli equilibri del potere? Oppure bisogna cambiare questo dominio germano-gallico?
Monti: Una buona cooperazione del tandem franco-tedesco, che oggi è un tandem tedesco-francese, è un presupposto necessario dello sviluppo dell’Europa. Ma questo non basta, specie in un’Europa di 27 nazioni. Penso che questo si sappia a Berlino e Parigi. Penso che tutta l’Europa approfitti dell’armonia tedesco-francese.
Welt Online: Da questa armonia è però escluso tutto il resto dell’Europa. E questo dovrebbe essere un buon equilibrio?
Monti: Se Germania e Francia svolgessero un ruolo di impulso, questo sarebbe un bene. Tutta l’Europa ne approfitterebbe. Ma in questo caso entrambi i paesi dovrebbero comportarsi in modo tale da includere anziché escludere altri stati, come hanno fatto in passato. C’è il rischio che si verifichi quest’ultima ipotesi. Ovviamente i due paesi alla guida dell’Europa non dovrebbero presentarsi in modo troppo autoritario. Infatti, qual è stato il peggior errore commesso nell’UE negli ultimi dieci anni? È stato commesso nel 2003, quando Germania e Francia non rispettarono i criteri di Maastricht: è stato un errore madornale! Questi due paesi non dovrebbero quindi scandalizzarsi più di tanto. Per questo ho gradito molto l’invito della signora Merkel e del signor Sarkozy di iniziare un nuovo dialogo sistematico. In effetti un’Europa bipolare sarebbe una cattiva Europa. I due commetterebbero un’errore gravissimo se credessero di poter gestire da soli l’UE. L’Europa deve avere più centri. E l’Italia è uno di questi.
Welt Online: Allora devo essere più chiaro: l’Italia vuole e deve tornare a essere attore centrale nell’UE?
Monti: Vogliamo proprio questo. E credo che molti in Europa pensino che l’Italia oggi in Europa non sta giocando il ruolo che le spetterebbe. Siamo un paese forte e orgoglioso, con un’economia fondamentalmente efficace. Ho sempre avuto un rapporto di stima reciproca con la signora Merkel e un rapporto eccellente con il vostro ministro delle finanze Schäuble. Vede, io ho sempre lavorato per un’Italia che assomigliasse il più possibile alla Germania. Ho sempre voluto un’Europa della competizione, che fosse il più possibile legata all’idea dell’economia sociale di mercato pensata da Ludwig Erhard. Come vede, i miei sentimenti sono molto tedeschi. Posto ciò, dico che l’Italia può tornare e tornerà a giocare un ruolo più importante.
Welt Online: Lei ha detto che chiede alla grande Germania più rispetto nei confronti delle istituzioni europee. Che cosa intende?
Monti: Prenda il famoso incontro di Deauville tra la signora Merkel e il signor Sarkozy. È stato sicuramente molto creativo. Ma quello di cui si è parlato lì non era sicuramente in accordo con le regole dell’Unione Europea. Si è trattato di un’azione individualista e incoerente. È di fondamentale importanza per l’Europa il rispetto incondizionato delle regole. E questo vale in modo particolare per i grandi Paesi. Se i grandi paesi violano le regole – come ha fatto la Germania nel 2003 – non possono aspettare che le rispettino quelli piccoli. I grandi Paesi hanno una grande responsabilità, di cui in Europa non sempre sono stati all’altezza. Noi lo rivendicheremo.
Welt Online: Di quali temi parlerà oggi (11.01.2012 ndr) a Berlino con la signora Merkel?
Monti: Voglio informarla in modo dettagliato sulle riforme complesse e dolorose che in Italia non abbiamo discusso, ma deciso. Inoltre voglio informarla di quello che deciderà il mio governo nelle prossime settimane. Voglio portare a sua conoscenza quanto siamo disposti a portare avanti le riforme. Voglio mostrarle quanto siamo consapevoli che il rigore nei conti pubblici è indispensabile. Voglio presentarle un’Italia sicura di sé e orgogliosa.
Welt Online: Quindi informerà solo sui progressi dell’Italia.
Monti: Niente affatto. Voglio parlare con lei delle iniziative dei nostri tre paesi di portare avanti la crescita. Sappiamo perfettamente che se in Europa solo pochi paesi presentano una crescita significativa, questo non basta.
Welt Online: Lei è a favore degli Eurobond, la Signora Merkel è contraria. Cambierà la sua opinione, a breve o a lungo termine?
Monti: Questo tema non sarà al centro delle nostre consultazioni.
Welt Online: Ma sarà sicuramente un argomento importante nel corso dei colloqui con lei e gli altri che si terranno nelle settimane e nei mesi a venire.
