La compagnia Costa Crociere e le associazioni dei consumatori hanno raggiunto l’accordo sull’entità dell’indennizzo da dare ai superstiti: 11.000 euro a persona come “copertura di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, ivi inclusi quelli legati alla perdita del bagaglio e degli effetti personali, al disagio psicologico patito e al danno da vacanza rovinata”. A questa somma si aggiunge una cifra media di 3.000 euro. Il rimborso verrà riconosciuto indipendentemente dall’età del passeggero, considerando anche i bambini non paganti. Il provvedimento non riguarda le famiglie delle vittime ed i passeggeri feriti, per i quali è stato necessario effettuare trattamenti sanitari in loco. In questo caso l’indennizzo terrà conto della gravità del danno subito dai pazienti.

Saranno circa 3.000 i passeggeri che riceveranno questo tipo di rimborso. Soddisfatto Carlo Pileri, presidente dell’Adoc (associazione per la difesa e l’orientamentodei consumatori): “E’ un accordo storico, che chiude una vicenda drammatica una vera class action stragiudiziale che risarcisce anche il danno biologico per stress e vacanza rovinata in modo congruo”. Mentre il Codacons invita i passeggeri a non accettare un risarcimento “di soli 14mila euro”. Intanto proseguono le ricerche dei dispersi: i palombari della Marina Militare hanno fatto brillare una prima microcarica esplosiva per aprire un varco nel ponte 5. Questo permetterà ai vigili del fuoco di raggiungere parti dell’imbarcazioni, finora irraggiungibili. Il procuratore della Repubblica di Grosseto, Francesco Verusio, arrivato ieri all’Isola del Giglio per un sopralluogo alla nave Concordia, ha confermato che al momento “non ci sono nuovi indagati”.

Ancora ferme le operazioni di svuotamento del serbatoio: il recupero del carburante slitta a domenica, come conferma il commissario per l’emergenza Franco Gabrielli, dopo un briefing con la Smit/Neri. Il capo della Protezione Civile esclude anche che ci siano “rischi che il relitto della Concordia si muova”. A Grosseto è in corso l’interrogatorio di Ciro Ambrosio, vicecomandante di Francesco Schettino, anche lui indagato nell’inchiesta sul naufragio della nave da crociera. “Dimostreremo – ha detto l’avvocato difensore, Salvatore Catalano- che il mio assistito non ha responsabilità nei fatti, e che ha avuto un comportamento abbastanza corretto”. In Procura è arrivato anche il capo della sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno, Gregorio De Falco, diventato famoso per la telefonata in cui intima a Schettino di tornare a bordo. Intanto l’Unione sindacale Capitani e direttori di macchina ha deciso di non sospendere il comandante, rimandando ogni valutazione alla conclusione delle indagini.

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