Quest’assegnazione non s’ha da fare, né ora ne mai. Questo, in sintesi, il contenuto delle lettere di minaccia che i bravi di Cosa nostra hanno fatto recapitare al sindacalista della Cgil, Vincenzo Liarda, e all’assessore all’Economia della Regione Sicilia, Gaetano Armao, proprio mentre a Palermo veniva siglato l’accordo che assegnava il Feudo di Verbumcaudo al consorzio “Sviluppo e legalità” di San Giuseppe Jato.
Verbumcaudo è un podere di 150 ettari situato nel comune di Polizzi Generosa, che l’allora giudice istruttore Giovanni Falcone sequestrò a Michele Greco nel 1987, in quello che viene ricordato come il “Blitz delle Madonie“. Da allora, come spesso accade, lo Stato si disinteressò di quel bene, affidandolo, dal 1995, all’Arma dei carabinieri per l’addestramento dei suoi agenti. Quando, nel 2007, si incominciò a pensare a un riutilizzo sociale del feudo, secondo i dettami della legge 109, emerse che il possedimento era gravato da un’ipoteca di 2 milioni e mezzo. Il pericolo della vendita all’asta divenne reale, aggravato dal fatto che il tribunale civile di Termini Imerese affidò la gestione di Verbumcaudo, in comodato d’uso gratuito, agli ex fattori di Michele Greco, i fratelli Battaglia, che lo hanno condotto ininterrottamente fino ad oggi.
E’ a questo punto che entra in scena la figura di Liarda. Il sindacalista della Cgil sollecitò in tutte le sedi competenti una soluzione per quel bene confiscato che giaceva inutilizzato nel suo comune. La soluzione iniziò a intravedersi nel marzo scorso, quando Unicredit, erede del Banco di Sicilia, accettò di rinegoziare il mutuo a 440mila euro. Tre mesi dopo, l’assessore Armao annunciò che la Regione Sicilia si sarebbe accollata il debito, sbloccando, così, definitivamente, una querelle che si protraeva da 25 anni.
Ecco come si è arrivati all’oggi e a quelle due lettere intimidatorie. Per Liarda la tredicesima oramai. Con la differenza che questa volta bersaglio delle minacce sono soprattutto sua moglie e sua figlia, le cui iniziali erano appuntate, insieme alle sue, accanto a una croce. Nel caso il messaggio non fosse stato sufficientemente chiaro, gli estensori della lettera si sono premurati di esplicitarlo su un altro foglio: “Non hai vinto, hai condannato la tua famiglia. Devi sapere che non vivrete più e tu sai che lo faremo. La festa sta finendo, ti faremo terra bruciata in un modo o in un altro”.
Poche ore dopo, l’altra missiva veniva intercettata negli uffici dell’assessorato all’Economia: una foto di proiettili, una di Armao e ancora una di Liarda, insieme alle solite minacce di morte e alla promessa di riprendersi Verbumcaudo.
Quando, il 26 aprile del 2010, Liarda ricevette la prima lettera intimidatoria, il senatore Giuseppe Lumia volò a Polizzi per esprimergli la propria solidarietà e nel corso di un Consiglio comunale straordinario denunciò le famiglie mafiose dei Maranto, dei David, dei Privitera e dei Madonia, quali possibili mandanti. In altre occasioni chiese anche agli inquirenti di verificare eventuali rapporti che potessero intercorrere fra la famiglia degli ex fattori di Michele Greco, che è incensurata, e il clan dei Madonia.
Dopo quel primo avvertimento ne seguirono molti altri, a quel punto rivolti anche al senatore Lumia. Come quello che il 15 aprile scorso venne recapitato nel suo ufficio al Senato: “Voi ci avete tolto la terra, noi vi toglieremo la vita. Non abbiamo premura, il tempo è nostro amico. Finirà questa attenzione e voi siete soli e morti pezzi di m…”.
Su una cosa si sbagliano, drammaticamente, gli uomini di Cosa nostra: l’attenzione. Fuori dalla Sicilia questa storia non arriva.
A 24 ore dall’accaduto, Liarda non è stato ancora chiamato in Questura o in Prefettura per discutere delle misure da adottare e delle indagini da avviare o già avviate.
