“La mia è la storia di tanti giovani giornalisti”, spiega Giovanni Tizian, cronista sotto scorta per aver raccontato con le sue inchieste gli affari delle mafie al nord. “Siamo sottoposti a una doppia vulnerabilità”, raccontano i cronisti. Quella di chi rischia la pelle per il proprio mestiere, e lo fa senza una tutela economica e contrattuale. Le esperienze raccontate dai giornalisti precari nel sit-in di Montecitorio fotografano la situazione di chi si avvicina alla professione in Italia: “Prendiamo tra i 5 e i 30 euro a pezzo”, spiega Luciana Cimino, cronista del coordinamento “Errori di stampa”. “Come si può pensare che questa condizione non incida sulla qualità dell’informazione e sulla libertà di chi deve raccontare la verità?”. Damiano Celestini, del Messaggero: “Da noi adesso gli articoli di meno di 800 battute vengono pagati zero euro. Zero. Ogni mese, a seconda di quanto scrivo, riesco a mettere insieme seicento o settecento euro. Sono ancora costretto a vivere a casa con i miei genitori” Servizio di Tommaso Rodano
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Cronisti: “Rischiamo la pelle, da precari”
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