L'Espresso ha documentato l'uso "disinvolto" della macchina di servizio assegnata all'assessore al Bilancio della Regione Sicilia Gaetano Armao. Il video mostra Giuseppa Lara Bortolozzi salire e scendere dalla vettura con tanto di autista e lampeggiante. Una scena si ripete anche in altre occasioni
Con provvedimento datato 7 novembre 2013, il GIP di Palermo, dott. Lorenzo Matassa, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, ha archiviato l’inchiesta per peculato d’uso aperta a carico dell’ex assessore regionale siciliano, Gaetano Armao, ritenendo che non c’è stata lesione né nell’interesse patrimoniale né nell’attività funzionale dell’ente.
Chiedere chiarimenti su una vicenda che “rischia di allontanare ancora di più le istituzioni dalla gente”. Per questo motivo Titti Bufardeci, capogruppo di Grande sud alla Regione siciliana ha depositato ieri un’interrogazione rivolta al governatore Raffaele Lombardo sull’uso “disinvolto” dell’auto blu fatto dall’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao e denunciato da L’Espresso con un articolo – “L’auto blu tiene famiglia” – apparso nell’ultimo numero a firma del giornalista Lirio Abbate e ora disponibile online. Bisogna fare luce, chiede la Bufardeci, sulle “ pesanti accuse, circa l’utilizzo della suddetta auto di servizio da parte di persone definite a vario titolo “vicine all’Assessore all’Economia, non aventi titolo e diritto alle prestazioni di mezzi e personale pagati dalla Regione e destinati ad altri scopi”, ma non solo. Il riferimento è alla fidanzata di Armao, Giuseppa Lara Bortolozzi, 43 anni, magistrato in servizio alla sezione fallimentare del tribunale di Palermo, vista e filmata mentre sale dall’Audi A6 con autista e lampeggiante blu, assegnata al compagno dalla Regione Sicilia per il suo ruolo istituzionale di assessore. Le immagini mostrano la donna mentre sale sulla macchina accompagnata dall’autista. La scena si svolge nel cuore della città, in via Libertà, la strada principale del capoluogo siciliano.
Una situazione su cui i magistrati potrebbero indagare ravvisando nell’uso “disinvolto” dell’auto blu il concorso nel reato di peculato per distrazione. Anche perché, racconta sempre il settimanale, “la scena fotografata a Palermo lo scorso mese non è l’unica. In altre occasioni l’auto blu dell’assessore è stata utilizzata dal giudice Bartolozzi per farsi accompagnare a casa dai convegni a cui partecipava il “tecnico” della giunta Lombardo. E addirittura la macchina con il lampeggiante è stata notata mentre trasportava la tata della figlia dell’assessore.
Intervistato da vari media locali, Armao non ha smentito la vicenda, anzi ha “rivendicato” la vicenda: “Son separato e padre di una bambina – ha detto l’assessore a Siciliainformazioni – e posso vedere mia figlia due volte la settimana. Quando posso la porto con me, ovunque. A Palazzo d’Orleans, a Palazzo dei Normanni nei luoghi in cui si svolgono dibattiti, convegni e seminari ai quali vengo invitato a partecipare”. E cosa c’entra con l’autoblu? ”Che cosa dovrei fare, rinunciare a mia figlia a causa del mio ruolo istituzionale? Così la porto con me ogni volta che posso. Naturalmente accanto a lei c’è sempre la tata, come potrei fare diversamente? Lo sanno tutti che le cose stanno così, anche il presidente della Regione. I miei colleghi, i funzionari hanno capito e sopportano me e la mia bambina, il giornalista no…, e ne ha fatto un caso”. Secondo Armao si tratterebbe di “accanimento” nei suoi confronti essendo lui “sovraesposto”. Insomma, nessun accenno alla fidanzata e ai suoi giri con l’autista della Regione, pagato come è ovvio dai contribuenti.
Nell’interrogazione della capogruppo Bufardeci la vicenda viene portata all’attenzione di Lombardo: “Il presidente della Regione, se già a conoscenza di fatti, – si legge – avrà fatto le opportune valutazioni di merito, prima di conferire l’importante incarico di assessore all’Economia, qualora invece ne fosse venuto a conoscenza solo adesso, sicuramente, assumerà le decisioni che riterrà necessarie e opportune”. Per ora il governatore, prima che il caso esplodesse, una decisione l’aveva presa: passare dalle Audi A6 alle A4. Meno spaziose, meno potenti ma pur sempre comode vetture di prestigio che costano sul listino dai 30 mila euro in su. “E i cittadini pagano”.