Al telefono è scoraggiato e contento allo stesso tempo. Contento perché la firma siglata ieri è il coronamento di un lungo lavoro, svolto in sinergia con l’Università di Palermo per fare di Verbumcaudo un distretto agricolo d’eccellenza, dove produrre nuove varietà di vino dal recupero di viti abbandonate e dove raccogliere una banca dei semi. Un progetto che costituisce una possibilità concreta d’impiego per i giovani del comprensorio madonita e un modo per rilanciare il territorio all’insegna della qualità e dell’innovazione.
Dall’altro lato, però, si sente abbandonato. All’immancabile solidarietà del senatore Lumia, se ne sono aggiunte altre, come quella del segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani. Ma molte altre sono mancate, a cominciare dai dirigenti nazionali della Cgil, in cui Liarda milita. “Alcune, poi – dice – sono solidarietà che sfumano come rugiada al sole e io sono stanco di atti estemporanei”. Il riferimento è ancora una volta alla Cgil, che già in passato aveva annunciato delle manifestazioni che poi non si sono tenute. “E’ tempo di lavorare seriamente e con continuità – ha concluso – perché io non sono più disposto a fungere da vetrina per nessuno”.
di Chiara Pracchi
Cronaca
Sicilia, sindacalista e assessore minacciati per
l’assegnazione di un bene confiscato alla mafia
L'area in questione fu sequestrata da Giovanni Falcone a Michele Greco nel 1987 durante il Blitz delle Madonie. Dopo 25 anni finalmente viene sbloccata definitivamente e dal quel momento sono cominciate le intimidazioni
Quest’assegnazione non s’ha da fare, né ora ne mai. Questo, in sintesi, il contenuto delle lettere di minaccia che i bravi di Cosa nostra hanno fatto recapitare al sindacalista della Cgil, Vincenzo Liarda, e all’assessore all’Economia della Regione Sicilia, Gaetano Armao, proprio mentre a Palermo veniva siglato l’accordo che assegnava il Feudo di Verbumcaudo al consorzio “Sviluppo e legalità” di San Giuseppe Jato.
Verbumcaudo è un podere di 150 ettari situato nel comune di Polizzi Generosa, che l’allora giudice istruttore Giovanni Falcone sequestrò a Michele Greco nel 1987, in quello che viene ricordato come il “Blitz delle Madonie“. Da allora, come spesso accade, lo Stato si disinteressò di quel bene, affidandolo, dal 1995, all’Arma dei carabinieri per l’addestramento dei suoi agenti. Quando, nel 2007, si incominciò a pensare a un riutilizzo sociale del feudo, secondo i dettami della legge 109, emerse che il possedimento era gravato da un’ipoteca di 2 milioni e mezzo. Il pericolo della vendita all’asta divenne reale, aggravato dal fatto che il tribunale civile di Termini Imerese affidò la gestione di Verbumcaudo, in comodato d’uso gratuito, agli ex fattori di Michele Greco, i fratelli Battaglia, che lo hanno condotto ininterrottamente fino ad oggi.
E’ a questo punto che entra in scena la figura di Liarda. Il sindacalista della Cgil sollecitò in tutte le sedi competenti una soluzione per quel bene confiscato che giaceva inutilizzato nel suo comune. La soluzione iniziò a intravedersi nel marzo scorso, quando Unicredit, erede del Banco di Sicilia, accettò di rinegoziare il mutuo a 440mila euro. Tre mesi dopo, l’assessore Armao annunciò che la Regione Sicilia si sarebbe accollata il debito, sbloccando, così, definitivamente, una querelle che si protraeva da 25 anni.
Ecco come si è arrivati all’oggi e a quelle due lettere intimidatorie. Per Liarda la tredicesima oramai. Con la differenza che questa volta bersaglio delle minacce sono soprattutto sua moglie e sua figlia, le cui iniziali erano appuntate, insieme alle sue, accanto a una croce. Nel caso il messaggio non fosse stato sufficientemente chiaro, gli estensori della lettera si sono premurati di esplicitarlo su un altro foglio: “Non hai vinto, hai condannato la tua famiglia. Devi sapere che non vivrete più e tu sai che lo faremo. La festa sta finendo, ti faremo terra bruciata in un modo o in un altro”.
