La Camera approva il decreto legge Milleproroghe, confermando la fiducia al Governo. 469 i voti favorevoli, 74 i contrari e 5 gli astenuti. Martedì il documento sarà sottoposto al voto finale in Senato.
Si tratta della quinta fiducia ottenuta dal Governo Monti, da quando si è insediato. Le prime due, quelle programmatiche, le ha ottenute il 17 e il 18 novembre dello scorso anno segnando (con 281 sì al Senato e 556 alla Camera) il record dei consensi mai ottenuti prima da un Esecutivo. Negli altri due voti di fiducia, chiesti in occasione della manovra a dicembre, alla Camera aveva ottenuto 495 sì, 88 no, 4 astenuti e al Senato 257 sì, 41 no e 0 astenuti.
E l’Italia dei Valori ha votato negativamente proprio contro la richiesta di “fiducia. Questo è un voto in cui si chiede non di dare un giudizio di merito sul provvedimento – ha dichiarato Silvana Mura, parlamentare Idv, in Aula – ma di schierarsi politicamente. La maggioranza divisa ha imposto al governo questo voto. Noi non bocciamo tanto il Governo quanto la maggioranza politica che lo sostiene”.
Voto contrario anche dalla Lega Nord con il deputato Massimo Polledri che motiva dicendo che “questo è un provvedimento alla Cirino Pomicino che è diventato un prezioso consigliere di Monti: un pò di aumenti qua, qualche tassa là e il gioco è fatto. Monti – ha aggiunto Polledri- non è il comandante della nave, se mai è un ‘secondo’. A governare la nave sono Angela Merkel e Nicholas Sarkozy. Tassisti, notai, camionisti vi hanno già detto no”.
Soddisfazione, invece, nelle file del Pd. Pierluigi Bersani in particolare rivendica la correzione nel decreto delle norme sulle pensioni come un successo personale del suo partito. E’ un “nostro risultato”, ha detto, aggiungendo: “Nell’insieme è stato svolto un lavoro parlamentare buono”. Ed anche il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha abbandonato l’Aula dichiarando che “chi è stato responsabile dando il suo sostegno al governo non può tirarsi indietro”.