Quel “Non ci sto” è divenuto proverbiale. Storia. Era il 3 novembre 1993 in un discorso che Oscar Luigi Scalfaro da Presidente della Repubblica fece a reti tv unificate e non programmato. Un discorso che arrivava come “risposta” a cinque giorni dall’arresto di Riccardo Malpica, l’ex potente direttore dei servizi segreti del Sisde. Arresto che era avvenuto nell’ambito di una storia di fondi neri e clientelismi. Malpica disse che Scalfaro negli anni in cui era stato ministro dell’Interno (dal 1983 al 1987) aveva percepito cento milioni di lire al mese dai fondi riservati del servizio segreto civile. Scalfaro in quel discorso parlò di “gioco al massacro” e denunciò come quelle accuse fossero una “rappresaglia” della classe politica travolta da Tangentopoli. I funzionari dei servizi segreti furono poi indagati per “attentato agli organi costituzionali”, condannati nel 1994 furono poi prosciolti nel 1996 per decorrenza dei termini, ma senza formula piena.
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Scalfaro e quel “Non ci sto!”
“Da conservatore a progressista”
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