Poche ore dopo, l’altra missiva veniva intercettata negli uffici dell’assessorato all’Economia: una foto di proiettili, una di Armao e ancora una di Liarda, insieme alle solite minacce di morte e alla promessa di riprendersi Verbumcaudo.
Quando, il 26 aprile del 2010, Liarda ricevette la prima lettera intimidatoria, il senatore Giuseppe Lumia volò a Polizzi per esprimergli la propria solidarietà e nel corso di un Consiglio comunale straordinario denunciò le famiglie mafiose dei Maranto, dei David, dei Privitera e dei Madonia, quali possibili mandanti. In altre occasioni chiese anche agli inquirenti di verificare eventuali rapporti che potessero intercorrere fra la famiglia degli ex fattori di Michele Greco, che è incensurata, e il clan dei Madonia.
Dopo quel primo avvertimento ne seguirono molti altri, a quel punto rivolti anche al senatore Lumia. Come quello che il 15 aprile scorso venne recapitato nel suo ufficio al Senato: “Voi ci avete tolto la terra, noi vi toglieremo la vita. Non abbiamo premura, il tempo è nostro amico. Finirà questa attenzione e voi siete soli e morti pezzi di m…”.
Su una cosa si sbagliano, drammaticamente, gli uomini di Cosa nostra: l’attenzione. Fuori dalla Sicilia questa storia non arriva.
A 24 ore dall’accaduto, Liarda non è stato ancora chiamato in Questura o in Prefettura per discutere delle misure da adottare e delle indagini da avviare o già avviate.
Al telefono è scoraggiato e contento allo stesso tempo. Contento perché la firma siglata ieri è il coronamento di un lungo lavoro, svolto in sinergia con l’Università di Palermo per fare di Verbumcaudo un distretto agricolo d’eccellenza, dove produrre nuove varietà di vino dal recupero di viti abbandonate e dove raccogliere una banca dei semi. Un progetto che costituisce una possibilità concreta d’impiego per i giovani del comprensorio madonita e un modo per rilanciare il territorio all’insegna della qualità e dell’innovazione.
Dall’altro lato, però, si sente abbandonato. All’immancabile solidarietà del senatore Lumia, se ne sono aggiunte altre, come quella del segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani. Ma molte altre sono mancate, a cominciare dai dirigenti nazionali della Cgil, in cui Liarda milita. “Alcune, poi – dice – sono solidarietà che sfumano come rugiada al sole e io sono stanco di atti estemporanei”. Il riferimento è ancora una volta alla Cgil, che già in passato aveva annunciato delle manifestazioni che poi non si sono tenute. “E’ tempo di lavorare seriamente e con continuità – ha concluso – perché io non sono più disposto a fungere da vetrina per nessuno”.
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Strage a New Orleans: 15 morti. Veterano, texano, indebitato: chi era il killer, Shamsud-Din Jabbar. I video girati prima dell’attacco
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Ho appreso con sgomento del vile attentato che ha provocato molte vittime e feriti nella città di New Orleans. Il popolo italiano partecipa al lutto di quanti hanno perso i loro cari e auspica il pronto ristabilimento per i feriti". Si legge nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Presidente degli Stati Uniti d'America, Joe Biden.
"In questo momento di dolore per il popolo americano, tengo a riaffermare il deciso proposito della Repubblica Italiana di contrastare nel modo più fermo ogni forma di terrorismo, sulla base di quei valori di civiltà, democrazia e rispetto della vita umana, da sempre condivisi con gli Stati Uniti. In spirito di vicinanza e in attesa di accoglierla a Roma, Le rinnovo, Signor Presidente, le espressioni del più profondo cordoglio delle Repubblica Italiana e mio personale".
Milano, 2 gen. - (Adnkronos) - Ha confessato il 19enne fermato mercoledì sera perché ritenuto responsabile dell'omicidio di Roberto Comelli, il 42enne ucciso con una coltellata al petto nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio a Provaglio di Iseo (Brescia).
