Giorgio Squinzi, proprietario del Sassuolo Calcio da ieri in vetta da solo nella classifica di serie B, è il leader della Mapei: 4600 dipendenti e mai una cassa integrazione in 50 anni di attività. Ma per l'imminente nuova presidenza in viale dell'Astronomia, il re della Ferrari preferisce il collega Bombassei: uomo vicinissimo a Marchionne e fautore della linea dura contro i sindacati
Due a zero in un amen, il primo gol era stato una zampata del difensore Terranova, e la festa è finita. 49 punti in 24 partite, dietro di sé l’immancabile Torino e la voglia di almeno un’annata di serie A dietro l’angolo. Artefice della rinascita che come tutte le favole calcistiche italiane viene dalla provincia (o da un quartiere di una grande città come il Chievo) è, appunto, quel Giorgio Squinzi leader nell’ambito dei collanti e degli adesivi per le pavimentazioni leggere da più di 50 anni con la Mapei.
Una predominanza nel settore sia in Italia che nel sistema mondo tanto da candidarsi per la prossima presidenza di Confindustria del post Marcegaglia. Operazione vetta anche qui, con tutte le alleanze, i rinforzi e gli stranieri del caso. Ma questa volta il rodato 3-5-2 di mister Pea e le quindici reti del furetto Gabriele Sansone non sembrano bastare.
Perché mentre dallo stadio arrivavano le gioie, a mezzo stampa venivano confermati i dolori: l’ex presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha ufficialmente dichiarato l’appoggio al rivale di Squinzi, quell’Alberto Bombassei, proprietario della Brembo s.p.a., produttrice di sistemi frenanti per auto e moto di mezza Europa.
Ed è molto probabile che dopo il pronunciamento del cofondatore di Italia Futura per Squinzi non ci sia più molto da fare. Eppure il vulcanico ed inesauribile bergamasco che nel distretto emiliano ha trovato l’Eldorado non è tipo da arrendersi facilmente. La storia della sua azienda è di quelle da vero cavalierato della Repubblica.
Laureatosi in chimica all’Università di Milano nel ’68, Squinzi fin dal 1970 investe in ricerca e sviluppo e nel 1976 trasforma la Mapei in una s.p.a. Negli anni ottanta l’azienda diventa presto una multinazionale leader nel settore degli adesivi per pavimenti e rivestimenti: 4600 dipendenti e un fatturato di un miliardo e diciotto milioni di euro nel 2006, e soprattutto in tutti questi anni di attività mai una cassa integrazione per i suoi dipendenti anzi, quando nel 1994 ha rilevato la Vinavil di Ravenna ha reintegrato prima di tutto gli operai in cassa integrazione della dimissionaria gestione.
Il Sassuolo Calcio è come l’ultima tappa di una serie di investimenti mirati e calibrati al centesimo di euro. Molti ricorderanno i successi della squadra di ciclismo Mapei, la vera passione di Squinzi, poi abbandonata nel 2002 per via del disfacimento morale di uno sport non più “come una volta”. Nel 2003-2004 è quindi il momento definitivo delle nozze tra Squinzi e l’undici nero verde del Sassuolo. Quattro anni e dalle serie minori la squadra finisce in serie B. Sulla panchina un enfant prodige, ora alla corte di Berlusconi, come Massimiliano Allegri.
Due, tre anni per consolidare alcuni equilibri tecnici e tattici e oggi il Sassuolo è lassù in vetta, da solo. Contando che la città ha 41mila abitanti e che allo stadio Braglia di Modena accorrono poco più di 3500 persone a domenica, l’impresa ha dell’incredibile.
Tredici milioni di euro di budget, compreso l’affitto dello stadio, di cui il 95% proveniente direttamente dalle casse Mapei. Senza dimenticare che l’amministratore delegato, nonché presidente ufficiale, non è direttamente Squinzi, tra l’altro tifosissimo del Milan, ma Carlo Rossi che da 40 anni è pure l’agente tecnico commerciale della Mapei per Sassuolo e province limitrofe.
Un club calcistico sorta di doppio dell’azienda. Anche se alla fine per la scalata a Confindustria tutto ciò non sembra essere bastato. In fondo Squinzi, leader di Federchimica, non è di certo grande amico di Susanna Camusso, ma con i sindacati dialoga e non ha mai spinto per la rottura. Oltre a non avere mai messo in primo piano la riforma dell’articolo 18 come stella polare della sua politica del lavoro.
Bombassei, invece, vicinissimo a Marchionne è stato artefice puro dei dettami provenienti da Fiat con accordi sindacali separati che hanno estromesso la Fiom dai consigli di fabbrica. Così oltre all’endorsment di Montezemolo l’ex presidente dei Federmeccanica prevarrebbe nelle associazioni di Confindustria in sei regioni del Nord, come indica una recentissimo sondaggio svolto tra le associazioni territoriali, con un secco e distanziante 45%, rispetto al 24% di Squinzi, il 10% dell’outsider Riello e un 30% di indecisi che a metà marzo 2012 dovranno risolvere la partita, questa volta non più con le maglie nero verdi del Sassuolo.