“L’Italia non può farcela da sola”. L’allarme arriva dal direttore del Dipartimento affari fiscali del Fondo monetario internazionale, Carlo Cottarelli, che poche ore dopo ritratta parzialmente: “L’Italia ha tre cose che deve fare. La prima è l’aggiustamento di bilancio, che già sta facendo a giusta velocità, con l’avanzo primario che migliorerà di oltre il 3 punti percentuali del Pil quest’anno e questo è un aggiustamento grande ma necessario. La seconda cosa sono le riforme strutturali, che l’Italia sta facendo, come mostrano le misure di liberalizzazione proposte dal premier Mario Monti. La terza cosa cosa va la di là di quello che Italia può fare da sola ed è la necessità di un firewall dell’Europa più grande”.
E’ proprio l’Fmi a tagliare le stime del nostro Paese: il prodotto interno lordo scenderà del 2,2% quest’anno e dello 0,6% il prossimo. Una sforbiciata pesante rispetto alle stime pubblicate dallo stesso istituto nel settembre scorso: il taglio è del 2,5% sulle previsioni 2012 e dell’1,1% sul 2013. E si prevede anche una crescita per il debito pubblico al 125,3% nel 2012 e al 126,6% nel 2013. Riviste al ribasso anche le stime del Pil mondiale: per quest’anno “la crescita viene rivista al 3,3%” e per il prossimo “al 3,9%, con un taglio rispettivamente pari allo 0,7% e allo 0,6% rispetto alle previsioni pubblicate a settembre”.
Secondo il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard “la ripresa mondiale, che era debole, rischia di entrare in stallo”. Promozione piena invece per la riforma delle pensioni del governo Monti. “Grazie a questa e alle precedenti riforme la spesa pensionistica annua diminuirà dell’1,75% del Pil nei prossimi 20 anni”. Si tratta, afferma l’Fmi, “della miglior performance tra i Paesi avanzati”.
Intanto il premio di rendimento dei titoli di Stato decennali in Italia è tornato questa mattina, anche se per pochi minuti, sotto i 400 punti, toccando il minimo di 399 punti base per poi chiudere a quota 417. Aiuta il risultato positivo dell’asta spagnola sui titoli di Stato a breve. Il valore toccato in apertura, era il dato più basso dall’inizio di dicembre. Sul fronte dei mercati azionari la giornata non è stata positiva. Le piazze finanziarie europee hanno ridotto i cali all’indomani dell’Eurogruppo, mentre resta da stabilire la portata del nuovo fondo salva-Stati. Il nodo da sciogliere riguarda la dote finanziaria. L’ipotesi più probabile è una crescita a 500 mld di euro ma le indiscrezioni vedono la Germania pronta ad accettare un potenziamento a 750 mld. Proseguono intanto in Grecia le trattative tra governo e banche per una ristrutturazione del debito pubblico.
I listini: l’indice Ftse Mib guadagna lo 0,14%, dopo vari tentativi di annullare i ribassi. In flessione Londra (-0,53%), Francoforte (-0,27%) e Parigi (-0,47%). Si allineano ai ribassi anche Amsterdam (-0,63%), la piazza belga (-0,57%), Zurigo (-0,38%) e Madrid (-0,90%). Tra i titoli più ceduti sui listini del Vecchio Continente figurano infatti Deutsche Bank (-3,15%), Commerzbank (-2,88%), SocGen (-4,78%) e Credit Agricole (-3,42%).