Non è mai arrivato da Saturno come Sun Ra e non hai mai frequentato il Cotton Club come Duke Ellington. Eppure il mondo musicale dell’Ethio jazz di Mulatu Astatke ha tratto parecchia ispirazione dalla follia dell’uno e dal rigore dell’altro. Provare per credere, diceva lo scomparso Guido Angeli. Perché il musicista africano vivente più ingiustamente ignorato dalle masse arriverà in Italia per tre esclusivi concerti: Torino, Milano e infine, il 25 febbraio alle 21.30 a Bologna.
Spazio insolito per gli otto elementi che Mulatu porterà con sé sul palco è il Teatro Duse rinato che, in collaborazione con il Locomotiv Club, e qualche servizio di marketing pubblicitario e di service scontato da parte del Comune di Bologna, ha tentato l’azzardo di chiedere al fondatore di un groove eterogeneo di allungare di una sera, la splendida trasferta italiana.
La fortuna, e sfortuna, dell’etiope Mulatu Astatke è che nel 2005 Jim Jarmusch dall’alto di un espressionismo cinematografico un po’ ammuffito ha deciso di chiamarlo per comporre, anzi risuonare, mezza colonna sonora di Broken Flowers. Così Mulatu ha riproposto tra le tante, almeno un paio di hit del suo periodo d’oro, quello a cavallo tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta: Yekermo Sew e Yegelle Tezeta.
Lì la riscoperta, anzi la scoperta tout court per almeno tre quarti di mondo. Perché Mulatu dopo aver fatto parlare di sé tra il ’64 e il ’75 per aver fatto nascere quell’ethio jazz, miscela impossibile tra la tradizione etiope, influenze latin, e elegante improvvisazione jazz, è come scomparso dalle scene fino all’intuizione di Jarmusch.
E dire che il più importante jazzista africano vivente, classe ’43, a metà anni sessanta si era trasferito prima a Londra, poi New York ed infine a Boston, dove divenne il primo studente africano a frequentare i corsi del Berklee College of Music. Grazie a questi numerosi soggiorni, che negli anni Settanta gli consentiranno di lavorare con gente del livello di Duke Ellington e Mongo Santamaria, Mulatu inizia pian piano ad innestare nelle pulsioni musicali della propria terra stimoli sonori sempre differenti, ignorando sia i confini tra i generi che i confini più prettamente geografici.
E se già nel 1998 con l’album raccolta a lui intermante dedicata, Ethiopiques 4, l’interesse sulla sua poetica musicale è tornata alla ribalta è con l’album del 2009 Inspiration information, affiancato dalla band degli inglesi Heliocentrics, che il vibrafonista e multi strumentista etiope ha riottenuto il posto nel palmares mondiale della storia del jazz che gli spettava. Addis black widow, Dewel, Mulatu e Esketa dance figurano come inimitabili capolavori, dove, come scrive onda rock.it: “il ritmo sincopato accompagna un cocktail da spiaggia, ma il roteare dei fiati seguito dal vibrafono di Mulatu, vengono impaginati su questo sfondo ritmico scapestrato”.
Nello stesso anno sempre la Strut Records, artefice dell’incontro con gli Heliocentrics e del fulgido riemergere del musicista etiope, gli pubblica una meravigliosa antologia, New York – Addis – London: The Story of Ethio Jazz (1965 – 1975), che attinge a piene mani agli anni londinesi ed americani che vanno dal 1965 al 1975, dove l’artista etiope dà vita a quell’inedita creatura musicale dell’Ethio Jazz.
Infine il nuovo album Mulatu Steps Ahead, di un anno fa. Un gradino più indietro, di nuovo alle radici del tanto caro Ethio Jazz, nella sue sfaccettature più fumose e dilatate con un effetto dirompente. Basta ascoltare Green Africa e Motherland per ritrovarsi tra un segnale musicale che sembra una litania di qualche chiesa copta e un vigoroso istrionismo jazzistico che, apriti cielo, ricorda i il magnifico groviglio di fiati in Blues and roots di Charles Mingus.