Stando a quanto apprende l'AdnKronos, il ragazzo si è assunto la responsabilità del gesto. Secondo quanto ricostruito, la notte di Capodanno il 42enne avrebbe provato a entrare a una festa privata in cui erano presenti diversi giovani. Il 19enne durante l'interrogatorio ha riferito che la vittima avrebbe avuto un atteggiamento molesto già una prima volta alle 22, disturbando la festa in corso.
Dopo essere stato allontanato, attorno alle 4 si è ripresentato. Il giovane, sentendosi "impaurito" e "minacciato" da questo atteggiamento si è presentato alla porta recando con sé un coltello. Tra i due non ci sarebbe però stato alcun contatto prima della coltellata sferrata alla vittima. Il 19enne, dopo il fermo, è stato portato nel carcere di Bergamo.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - “È il patriottismo del quotidiano, il richiamo a cui dobbiamo rispondere. Le parole del Presidente della Repubblica sono sempre un monito e uno sprone. Sergio Mattarella ha Richiamato gli aspetti positivi dell’anno che si è concluso, come l’occupazione, i dati delle esportazioni e del turismo, l’altruismo e la speranza che ci ha donato Sammy Basso. E’ chiaro che ci sono delle problematiche ereditate che vanno risolte e siamo qui per questo". Così Augusta Montaruli, vice capogruppo Fdi alla Camera dei Deputati, intervenendo a “L’aria che tira” su La7.
"Il governo sta lavorando e non intendiamo sottrarci. Penso anche alla parola rispetto, citata dal Presidente Mattarella, per la giornata del rispetto da me proposta in onore di Willy Monteiro, che sarà celebrata il prossimo 20 gennaio, con la legge sul cyberbullismo di cui sono stata prima firmataria. È il patriottismo del quotidiano, il richiamo che ci muove Mattarella, all’esserci con l’azione, accorciando le distanze, come il governo sta facendo nelle zone d’ombra come a Caivano”.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Siamo vicini a Cecilia Sala e sosteniamo l’azione del governo ed in particolare della Farnesina che sta lavorando per riportarla a casa. In questo momento delicato è necessario evitare ogni polemica e stare tutti dalla stessa parte per favorire una rapida soluzione diplomatica". Lo scrive Maurizio Lupi sui social.
(Adnkronos) - Il mondo della musica nel 2025 riserverà diverse sorprese, con tanti nuovi album in arrivo nel corso dei prossimi 12 mesi, da Lady Gaga fino a Jovanotti. Alcuni sono una certezza, c’è già una data d’uscita. Per altri, solo velatamente annunciati. Quel che è certo è che sia il panorama italiano sia quello internazionale ne riserveranno delle belle.
A partire da Lady Gaga, tornata in pista con il nuovo singolo ‘Disease’. I rumors si rincorrono da mesi, lei ha garantito che a febbraio uscirà il nuovo album, 'LG7', a cinque anni da 'Chromatica' ma non si conosce ancora una data ufficiale per l’uscita. Le uniche informazioni trapelate sono un feat con Bruno Mars e che l’album conterrà un mix di generi diversi, come affermato da Miss Germanotta in un’intervista al Los Angeles Times.
E’ invece già cerchiata in rosso sul calendario, la data di uscita di ‘Il corpo umano’, l’album di inediti di Jovanotti anticipato dal singolo ‘Montecristo’ che il 31 gennaio segnerà il ritorno dell’artista con dei pezzi che troveranno spazio nel suo ‘PalaJova! 2025’, al via da marzo. Esce il 5 gennaio ‘Debí Tirar Más Fotos’, il nuovo disco di Bad Bunny, che includerà 17 brani, e cinque giorni più tardi, il 10 gennaio, sarà la volta di Franz Ferdinand con ‘The Human Fear’, che la band scozzese farà ascoltare anche in Italia a febbraio con un’unica data del suo tour al Fabrique di Milano. Tra gli album più attesi a gennaio ci sono anche FKA twigs con il suo 'Eusexua' e The Weeknd con ‘Hurry Up Tomorrow’, entrambi disponibili dal 24 gennaio. A due anni da ‘Club Topperia’, il 17 gennaio torna anche Myss Keta, con un nuovo progetto cui seguirà un tour europeo.
