Cronaca

Milano, nuovo blitz antievasione: niente scontrino in un negozio su tre

Dopo l'operazione dell'Agenzia delle entrate sui locali della Movida, le Fiamme gialle controllano 230 esercizi commerciali del centro: 75 i verbali emessi per irregolarità fiscali

Un negozio su tre irregolare sul fronte degli scontrini fiscali. E’ il primo bilancio dell’operazione della Guardia di finanza scattata in mattinata a Milano, dopo la serata di controlli dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps sui locali della vita notturna. Su 230 esercizi commerciali controllati nella zona centrale della città, la Finanza ha compilato 75 verbali per mancata emissione dello scontrino o della ricevuta fiscale. Una percentuale del 30 per cento che, nota la Finanza, è di gran lunga superiore alla media che si aggira tra il 10 e il 13 per cento.

L’operazione, che ha visto impegnati  120 militari del Comando provinciale divisi in 50 pattuglie, è cominciata questa mattina attorno alle 10. Circa 120 militari hanno passato al settaccio locali e negozi in Corso Vittorio Emanuele, Corso Buenos Aires, via Paolo Sarpi e in altre zone centrali o semi centrali della città.

Si tratta del secondo blitz in meno di 24 ore, dopo quello in 120 locali della movida, tra corso Como e zona Navigli, messo a segno ieri sera. Che, secondo le prime informazioni diffuse, ha fatto emergere non solo irregolarità nell’emissione degli scontrini e nei registri contabili, ma anche la presenza di un centinaio di lavoratori in nero o addirittura clandestini. Nell’operazione sono state impiegate 450 persone, tra cui 280 ispettori dell’Agenzia delle Entrate. Le altre 170 persone sono agenti della polizia municipale di Milano e funzionari dell’Inps. Sporadici invece gli interventi dei Vigili del Fuoco che sarebbero stati allertati per verifiche dove sono stati riscontrati problemi di sicurezza. Al momento, da quanto si è saputo, sono state accertate violazioni relative al mancato aggiornamento dei registri contabili, incongruità con i dati dichiarati per gli studi di settore (per esempio il numero di locali, il numero del personale e così via) ai fini della redditività presunta, irregolarità nell’emissione degli scontrini e presenza di un centinaio di dipendenti non regolari.