L'ammiraglio Brusco in Senato rincara la dose sulle accuse a Schettino e difende l'operato dei suoi uomini. Il procuratore di Grosseto: "Per adesso nessun altro indagato, stiamo lavorando"
”Allo stato non ci sono nuovi indagati”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Grosseto, Francesco Verusio, arrivando all’Isola del Giglio per un sopralluogo alla nave Concordia. “Lasciateci lavorare, stiamo lavorando”, ha aggiunto dopo aver parlato con gli inquirenti e prima di salire su una motovedetta dei Carabinieri a bordo della quale sta recandosi vicino al relitto di nave Concordia. Un’ispezione a sorpresa quella del Procuratore che servirebbe a verificare alcuni aspetti tecnici che gli servono per completare questa prima fase dell’indagine. Il resto, oltre a quello che il relitto racconta, glielo diranno i periti incaricati di trascrivere le comunicazioni tra Schettino e la compagnia, la Costa Crociera, che sembra destinata a finire nell’indagine: fu l’unità di crisi della compagnia a dire a Schettino di minimizzare e aspettare a lanciare il mayday.
E proprio sul ritardo della richiesta di soccorsi è intervenuto senza mezzi termini il comandante genelerale delle Capitanerie di Porto, Marco Brusco: “Se il comandante Schettino avesse dato l’allarme in tempo, forse non ci sarebbero state vittime”.“Se facciamo un attimo di attenzione e consideriamo che a bordo c’erano 4.200 persone, possiamo dire che è andata bene”, ha detto Brusco al Senato – Ma se il comandante non avesse fatto perdere un’ora preziosa, sarebbe andata di lusso”.
Poi Brusco si è soffermato sui controlli delle Capitanerie in merito alle rotte: “Il comandante è per legge l’unico responsabile nella condotta della nave – ha sottolineato – e a lui competono, nella determinazione delle rotte da seguire, le valutazioni che attengono ad elementi oggettivi quali la destinazione da raggiungere, le caratteristiche tecniche della propria unità, le condizioni meteo marine del tratto di mare che si deve percorrere, le previsioni per le successive 24 ore o quantomeno per il tempo necessario a raggiungere la successiva destinazione, la presenza della zona di mare da attraversare sottoposta a particolari vincoli, restrizioni e interdizione alla navigazione. Pertanto il comandante della nave individua la rotta migliore da percorrere anche in prossimità di una linea di costa – ha aggiunto – dove non è vietato navigare, purché si mantenga sempre e costantemente salvaguardata la sicurezza dell’unità e delle persone trasportate nonché delle altre unità che si trovano nella zona”.
Intanto nonostante la prescrizione della Asl di Grosseto che ieri sera ha bloccato l’accesso dei sommozzatori in due punti (D ed E) di nave Concordia per la putrefazione dei residui di materiale organico, proseguono le ricerche delle persone che ancora mancano all’appello. Sul molo è stata sistemata un attrezzatura particolare che consente ai sommozzatori, e alle loro attrezzature, di essere sottoposti a particolari lavaggi. Secondo quanto spiegato stamani il punto D è il corridoio più vicino al ristorante del Ponte 4 mentre il punto E è uno dei corridoi che nei primi giorni veniva utilizzato dai sub per arrivare al ponte 2. Già da qualche giorno, comunque, i sub dei vigili del fuoco e della guardia costiera avevano trovato altri punti più sicuri per entrare nella nave, non potendo utilizzare le mute antinquinamento che non consentirebbero loro di muoversi nella carcassa.