Monti: Ha ragione. Ma gli Eurobond non devono essere uno strumento per evitare o mettere a repentaglio la disciplina nei conti pubblici.
Welt Online: Per tornare alla politica interna dell’Italia: uno dei tanti problemi del suo paese sono le retribuzioni estremamente alte dei parlamentari. Il capo degli stenografi del parlamento italiano guadagna poco meno del Re di Spagna. In che modo vuole riuscire a tagliare questi privilegi?
Monti: Un momento, lo stenografo non è un deputato, ma un impiegato..
Welt Online: …lo so. Lo prendo solo come esempio per dimostrare che l’apparato politico in Italia costa troppo.
Monti: È vero. Le spese per i parlamentari in Italia, come negli altri paesi europei, vengono stabilite dal parlamento. Il governo ha solo un’influenza limitata su questo. Ci occuperemo di questo argomento. Lo Stato e l’amministrazione pubblica devono essere più modesti in futuro, ma devono anche prendere le decisioni giuste perché in futuro persone con una buona formazione e grande talento siano disposte ad andare nell’amministrazione pubblica. Questo comporterà costi. Ma è vero che anche in questo settore dobbiamo risparmiare. Io ho fatto la mia minuscola parte rinunciando al mio stipendio di Presidente del Consiglio. Scherzi a parte: so bene che questo è solo una goccia nell’oceano.
Welt Online: Come vuole risolvere il problema più grande dell’Italia, la corruzione?
Monti: La corruzione non è solo un problema italiano – anche se è vero che da noi rappresenta un problema particolarmente grave. Sono convinto che il miglior modo di combattere la corruzione sia favorire la competizione. La corruzione cresce rigogliosa laddove ci sono i monopoli e manca la concorrenza. Più competizione significa meno spazio per la corruzione. Più coerentemente seguiamo gli standard europei nelle gare di appalto, più riduciamo lo spazio che rimane alla corruzione.
Welt Online: Di questo complesso di problemi fa parte anche l’evasione fiscale, che in Italia è di dimensioni spaventose.
Monti: Infatti. Abbiamo preso misure per combatterla, anche contro le resistenze dell’opposizione – per esempio di Silvio Berlusconi, che vede nascere un regime di controllo illegittimo. Ma ripeto: si tratta soprattutto di rendere impossibile la corruzione – e il modo migliore per ottenere questo è rafforzare la competizione. Ma questo non basta. Dobbiamo anche creare maggiore senso civico in questo paese. I cittadini, ciascuno per se stesso, devono rendersi consapevoli della loro responsabilità per la cosa pubblica. Anche questo sarebbe un contributo per favorire competizione, trasparenza e coesione nella società.
Welt Online: Recentemente ha detto che il suo è “un governo strano”. Come mai?
Monti: Sì, in effetti è strano. Già solo perché, per il modo in cui è nato e composto e per gli obiettivi che persegue, è completamente diverso dagli altri governi del dopoguerra. Nessun membro del governo, me compreso, si è candidato per un mandato, nessuno di noi è stato eletto. E allo stesso tempo abbiamo un sostegno largo quanto nessun governo prima di noi. Eppure nessuno dei partiti presenti in parlamento può dire che questo governo persegua i suoi obiettivi specifici. E infine le assicuro che mai e poi mai sarei stato disposto a entrare in un governo che non fosse strano.
Welt Online: Lei governa con il sostegno del Parlamento. Ma poiché nessuno dei partiti presenti in Parlamento è presente nel suo governo, in qualche modo governa aggirando il Parlamento.
Monti: Niente affatto. Molti parlamentari mi hanno detto: il suo governo riconosce il lavoro di noi deputati molto più dei governi precedenti, lei stima molto di più il nostro lavoro. Perché adesso non sono più i partiti a decidere le singole leggi tramite il vincolo di voto del gruppo parlamentare. Il governo deve cercare il consenso del Parlamento legge per legge. Questo attribuisce ai deputati maggiore competenza decisionale, ma allo stesso tempo hanno più responsabilità – ciascuno per sé. Non sono più legati così fortemente come in passato alla disciplina di partito. Come vede, non si può parlare di svalutazione del Parlamento.
Welt Online: Il suo governo, come ha dichiarato lei, non si occuperà in alcun caso della riforma del diritto elettorale. Non capisco perché, visto che l’attuale legge elettorale ha causato l’emergenza politica che lei ora, come governo di emergenza, deve affrontare. Per raggiungere successi stabili dovrebbe cambiare al più presto la legge elettorale.