Per info su biglietti e prezzi: www.teatrodusebologna.it o www.locomotivclub.it
Emilia Romagna
Mulatu Astatke, il re
dell’Ethio Jazz, in esclusiva al Teatro Duse di Bologna
Sarà il 25 febbraio 2012 la terza data, dopo Torino e Milano, del tour del più grande musicista africano vivente. Dai successi e dalla fondazione di un genere musicale tra gli anni sessanta e settanta, il jazzista etiope è tornato alla ribalta nel 2009 con Inspiration Information assieme agli Heliocentrics
Spazio insolito per gli otto elementi che Mulatu porterà con sé sul palco è il Teatro Duse rinato che, in collaborazione con il Locomotiv Club, e qualche servizio di marketing pubblicitario e di service scontato da parte del Comune di Bologna, ha tentato l’azzardo di chiedere al fondatore di un groove eterogeneo di allungare di una sera, la splendida trasferta italiana.
La fortuna, e sfortuna, dell’etiope Mulatu Astatke è che nel 2005 Jim Jarmusch dall’alto di un espressionismo cinematografico un po’ ammuffito ha deciso di chiamarlo per comporre, anzi risuonare, mezza colonna sonora di Broken Flowers. Così Mulatu ha riproposto tra le tante, almeno un paio di hit del suo periodo d’oro, quello a cavallo tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta: Yekermo Sew e Yegelle Tezeta.
Lì la riscoperta, anzi la scoperta tout court per almeno tre quarti di mondo. Perché Mulatu dopo aver fatto parlare di sé tra il ’64 e il ’75 per aver fatto nascere quell’ethio jazz, miscela impossibile tra la tradizione etiope, influenze latin, e elegante improvvisazione jazz, è come scomparso dalle scene fino all’intuizione di Jarmusch.
E dire che il più importante jazzista africano vivente, classe ’43, a metà anni sessanta si era trasferito prima a Londra, poi New York ed infine a Boston, dove divenne il primo studente africano a frequentare i corsi del Berklee College of Music. Grazie a questi numerosi soggiorni, che negli anni Settanta gli consentiranno di lavorare con gente del livello di Duke Ellington e Mongo Santamaria, Mulatu inizia pian piano ad innestare nelle pulsioni musicali della propria terra stimoli sonori sempre differenti, ignorando sia i confini tra i generi che i confini più prettamente geografici.
E se già nel 1998 con l’album raccolta a lui intermante dedicata, Ethiopiques 4, l’interesse sulla sua poetica musicale è tornata alla ribalta è con l’album del 2009 Inspiration information, affiancato dalla band degli inglesi Heliocentrics, che il vibrafonista e multi strumentista etiope ha riottenuto il posto nel palmares mondiale della storia del jazz che gli spettava. Addis black widow, Dewel, Mulatu e Esketa dance figurano come inimitabili capolavori, dove, come scrive onda rock.it: “il ritmo sincopato accompagna un cocktail da spiaggia, ma il roteare dei fiati seguito dal vibrafono di Mulatu, vengono impaginati su questo sfondo ritmico scapestrato”.
Nello stesso anno sempre la Strut Records, artefice dell’incontro con gli Heliocentrics e del fulgido riemergere del musicista etiope, gli pubblica una meravigliosa antologia, New York – Addis – London: The Story of Ethio Jazz (1965 – 1975), che attinge a piene mani agli anni londinesi ed americani che vanno dal 1965 al 1975, dove l’artista etiope dà vita a quell’inedita creatura musicale dell’Ethio Jazz.
Infine il nuovo album Mulatu Steps Ahead, di un anno fa. Un gradino più indietro, di nuovo alle radici del tanto caro Ethio Jazz, nella sue sfaccettature più fumose e dilatate con un effetto dirompente. Basta ascoltare Green Africa e Motherland per ritrovarsi tra un segnale musicale che sembra una litania di qualche chiesa copta e un vigoroso istrionismo jazzistico che, apriti cielo, ricorda i il magnifico groviglio di fiati in Blues and roots di Charles Mingus.
Per info su biglietti e prezzi: www.teatrodusebologna.it o www.locomotivclub.it
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".