Cinque arresti della Squadra mobile in una nuova tranche dell'inchiesta sul clan Valle-Lampada, attivo nel business dei videopoker. I militari accusati di essersi divisi uno stipendio di 40 mila euro al mese per chiudere un occhio sui controlli. Al 4 stelle Brun veniva ospitato il magistrato calabrese Giusti, già indagato
I cinque arresti sono stati ordinati dal Gip del Tribunale di Milano Giuseppe Gennari, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia, condotta dalla Squadra mobile del capoluogo lombardo, guidata da Alessandro Giuliano, e dal Nucleo Tributario della Guardia di finanza. Proprio gli uomini delle Fiamme gialle hanno proceduto all’arresto dei tre colleghi, in servizio a Milano e accusati di corruzione, si sarebbero spartiti 40-50mila euro al mese ottenuti dagli uomini della cosca per chiudere un occhio nei controlli sui videopoker truccati installati nei locali pubblici, un business d’oro per i Vallle-Lampada, già coinvolti in passato in inchieste per associazione mafiosa e usura. I militari erano colleghi di Luigi Mongelli, maresciallo delle Fiamme Gialle arrestato il 30 novembre scorso nella prima tranche dell’operazione. I tre avrebbero goduto da molti anni di una sorta di monopolio nelle attività che riguardavano le macchine da gioco dei locali pubblici milanesi.
Quanto al direttore dell’hotel Brun, un 4 stelle in zona San Siro, l’accusa è di favoreggiamento personale. Dalle indagini che nei mesi scorsi avevano già portato in carcere un avvocato, un politico e un magistrato calabrese, era emerso che il gip del Tribunale di Palmi Giancarlo Giusti, solo indagato, si faceva pagare viaggi a Milano ed escort dagli uomini del clan Lampada, con numerosi pernottamenti al Brun.
Le attività imprenditoriali del gruppo facevano capo a Giulio e Francesco Lampada, proprietari di numerosi bar e locali a Milano, arrestati lo scorso novembre.