Monti: Per rispondere con un po’ di ironia: dobbiamo lasciare qualcosa da fare anche ai partiti. Ammetto che questa non è una risposta troppo seria. La questione della legge elettorale è di così grande e fondamentale importanza che non vedo in che modo proprio questo governo tecnico, dichiaratamente non politico, potrebbe contribuire alla sua soluzione. Ovviamente possiamo elaborare una proposta, ma per fare questo non siamo di certo più qualificati dei partiti esistenti. Noi siamo al governo per risolvere urgenti problemi economici e di politica finanziaria, siamo al governo per dare un impulso di liberalizzazione alle strutture incrostate del mercato del lavoro italiano e per eliminare o almeno ridurre i vecchi privilegi a diversi livelli. E questo lo possiamo fare – spero meglio dei partiti.
Welt Online: Lei ha detto di voler essere Presidente del Consiglio solo fino alle elezioni politiche del 2013. Forse adesso ci ha preso gusto e potrebbe immaginarsi di continuare a governare dopo?
Monti: Assolutamente no. Non sono un politico e non ho intenzione di diventarlo. Assolvo a questo compito, dopodiché tornerò a dedicarmi alle cose che per me hanno maggior valore.
Welt Online: Nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, Altiero Spinelli hanno scritto un manifesto per un’Europa unita a Ventotene, sull’isola dei confinati. E dopo la guerra gli italiani sono stati a lungo europeisti entusiasti. Questa ormai è acqua passata. Che fine ha fatto l’utopia di Ventotene?
Monti: Un anno fa è stato fondato il Gruppo Spinelli, dedito al rilancio proprio di questo spirito. Io ne faccio parte. Che non si parli più tanto di questa utopia è dovuto anche al fatto che essa in buona parte è da tempo diventata realtà. L’Unione Europea esiste – le manca solo una struttura politica solida. Ma costruirla non è più una questione di utopie.
Welt Online: La struttura che lei chiede porterebbe agli Stati Uniti d’Europa?
Monti: Sono convinto che non avremo mai gli Stati Uniti d’Europa. Anche perché non ne abbiamo bisogno. Il grande tema europeo è la sussidiarietà, in due direzioni. Determinati compiti che prima erano di competenza nazionale devono passare alla comunità europea, e in parte ci sono già passate. E quelle competenze che non ha senso passare all’Europa devono restare agli Stati nazionali o addirittura passare a livelli più bassi.
Welt Online: In Italia, così come in Germania, i cittadini per molto tempo sono stati convinti dell’Europa unita perché era in chiaro contrasto con gli anni di guerra e distruzione che l’hanno preceduta. Ai giovani oggi questo non basta più come motivazione per l’UE. L’Europa ha bisogno di un nuovo modo di essere raccontata?
Monti: Sì. E non si può più parlare solo di guerra e pace – anche se penso che senza il processo di unificazione europea non si potrebbero escludere confrontazioni e guerre. Oggi ci sono in gioco soprattutto questioni di identità e di benessere. Per dirla chiaramente: l’Unione Europea è l’unica risposta pensabile e sostenibile ai problemi che pone la globalizzazione.
Welt Online: Come valuta il ruolo della Germania in Europa? Cosa pensa della Germania?
Monti: Mi piace molto la Germania. Soprattutto per la sua conquista più grande, l’economia sociale di mercato. È un modello meraviglioso. La Germania l’ha sviluppata e poi esportata in Europa, in tre tappe: i contratti di Roma del 1957, il contratto di Maastricht e infine il contratto di Lisbona. La Germania è il paese che ha dato di più all’Europa – ossia un modello di società funzionante e ben equilibrato.
Welt Online: Durante la lunga era Berlusconi l’Italia era un paese ideologicamente diviso in modo netto e inconciliabile. Il suo governo riuscirà a riunificare e riconciliare l’Italia?
Monti: Al momento in Italia c’è un sentimento di unità forte come non lo era da molto tempo. Il mio governo dispone, come già detto, della più ampia maggioranza parlamentare nella storia di questa Repubblica. I conduttori dei talk show televisivi iniziano a lamentarsi perché non riescono più a organizzare dibattiti che vengano condotti con ostilità appassionata. Se così vuole, abbiamo unito un po’ l’Italia. Ma la politica continuerà anche a dividere le persone. Il mio ideale sarebbe ritornare a una politica in cui ci sono sì le divergenze su cui bisogna poi confrontarsi e litigare. Ma deve anche esserci – e questo sarebbe una novità – un forte senso del bene comune, degli interessi comuni. Spero fortemente che l’Italia dopo le elezioni del 2013 ritorni a una dialettica politica normale – e a uno stile politico moderato, senza inimicizie a prescindere.
(Foto: LaPresse)