Febbraio sarà invece il mese del metal, con i Lacuna Coil di ritorno con ‘Sleepless Empire’, disco di inediti in uscita il 15 febbraio, a distanza di 6 anni dal precedente album della band italiana, ‘Black Anima’. Appuntamento il 7 febbraio, invece, con i Dream Theater e il loro ‘Parasomnia’, che segnerà il ritorno del batterista Mike Pornoy, assente dal 2009 dalla line-up. Sempre restando in territorio metal, febbraio sarà il mese degli Architects, la band metalcore di Brighton, che torna in scena il 28 febbraio con ‘The Sky, The Earth & All Between’. Tra le popstar più amate, Tate McRae, pubblicherà invece il suo terzo album, ‘So Close to What’, il 21 febbraio.
Si intitola invece ‘Tsunami Sea’ e promette di mantenere le promesse del titolo il nuovo album degli Spiritbox, che dovrebbe arrivare nei negozi il 7 marzo. Del resto, basta vedere il successo travolgente di questa band canadese per capire che strapperà più di un consenso tra i fan, visto che dal vivo gli Spiritbox continuano a inanellare trionfi su trionfi, aprendo show di giganti del metal come i Korn o i Linkin Park, che quest’anno accompagneranno nel tour mondiale. Grande attesa anche per il nuovo progetto di Lana Del Rey, 'The Right Person Will Stay', nel quale l’artista ha promesso di esplorare ancora il country e l'alternative pop. Il disco, inizialmente annunciato con il titolo di ‘Lasso’ uscirà il 21 maggio.
Non c’è niente di confermato ma i fan sperano in un ritorno in grande stile di due delle band che hanno segnato tutta una generazione negli anni Novanta. I primi sono i Deftones. L’ultimo lavoro della band capitanata da Chino Moreno, ‘Ohms’ risale a cinque anni fa e il frontman ha lasciato intendere di essere tornato in sala di registrazione con il gruppo. Niente di certo ma qualche indizio lo ha dato anche Trent Reznor. Il frontman dei Nine Inch Nails, dopo aver firmato negli ultimi anni che con Atticus Ross le colonne sonore di ‘The Social Network’, gli è valsa un premio Oscar, ‘Challengers’, ‘Soul’ e ‘Tron: Ares’ ha rivelato a ‘The Hollywood Reporter’ di star lavorando al nuovo album della band. “Stiamo prendendo l'ispirazione che abbiamo raccolto per incanalarla in un progetto dei Nine Inch Nails, a cui stiamo lavorando ora. Siamo pronti a tornare al posto di guida” ha ammesso.
Se così fosse, il 2025 si annuncia un anno davvero ricco e pieno di colpi di scena.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Chiediamo al Governo verità e chiarezza sulle condizioni di detenzione della nostra connazionale Cecilia Sala. E ribadiamo la totale disponibilità a collaborare con la maggioranza per ottenere la liberazione immediata. Non c'è altro tempo da perdere, non ci sono vacanze che tengano". Lo scrive sui social Marco Furfaro del Pd.
"Da 14 giorni Cecilia Sala è in isolamento completo. E le sue condizioni di detenzione sono ben lontane da quelle che il ministro Tajani ci aveva raccontato, arrivando a definirle 'dignitose'. In una cella senza letto, con una semplice coperta da usare come materasso. Privata del sonno attraverso la cosiddetta 'tortura bianca', con i fari della cella tenuti accesi giorno e notte".
"E il pacco con i beni di prima necessità (un ricambio di vestiti, una mascherina per gli occhi, prodotti per l'igiene), che l'ambasciatrice italiana ha tentato di consegnarle? Mai arrivato, malgrado il ministro degli Esteri avesse assicurato il contrario".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Calpestare la dignità di Cecilia Sala significa calpestare la dignità dell’Italia". Lo scrive Beppe Provenzano sui social rilanciando la nota del Pd con Elly Schlein sul caso di Cecilia Sala.